Hideto no Sekai

Say good bye tada Good bye, Kawaru koto osorezuni Good bye

 

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Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da hidetomatsumoto

Si avvicina così il Natale,
quanto lo adoravo da piccino,
era così bello poter riunirsi tutti insieme,
amavo ogni volta, tra una pietanza e l'altra poter andare a provare i miei regali,
sentire quell'odore in casa che sapeva di albero di Natale e di erba presepina che mi scaldava il cuore,
era così soddisfacente stare svegli fino a tardi perchè ero così ansioso che arrivasse il giorno dopo per reimmergermi nel clima di festa, coem se fossi stato drogato di sorrisi...
Adoravo quando passavamo la vigilia di Natale a casa dei miei nonni in montagna, aumentava il clima di festa...vedere le poche luci sui monti e sapere che si trattavano di abitazioni dove all'interno qualche altro bambino come me stava gustandosi la stessa dolce sensazione.
Era così magico stare sul balcone con mia nonna, mentre mi convincevo ogni volta di aver visto Babbo Natale in quella casetta in cima alla montagna, mentre incartava i regali..una volta ero sicuro di aver visto pure un folletto che l'aiutava; e quante risate mi facevo con lei..indimenticabile quel sorriso che mi riempiva ancora di più di gioia il mio cuore; e nonostante facesse freddo continuavamo a stare li a fissare il monte, perchè ciò che ci scaldava era la genuinità di quel momento.
Amavo il momento del brindisi, perchè ogni volta lei mi dava sempre un pò di spumante anche se i miei genitori non volevano, ma lei sapeva più di tutti che volevo così tanto assaggiarlo, e così ricordo ancora che erroneamente una vigilia me ne versò troppo e quella sera non finii più di parlare..rivedetti di nuovo quel sorriso sul suo volto.
E che emozione fissare le luci di quell'albero sempre addobbato allo stesso modo, si erano bruciate quelle azzurre, ma mio nonno era riuscito a ripararne alcune mettendo vetrini di diversi colori, e cosi andavo a tempo e mentre le luci cambiavano colore io ballavo allegramente, cercando di capire cosa contenesse il mio regalo.
Ricordo ancora quei presepi che mio nonno era solito fare, e quante risate nel mostrargli che sbagliava le proporzioni, accostando ad una casetta piccola una statuina grande..ma il suo presepe era sempre il migliore, entravo in casa sicuro che ogni volta lui avrebbe vinto ogni "gara dei presepi", ed ogni anno mi regalava qualcosa di quel suo piccolo mondo, e così mi sembrava di avere una parte di qualcosa di mitico, di leggendario..che soddisfazione!
Come scordarsi invece di quando mio cugino si travestiva da Babbo Natale per consegnarci regali che non ci aspettavamo, ma quante volte ho dovuto tenere la bocca chiusa per non dire che l'avevo riconosciuto immediatamente che era lui...i suoi occhi non mentivano mai...
Indimenticabili le sceneggiate mie, di mio fratello e di mio cugino, che, reinterprentando la canzone delle Tartarughe Ninja, ogni anno si riproponeva il nostro cosiddetto "Dito dei Ninja".
E mi rendeva un pochino triste dover tornare a casa, perchè era così bello passare quella sera insieme, e forse era quello il vero regalo...stare tutti insieme.
Ma i miei sogni, anzi, i miei incubi che ogni tanto mi assalivano, alla fine hanno preso il sopravvento, ed ora mi ritrovo a scrivere in vista di un altro maledetto Natale, a dover festeggiare un nuovo anno come al solito senza passare la viglia sui monti...
Non ci sarà più nessun Babbo Natale sul monte, e non potrò più dirle che avevo visto di nuovo il folletto aiutarlo ad incartare i regali. Non potrò gioire dello spumante versato da lei. Non potrò più riconoscere mio cugino dietro un costume, nè fare il nostro Dito dei Ninja.
Che tristezza ora passare la viglia in casa propria con la tavola apparecchiata di rosso per cercare di alimentare un pò lo spirito di festa..e quell'albero così anonimo, icona di un Natale che non tornerà più.
Mi rifiuto anche di fare il presepe oramai, a che serve se lei non passa da casa mia per dirmi quanto sia bello?
Ma il Natale già era diverso da tempo, la malattia ormai la stava portando via, ma lei no, non voleva mai farlo notare..non si doveva cancellare quel momento insieme in cui anche il più brutto ricordo svanisce come neve al sole.
Ma era tutto diverso.
Anche quell'albero, ormai non era più lui, sostituito da un piccolo alberello con fibre ottiche.
Non c'eranp più neanche quelle luci rotte ormai.
Ed il presepe più bello, lentamente ha cominciato a svanire.
Non c'erano più regali da scoprire, ma quei soldi nascosti nelle palle di Natale...anche fino alla fine sei stata una delle persone più creative che abbia mai consociuto...
Ed il tuo ultimo biglietto d'auguri, quanta tristezza mi ha messo...sembrava un testamento sentimentale...mi stavi ereditando il tuo amore, perchè lo sapevi che sarebbe stato il tuo ultimo Natale....
Ma ora dove sei?
La senti ancora quell'aria frizzantina di festa?
Forse sarai sul monte ora,
forse se mi affaccio alla finestra del balcone di casa tua riuscirò a vederti mentre mi saluti con quel sorriso e quegli occhi che si chiudevano leggermente.
Quest'anno hai deciso di farlo l'albero?
Io si, come ogni anno, ha luci dorate e addobbi di ogni più svariato tipo.
No no, il presepe non lo abbiamo fatto neanche quest'anno, ma la voglia c'era comunque...
Sai, ogni tanto mentre sono a letto da solo ti penso, e ripenso ai nostri natali passati, ti ricordi quando guardavamo babbo natale alla finestra?
Già, hai ragione, seppur fosse un gioco della fantasia era così bello immaginarlo vero...
E perchè, quando riconoscevo sempre Marco o lo Zio Angelo travestiti?
Ah si? Sono felice che Marco stia bene...salutamelo, ti prego..mi manca anche lui.
Io sto bene più o meno...ma lo sai che sto studiando Russo? Venerdì ho pure una prova all'università.
Sisi, è proprio quella lingua, ma non è poi così difficile come sembra eh, basta solo un pò di pratica.
No, faccio anche Inglese, ma poi farò anche Tedesco e Spagnolo, perchè mi piacciono tanto, poi se vuoi ti insegnerò anche qualche frase utlile!
Lei è Claudia, la mia ragazza, stiamo insieme da quasi 4 mesi, però abita a Bologna per studio.
Una scuola per diventare estetista, sapessi quanto si impegna!
Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta..a te piacciono le persone sincere e vere...
Va bene nonna, ti lascio fumare...io torno nella realtà, ci vediamo..prima o poi.
Buon Natale anche a te....

E' brutto tornare al presente quando il bel passato se n'è andato...
Vita, solo una mietitrice di ricordi,
Tempo, solo un folletto cattivo.
Non ce l'ho mai fatta a dirtelo a parole, ma l'hai sempre capito,
l'hai sempre saputo..che ti voglio bene.
Non torneranno mai i nostri natali, solo un mucchio di cenere che stento a tenere in mano, mentre un freddo vento la porta via...
Ed anche i più effimeri ricordi vengono divorati nella tristezza,
sentendomi derubato di una parte di vita...
Quest'anno, come al solito, verranno riservati due auguri di Natale, mai pronunciati,
due auguri esclusivi per le mie preghiere natalizie.
Non sono più credente..non ho più motivo per essere convitno che un Dio benevolo mi assista, ma sono sicuro che due creature divine mi stanno assistendo, e quindi pregherò voi.
Il mio Natale siete voi.
Auguri Nonna
Auguri Marco


 
 
 

Auguri Hideto...

Post n°33 pubblicato il 13 Dicembre 2008 da hidetomatsumoto

Hai visto?
Alla fine è giunto pure il tuo compleanno oggi.
44 anni.
Chi l'avrebbe mai detto.
E chissà cosa faresti oggi,
come minimo staresti festeggiando come un matto, come eri solito fare, con la tua bottiglia di vino in mano e tanti progetti nella testa.
Sicuramente avresti riunito gli X Japan , e saresti non solo il chitarrista, ma anche il lead singer della band, e avresti riscosso un enorme successo.
Oggi avresti ricevuto a casa chissà quanti regali dai tuoi fan, chissà quante lettere e chissà quante visite...
Avresti come al solito il tuo sguardo perso chissà dove, nonostante in questo momento staresti brindando alla tua salute mentre Yoshiki ti riempirebbe di scherzi, invitando Toshi e Pata ad unirsi.
E magari avrai anche pubblicato diversi album o forse un secondo greatest hits,
avresti viaggiato in giro per il mondo per scoprire come alla fine il miglior posto è casa,
piena di ricordi ormai,
ma il tuo ultimo viaggio è stato fatto poco più di dieci anni fa...
...chissà dove sei adesso,
chissà quale sarà la tua meta,
chissà se l'hai già raggiunta...
I miei più sinceri e sentiti auguri Hideto,
scusa ma non potrò consegnarti il regalo di compleanno,
spero che tuttavia tu possa sentire i miei auguri
e che nonostante tutto tu stia festeggiando lo stesso,
con la tua bottiglia di vino,
con la tua Fernandes,
con le tue sigarette,
con i tuoi sogni,
con le tue canzoni...
ed intanto io ascoltandomi Good Bye non riesco a non ringraziarti Hideto,
perchè con ogni tua singola parola pronunciata
sei riuscito a farmi volare con la mente,
a farmi dimenticare i problemi passati,
a fare da cornice ad importanti eventi presenti,
e sarai un artista di riferimento necessario nel futuro...
Un Messia musicante che inebria la mia testa...
Ma hai visto?
Nessuno ti ha dimenticato,
ogni anno ti ricordiamo,
ogni anno milioni di persone si riuniscono solo per te,
numerosi tuoi colleghi si sono riuniti per cantare le tue poesie,
per ricordarti cosi com'eri...
Pink Spider, apri le ali e sii felice,
oggi è il tuo giorno..

Omedetou gozaimasu hide-sama...

Please songs tell me true

Kimi no melody


Doko ni itemo naritsudzuketeiru


Mata itsuka hitori mayottemo


Kikoetanara karoyaka ni arukidaseru
...








 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 23 Novembre 2008 da hidetomatsumoto

E cosi, lentamente, sta arrivando anche l'inverno,
maliziosamente entra nelle mie ossa...
E' arrivato in anticipo,
un mese d'anticipo...

Come al solito sono costretto a vederti allontanare da me,
mentre io, inutilmente, continuo a sperare che qualcosa ti trattenga,
anche un solo minuto di più,
anche un solo secondo di più...
Sentendomi come in un interminabile deserto,
dove anche una singola goccia d'acqua è vitale,
così vivo io i minuti che rimangono ai nostri addii,
come se fossi in bilico,
tra la gioia e la tristezza,
tra il successo e l'insuccesso,
tra la compagnia e la solitudine..
ed inevitabilmente cado,
continuo a cadere dal lato sbagliato,
e questi giorni cupi saranno vissuti senza respiro,
strozzato dal peso della distanza
che soffoca la mia voce,
ormai mediata da un telefono,
tecnologica maschera dei sentimenti.

Come faccio a farti capire quanto mi manchi?
Come faccio a farti capire quanto ti amo?
Come faccio se non riesci a vedere il mio sguardo carico di desiderio?
Come faccio se non riesci a sentire il mio calore sul tuo corpo?
Ho maledettamente bisogno di quelle guance che arrossiscono
e che delicatamente accendono la passione...
Ho disperatamente bisogno di respirarti ancora una volta
prima di addormentarmi in questa fredda notte...
Queste coperte riescono a malapena a riscaldare la mia carne,
figuriamoci il mio cuore...

Come mi riempie di malinconia vedere giovani amanti rientrare in casa
ed abbracciare la persona alla quale appartengono,
ma so che torneranno anche per noi questi giorni,
e ti prometto che quest'inverno non avrai più freddo,
questo Natale non avrai bisogno di racchiuderti in te stessa,
non avrai bisogno di sperare in un anno migliore,
ti prometto, amore mio, che dai tuoi occhi nessuna lacrima dovrà congelarsi
nel freddo gelo...

Ti ricordi cosa eri solita dirmi la sera precedente alla prima partenza?

E' come se andassi in gita, e poi ritorno da te...


E' come se tu fossi andata in gita...

ed io ti sto aspettando,

con il mio zaino in spalla,
e tutti i nostri ricordi...

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 06 Novembre 2008 da hidetomatsumoto

Non sapevo che i gatti fossero in grado di parlare,
anzi, più che gatti, dovrei definirli ciarlagatti perchè sarebbe un'offesa a quei sensuali felini che tanto adoro.
Bello sapere come una persona che non ha a che fare con me mi definisca un estraneo.
Esatto,
mi sto riferendo a te ,
che sei venuto a leggere,
curioso come un gatto?
Estraneo io?
Forse non te ne stai accorgendo, ma qui l'unica persona che non combacia con questo mondo, con il nostro mondo, sei tu,
sei l'unico tassello storto che non fa altro che compromettere -inutilmente- un puzzle sublime,
non centri nulla,
sei tu l'estraneo,
tu quello che ha messo in scena il suo copione tempo fa,
ma nessuno ora vuole il bis,
nessun applauso ti è stato riservato,
devi solo andartene con la coda tra le gambe,
non come un gatto,
ma come un cane.
Cosa centri tu nella nostra storia?
Cosa centri tu nella vita di qualcuno che non ti accetta?

E forse non ti stai accorgendo di un'altra cosa,
una cosa palese, che fin troppe persone si stanno accorgendo:

sei di troppo.

Hai mai notato le facce gentili che sembrano preoccuparsi per te?
forse le hai notate, ma non sentite...
non hai sentito lo scherno che si cela dietro,
non ti sei accorto che sei l'attore di una commedia
dove ognuno indossa la propria maschera.

Ormai fai pena,
ormai fai schifo,
ormai fai ridere.

Sei ridicolo.

Hai saputo solo portare problemi alle persone intorno a te,
pensaci,
hai saputo solo far male alle persone, ad una in particolare, e pretendi che ti sia sempre vicina,
egoisticamente egocentrico,
crudelmente permaloso.
Probabilmente lascerai scivolare via queste mie parole come hai fatto con i suoi remoti sentimenti ormai completamente sostituiti...

Ma sappi,
io non potrò mai perdonarti,
mai,
e prova solamente a sputare di nuovo suoni da quella lingua,
e giuro che sarà strappata dalle mie stesse mani,
prova solo a metterti di nuovo in mezzo con tutto il peggio di te,
e io darò il peggio di me,
prova di nuovo ad inettare veleno per poi pentirtene,
e io inietterò qualcosa peggio del veleno,
stai attento,
con me non scherzi,
sappilo bene,
ed ora

vattene.

 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da hidetomatsumoto

Appena tornato dal compleanno di mia zia.
Non dovevo neanche andarci, ma per un semplice fatto di educazione ho deciso di dare quella forza necessaria alle mie gambe per salire in macchina ed andare al Cycas Giò, uno dei miei locali preferiti, così malamente profanato.
Al mio arrivo non sapevo se mi trovavo ad un museo degli orrori o in uno zoo: circa trenta persone in avanzato (quasi massimo) stato di sovrappeso fare una specie di grand prix intorno ad una tavolinata piena di ogni possibile schifezza che non si vorrebbe mai trovare ad un compleanno: melanzane, frittura di pesce cotta male, un misto di tonno ed insalate, panini vuoti, tramezzini, dolciumi vari e per finire l'immancabile porchetta, un gastronomico trofeo che mio zio mostrava con orgoglio, un maiale morto, mummificato, ancora con la sofferenza nel muso, con quei denti in quella bocca spalancata e quegli occhi chiusi con una forza forza tale che chiunque poteva figurarsi i dolori che aveva dovuto patire, una vista che stava per far diventare vegetariano un amante della tavola come me.
Non ho nulla contro le persone in sovrappeso, anzi, alcune di esse le stimo anche; semplicemente odio quelle che la sera prima mangiano, anzi, infilano nel loro stomaco, cibo per quasi sei ore di fila, e la mattina dopo le si trovano davanti allo specchio che piangono vergognandosi del loro fisico, mentre guardano la foto di una modella di Dolce e Gabbana.
E' stata una festa penosa, dove l'età media si aggirava intorno ai 50 anni, età della festeggiata - odio usare questo termine per una donna che ha mezzo secolo di vita, è un termine giovanile a mio avviso -, dove ogni cosa sembrava vecchia e di cattivo gusto, anche i pochi giovani presenti, cosi banali e superficialmente idioti.
Immancabile ogni sorta di personaggio, ogni personalità precostruita che sembrava quasi creata apposta per svolgere il suo copione in feste del genere.
C'era la ragazza che portava 20 chili in più della norma che faceva battute sulla sua linea sperando di sentirsi dire risposte del tipo "ma ti sbagli, non è vero, sei cosi snella e bella", mentre si doveva accontentare di risate; nessuno avrebbe potuto dire "magra" ad una ragazza in cui ogni singola particella di grasso strabordava da quei pantaloni fin troppo stretti. Mi ha pure rivolto la parola con una battuta: "Avverto che la porchetta è quella sul tavolo, non io"; avevo voglia di ringraziarla per avermi fatto notare la differenza, ma sarei sembrato troppo scortese e falso, dato che la porchetta era visibilmente più magra di lei.
Non mancava, poi, il "bonaccione" che faceva il giro dei tavoli facendosi vedere simpatico ed alla mano, un tipo paffuto che cercava di nascondere i propri difetti in ogni modo e che passava il tempo tra battute e sigarette, ovviamente per farsi vedere, perchè "fumare fa figo".
Il Cycas brulicava anche di finti sommelier, i tipici uomini di mezz'età che credono di recuperare la loro virilità perduta cercando di analizzare un vino semplicemente dal colore, consigliandolo allle donne di mezz'età e, chiamati loro stessi ad analizzare il vino, dopo averlo leggermente annusato e bevuto un sorso dicevano sempre "buono buono" con una grazia tale che un vero sommelier sarebbe diventato astemio solo a sentirli.
C'erano anche quelle signore anziane che, pur avendomi visto diverse volte, fingevano sempre di sorprendersi quando vedevano che avevo un fratello gemello e, dopo aver tentato di indovinare il mio nome - sbagliando ovviamente - si mettevano a ridere dicendo che eravamo troppo uguali; la cosa che mi lasciava sorpreso era la loro incredibile maleducazione nell'entrare in quei pochi discorsi che tenevo con i miei familiari, senza neanche presentarsi o salutare, e sputare dalle loro corde vocali un "Ma tu chi sei?" carico di invadenza e di scherno. Persone come loro mi fanno sentire un fenomeno da baraccone.
Ogni tanto mi imbattevo in ragazzi intorno ai venticinque anni che passavano la serata a fumare e chattare - ormai è difficile trovare qualcuno che pronunci parole degni di una conversazione - riguardo nuove amicizie su Badoo, test fatti su internet ed ultime canzoni ascoltate su "aitiuns" o sul "nuovo aipod-a-sedici-giga", con intermezzi di battute una più triste dell'altra - una delle più drammatiche è stata: "E' nata in Giappone la donna più brutta del mondo: Sonnata Nakakata", probabilmente letta durante una ricerca su "gugol"-.
Ma forse il momento più triste, che farebbe sfiorare quasi le lacrime, è stato il momento della torta: una schifosissima classica torta alla panna che si trova in ogni compleanno, quelle impossibili da mangiare, con stampato sopra un uomo seminudo, una sottospecie di Adamo, per rendere la neocinquantenne un pochino più giovane: Vista la torta e finiti i finti sguardi sorpresi e divertiti è partito il classico jingle, e giuro, stavo per andarmene per non assistere alla scena: ammassi di carne che cantavano nella maniera più stonata possibile, un lamento di maiali sgozzati che si levava lentamente, per terminare in un appaluso, con altri ammassi di carne che salticchiavano battendo le mani.
Ricordo che durante i miei compleanni questo momento non mi sembrava così tanto imbarazzante, forse il protagonismo mascherava la vergogna; stasera, invece, avevo pena per mia zia, non vorrei mai essere stato al suo posto.
Una cosa che mi lascia sempre stupito è vedere come certe persone che vedevo da quando ero piccino non siano invecchiate, sempre identiche, in aspetto e carattere, forse è una reazione del loro corpo per voler sembrare giovane e pimpante, nascondendo in realtà quelle malattie che inaspettatamente li porteranno via dal mondo, anche se mi sto sempre più convincendo che siano immortali.
A fine "torta" - ormai con la parola "torta" si accosta l'intero arco di tempo che va dal mostrare la torta di compleanno alle foto idiote piene di finti sorrisi - ci sono stati i primi congedi, probabilmente si trattava di persone che erano cosi stufe di quella monotonia che prefrivano andarsene per trovare - facilmente, a mio avviso - qualcosa di meglio da fare; e così ci si salutava con un "ci si vede una di queste sere" per poi sparirsene velocemente e rivedersi con molta fortuna a natale quei cinque minuti che bastano per sapere "come va e come non va".
Mi sono sentito completamente estraneo, forse sarei stato molto di più a mio agio se di colpo mi avessero preso e portato nel cuore dell'africa nera.
Mi hanno anche scattato una foto, forse due. Non riuscivo a sorridere, mi sarei sentito cosi idiota a fingere un sorriso divertito, e, se permettete, ho ancora un briciolo di orgoglio.
Forse mio babbo aveva ragione quando oggi mi disse che sembro un'intellettuale, che sono una di quelle persone che parla di "problematiche" anzichè di "problemi" e di "tematiche" anzichè di "temi", forse sono davvero un disadattato sociale, o semplicemente ero nel posto sbagliato al momento sbagliato.
So solo che appena tornato a casa avevo un pensiero fisso per la testa: non ho paura di invecchiare...ne sono completamente terrorizzato.
Non voglio diventare come uno di quei signori con i pantaloni a vita alta con le guance sempre rosse per via del troppo vino - "di quello buono", come direbbero loro -, con camicie a quadretti marroni che non fanno altro che parlare di calcio e di politica, fumandosi Diana Blu e cercando di rincorrere i nipoti dei loro amici per provare almeno una volta ancora l'ebbrezza della gioventù. Ma forse questo timore farà si che non diventerò cosi...forse la mia "crisi del pensionato" sta lentamente svanendo.
Ed ancora ho pena per quella povera porchetta, e per tutte quelle persone, imprigionate in quella vita stereotipatamente monotona.
Mi dispiace.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 22/07/2008
 

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