Creato da rachiel_yora il 13/12/2008

Hyveta's Cronicle

sensazioni, tormenti e intrighi nel regno di Hyveta

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Dal Diario Di Rachiel Freeks

Post n°5 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da rachiel_yora
 
Tag: rachiel

Giorno 1- parte 3

Quando il sole tramontò montammo le tende in quattro e quattr'otto e ci dividemmo.
Harrol si dimostrò generosissimo, lasciò a me la prima tenda, mentre lui entrò nella seconda assieme a Gike e Dike...naturalmente ne fui molto felice, il solo pensiero di passare la notte assieme a quei due esseri piagniucolosi mi metteva i brividi.
A conti fatti posso dire che Harrol si stà mostrando un compagno di viaggio eccezionale: pratico, generoso, instancabile, se non fosse per i suoi due portanitini il viaggio sarebbe stato molto più piacevole e veloce.
Mi chiedo che carica possa occupare nelle sue terre per avere a sua disposizione ben due servi...ministro? generale? nobile?
Non lo sò e credo che non me lo dirà certo di sua spontanea volontà, chiederglielo poi mi sembra una scortesia.
Per saperlo senza risultare invadente dovrei interrogare quei due sciocchi di Dike e Gike...
Credo di odiarli in un certo senso: sempre a far polemica, a discutere su qualunque ordine Harrol gli impartisca, non sono certo i servi migliori delle terre conosciute.
Tra l'altro sento di non potermi fidare completamente di loro...e credo che anche Harrol abbia la mia stessa senzazione.
Ma forse mi sbaglio...

Colgo l'occasione per segnare le rischieste di Ike riguardo la consegna da effettuare, tanto per fare chiarezza sulla mia attuale situazione.

1 - il pacco deve essere consegnato a Vhan, umano alchimista (collega di Ike?).
2 - L'ultimo domicilio conosciuto di Vhan è a Morroc
3 - Non devo venire in nessun modo a conoscenza del contenuto del pacco per il mio bene ( e questo punto oltre a farmi suonare più di un campanello d'allarme, mi mette una curiosità incredibile )
4 - Non devo intrattenere nessun tipo di colloquio informale con Vhan
5 - Il pagamento avverrà una volta tornato a Tahoma da Ike.

Ora andrò a dormire, domani sarà un altra durissima giornata. 
 
R.F.

 
 
 

Dal diario di Yora Rakim

Post n°4 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da rachiel_yora
 
Tag: yora

Giorno 1- Luna Nuova
 
Il sole entrava nella stanza e mi accarezzava il viso e il libro che stavo leggendo.
Con le dita giocherellavo con la pagina mentre gli occhi concentrati leggevano le antiche scritture.
Amavo leggere, soprattutto se quello che leggevo mi aiutava a migliorare la mia magia. Il libro che avevo tra le mani era un grosso tomo vecchio e rovinato che avevo preso dalla biblioteca del palazzo che s'ititolava "La magia Bianca". Questo tipo di magia è totalmente diversa dalla magia nera perchè, la magia bianca è una pratica esoterica che interviene unicamente sui fenomini della natura attraverso lo studio delle sue leggi, ricerche, esperimenti e trasformazioni mentre la magia nera accresce il potere del mago. Ero presa da un capitolo particolarmente difficile e interessante quando mi sentii chiamare.
 
<Yoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa> sbuffai per essere stata interrotta.
 
Stonf.
 
Chiusi il libro con un tonfo e mi alzai per dirigermi verso la porta, stavo per aprirla quando mi sentii chiamare di nuovo.
 
<Yoraa datti una mossa!!!>
 
Alzai gli occhi al cielo pensando "...quanta fretta..." aprii la porta e m'imbattei nella mia migliore amica Yakim.
 
<Yakim cos'è successo???>
 
Osservai il suo volto e rimasi al quanto stupita nel vederla entusiasta, la mia sorpresa deriva dal fatto che non succedeva mai niente d'interessante da noi. I giorni si susseguivano monotoni senza eventi dagni di nota.
 
<Yora ci ha dato il permesso....> gli occhi le brillavano e, vedendo che non avevo capito cosa volesse dire aggiunse:
 
<ci ha dato il permesso di partire!!!!>
 
A quel punto, rimasi senza parole perchè non volevo credere a quello che avevo appena udito. Mio padre, re delle terre di Okhym dell'estremo oriente, proprietario dei più grandi castelli e proprietario di questa reggia dove vivevamo nella capitale Yokoko mi aveva dato anzi, ci aveva dato dopo anni e anni di inutili richieste e preghiere il permesso per uscire dalle sue terre per sperimentare a livello pratico e studiare sul campo la magia. Ero semplicemente sbalordita tanto che fui riportata alla realtà dalla voce della mia amica.
 
<Che c'è Yora? Non vuoi più partire????>
 
Scossi la testa e dissi:
 
<Si che voglio partire ma chi ci accompagnerà???> Sapevo che mio padre non ci avrebbe mai lasciato andare da sole.
 
<Se vogliamo ci accompagnerà il vecchio saggio stregone Yohan Kouyo> rispose prontamente...
 
Il vecchio saggio stregone Yohan Kouyo era disposto ad accompagnarci in giro per il mondo lasciando qui i suoi antichissimi libri a cui era legato, il suo tempio, il suo passato e ogni altra cosa che, sapevo non avrebbe mai abbandonato per stare con due novelline???? No, c'era qualcosa che non tornava, qualcosa che mio padre Yunoko Rakim mi stava nascondendo. Era più o meno da due calendari che chiedevo di andare e ogni volta la mia richiesta veniva respinta e sempre con la solita scusa che aveva troppa paura di perdermi dal momento che ero la sua unica figlia femmina dopo i 4 maschi avuti da diverse mogli, mia madre era morta qualche anno dopo la mia nascita di una malitta che chiamavano "la strada scura" nessuno sapeva curarla e quando ti prendeva eri senza uscita. Dovevo chiedergli spiegazioni...
 
<C'è qualcosa che non va> pensai ad alta voce dirigendomi verso lo studio di mio padre senza badare al balbettare della mia amica che non riusciva a comprendere quel mio modo di comportarmi. Camminavo velocemente per i vari corridoi di quella reggia maledicendo il vestito che mi costringevano a portare perchè, essendo la figlia del re dovevo adottare un certo comportamento ma soprattutto la presenza era una cosa fondamentale ma a me, quell'abito lungo  sembrava più che altro uno spolverino per i pavimenti in marmo già lucidi grazie al lavoro dei domestici cosi, per sbrigarmi con entrambi le mani afferrai la stoffa dell'abito e la tirai appena su in modo che potessi camminare più velocemente ma comunque non cambiava di molto. Superai il grande ingresso salendo la scalinata principale, svoltai a destra e sorpassai un corridoio illuminato con grandi finestre identico a tutti gli altri per trovarmi difronte la porta in legno massiccio dello studio di mio padre.
Bussai con vigore attendendo che la sua voce mi desse il permesso di entrare. Non si fece attendere.
 
<Vieni pure mia piccola Yora. Entra>
 
Un piccolo sorriso m'illuminò il volto sentendo le sue parole perchè mio padre, sapeva sempre quando ero io a bussare alla sua porta. Aprii la porta e feci il mio ingresso.
 
<Buongiorno padre> lo salutai dirigendomi alla sedia difronte alla scrivania piena di scartoffie.
 
<A cosa devo l'onore di questa tua visita?> domandò cordiale come sempre.
 
<Perchè hai deciso di farci partire? so che non volevi voglio capire>
 
Stanco chiuse gli occhi e sorrise a chissà quali pensieri.
 
<Yora...> fece una pausa <vuoi sapere veramente la verità?> mi chiese osservandomi intensamente.
 
Annuii.
 
<Bhè, vedi Yora tu non sei come i tuoi fratelli Nomoko, Lyuj, Astar e Kionio tu per me sei molto diversa da loro...>
 
Lo guardavo perplessa e confusa perchè non sapevo dove voleva andare a parare ma non feci domande.
 
<Vedi la differenza tra te e loro è che loro possono scegliere con chi sposarsi o con chi non sposarsi...tu no. Quello che voglio dire è che questi matrimoni sono di convenienza e non di amore e so che se decidessi io per te tu, non me lo perdoneresti mai e neanche io....>
 
In quel momento fu tutto chiaro. Mio padre come al solito voleva la mia felicità e quindi farmi sposare con qualcuno di poco gradito da me non lo avrebbe mai accettato ed è per questo che aveva deciso di farmi partire...per salvarmi!
 
<Chi è?> chiesi in un momento di panico <Chi vorrebbe la mia mano?> sapevo già la risposta ovviamente.
 
Anche il volto di mio padre si fece preoccupato.
 
<Azuky Noahami figlio di Konomo III delle terre del fuoco ma non c'è bisogno che te lo dica>.
 
Battei un pugno sul tavolo con rabbia.
 
<Non lo sposerò mai quel viscido antipatico di Azuky>
 
Al solo pensiero che un simile essere arrogante, presuntuoso  e pieno di se avesse chiesto la mia mano a mio padre non fece che accrescere ancora di più la mia rabbia soprattutto perchè sapeva quanto io lo potessi odiare e poi, più di una volta avevo respinto ogni sua forma di corteggiamento.
 
<Verrà qui tra una settimana per farti la richiesta in modo molto più...hem...romantico>
 
Sgranai gli occhi...<T-tra una settimana???> Annui con un cenno del capo.
 
<Io gli ho detto che era inutile ma lui vuole provarci lo stesso. Non so se mandarti via farà in modo di fargli perdere la speranze...sono sicuro che ti seguirà ma ovviamente, fuori da queste terre e dalle loro tu, potrai decidere cosa fare e nussuno può costringerti come potrebbe succedere se rimani qui. Ora sta a te decidere.>
 
<Parto. Tempo un paio di giorni e me ne andrò.>
 
<Bene.> disse mio padre <Qualsiasi cosa ti serva sai che è a tua completa disposizione.>
 
Ringraziai e mi diressi alla porta ma prima di uscire gli chiesi.
 
<Un'ultima cosa....>
 
Alzò lo sguardo da un foglio.
 
<Perchè il vecchio saggio si è offerto di venire con noi???>
 
Sorrise. <Questo domandalo a lui....>
 
Uscii dallo studio e mi avviai alla stanza dei miei domestici per chiedergli di prepararmi tutto il necessario per partire nel minor tempo possibile perchè,all'arrivo di Azuky io già mi sarei dovuta trovare, col vecchio saggio e la mia migliore amica Yakim a "Morroc"....la perla del deserto....
Azuky non mi avrebbe mai trovata tra il caldo cocente.
 
 
Y.R.   
 
 

 

 
 
 

Dal Diario Di Rachiel Freeks

Post n°2 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da rachiel_yora
 
Tag: rachiel

Giorno 1-parte 2

Prima di attraversare il deserto giungemmo nei pressi di un piccolo ammasso di capanne senza nome, che gli abitanti del luogo definivano villaggio. Era così piccolo ed insignificante che la sua ubicazione non era nemmeno riportata sulla mappa delle terre conosciute.
Purtroppo per noi la fermata era obbligatoria: dovevamo lasciare carrozza e cavalli, e proseguire cavalcando gli unici animali in grado di attraversare le calde sabbie del deserto...i cammelli.
Harrol, dopo avermi convinto delle sue doti mercantili, cominciò a trattare con quello che sembrava essere l'unico mercante del villaggio: Greek, un umano dal aspetto poco raccomandabile.
Capii di aver sbagliato a lasciarmi convincere, quando tornò con due dei più malandati cammelli che io abbia mai visto.

< Per tutti gli Dei Harrol! credi che riusciranno questi due "cosi" a farci arrivare a Morroc? >
< Hai poca fede in tutto ciò che non conosci amico mio, come tutti gli umani del resto.>

Prese alcuni dei bagagli e li caricò su un unico cammello, che a mio avviso sembrava piegarsi sempre di più ad ogni sacco poggiato tra le sue gobbe.
Il resto dei bagali li presero Dike e Gike, lamentandosi come al solito della loro esistenza e delle loro mansioni umilianti.
Io presi posto sul secondo cammello e quando tesi la mano per far salire anche Harrol sulla groppa, mi guardò come se gli avessi schiaffeggiato la madre davanti ai suoi occhi.

< Noi Nani non cavalchiamo animali così bizzarri, abbiamo una reputazione da difendere >

In effetti in vita mia non vidi mai un Nano cavalcare un animale che non sia stato un pony, un cavallo o un Drago.
Ma la mia non era una mancanza di rispetto, solo una semplice dimenticanza.

Lasciammo il minuscolo villaggio dopo aver comprato vestiti leggeri per me e due tende per accamparci la notte nel deserto.
Il viaggio nello "Yahrat", il nome con cui Greek (e il resto degli abitanti del posto) identificava il deserto, ci avrebbe impegnato per circa 4 giorni e 4 notti, per cui fummo obbligati ad equiaggiarci meglio.

Mi trovai cosi costretto a nascondere il pacco di Ike in una tasca interna della mia tunica color marrone, stando bene attento a non sbirciare al suo interno

< Sei curioso ragazzo? > Fù la prima domanda che l'alchimista mi pose prima di affidarmi l'incarico, e alla mia risposta negativa mi disse:
< Ottimo, la curiosità porta sempre guai, soprattutto se posi il tuo sguardo su ciò che dovrai consegnare > Ne seguì la solita risata sguaiata, ma simpatica.
Devo ammettere però che tanto mistero su quell involucro marrone stuzzicò la mia curiosità non poco, e in più di un occasione fui tentato di dare una sbirciatina, ma la mia amicizia verso Ike e la mia professionalità mi impedirono di disobedire ai patti...anche se ogni volta che mi trovo solo provo ad immaginare che cosa possa contenere quel dannato pacco.

R.F.

 
 
 

Dal diario di Rachiel Freeks

Post n°1 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da rachiel_yora
 
Tag: rachiel

Giorno 1 - parte 1

Nella carrozza il caldo era opprimente.
Avrei voluto strapparmi letteralmente di dosso i vestiti pesanti, souvenir del viaggio a Thaoma, la città fredda, la capitale delle terre del nord.
Fù lì che mi lasciai convincere da Ike, l'alchimista a viaggiare verso Morroc, la perla del deserto, l'unica oasi di pace in un inferno di sabbia e vento.

< Sarà una passeggiata Rach, fidati!> Solite promesse mai mantenute.
< Vai a Morroc, consegni il pacco, prendi un pò di sole e torni indietro...ti farò felice vedrai...ahahahahahah>.
In effetti posta in questo modo l'offerta era allettante, non amavo il sole ed il caldo, ma una consegna era solo una consegna, niente di più...e niente di meno.

Cominciai a cambiare idea a meta del viaggio, superate le catene montuose del Thaal.
Scopriì di non sopportare il caldo più di quel che ricordavo.
Per non parlare dei Nani, gli unici esseri capaci di indossare mantelli sotto un sole di fuoco.
Mi unii a loro nella speranza di superare il deserto in pochi giorni, ma mi sbagliavo di grosso.
Il sole, il caldo, la mancanza di acqua e cibo non favorivano il viaggio...e l'umore.
Ora nella carrozza guidata da Herrol bevo birra e fumo le foglie di tabacco, non pensando a quanto ancora manca all'arrivo.
Con me, Dike e Gike, i due portantini di Herrol( nani anche loro naturalmente ) chiassosi e molesti, pessimi compagni di viaggio.

Chissà cosa mi attenderà a Morroc?

R. F.


 
 
 
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