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PARIGI


Eccomi già di ritorno..pazzesco quanto le esperienze belle passino in fretta.. e Parigi è senza dubbio un’esperienza stupenda..
Ma non mi riferisco alla Parigi commerciale, quella da viaggio organizzato che ti fa vedere le stesse cose che puoi vedere comprandoti dieci cartoline.. No, la Parigi con la quale sento di aver fatto l’Amore è quella dei vicoli stretti che non sai dove portano ma sai di dover prendere, e arrivi davanti a un cortile dove bambini di colore giocano a palla tra muri scrostati e ginocchia sbucciate, è la Parigi lungo
una scalinata di Montmartre, là dove nessuno passa perché non vedi il Sacro Cuore.. eppure le persiane chiuse usate come tela per
scrivere frasi in francese sono un’opera d’arte che pochi hanno il privilegio di vedere ma che ti penetrano il petto.. è la Parigi del quartiere dove ho alloggiato, nel quale ogni mattina mi incamminavo per comprare le brioches appena sfornate, e passando nel retrobottega le mangiavo prima col naso che
con la bocca, e riflettevo sul fatto che le foto e i filmati –persino quelli dei migliori professionisti- non solo non possono racchiudere l’anima delle
cose, ma nemmeno i profumi.. no cazzo, quelli puoi solo viverteli, e non potrò mai descrivere nemmeno lontanamente l’odore di certe strade dopo un temporale: me ne stavo lì con i capelli arricciati dalla pioggia, un gelato al pistacchio che succhiavo dalle dita e un portone di legno blu alle spalle.. e respiravo a
pieni polmoni quell’aria che  sembrava arrivare dal mio stesso petto… L’architettura delle case è molto diversa dalla nostra, e le finestre alte come tutta la parete e quasi ovunque sostitutive dei balconi sporgenti erano
spalancate, e stavo col naso all’insù a guardare i ragazzi che vi sedevano dietro parlando intensamente.. E’ la Parigi dei fruttivendoli coloratissimi, è la Parigi dei tavolini stretti e tondi che riempiono i marciapiedi fuori dalle boulangerie, s
empre affollati di gente e di sogni… E’ la Parigi dei parchi erbosi, dove anche chi è in giacca e cravatta non resiste a sedersi per terra per pranzare, mentre i bambini spingono le barchette con un bastone di legno nelle fontane.. E’ la Parigi del mercat
o delle pulci dove ti sembra di stare al Bronx eppure non hai paura, e i murales sembrano abbracciarti insieme alla folla che balla che canta che ti dice quanto costa poco cio’ che vende.. E’ la Parigi dove n
on andresti a dormire mai, eppure ci vai perché hai i piedi consumati dai chilometri, è la Parigi dei gatti che ti guardano dai tetti e sembrano leggerti negli occhi che senti di appartenere a quelle strade quanto loro.. E’ la Parigi degli artisti, ma non solo di quelli nei favolosi musei, ma degli artisti che siamo tutti, ma che forse abbiamo bisogno di cambiare a
ria per accorgercene, perché lì non sei artista per gli altri (che purtroppo e per fortuna si fanno i fatti loro), ma per te stesso.. la
mentalità è più aperta, e così è più facile aprire anche il cuore.. E’ la Parigi delle donne incinte che camminano coloratissime in quartieri ancora più colorati, e non puoi non sorridere loro.. Tempo fa ho comprato un mazzo di fiori, e passando per strada mi sono accorta che la gente non riusciva a non guardarlo: era un mazzo semplice, abbastanza discreto, eppure
uomini e donne ne erano come attratti, e ma
gari distoglievano lo sguardo pensieroso o preoccupato e non potevano fare a meno di sorridere guardando quei colori, magari immaginandosi per chi fossero o da chi provenivano, o rievocavano episodi della loro Vita.. e mi sono detta che una donna incinta è come se portasse costantemente con sé un enorme mazzo di fiori sulla pancia, e guardandola non puoi non sorridere, immaginare che questi “fiori” non sgualciranno
t
anto in fretta bensì avranno un’Esistenza piena di sorprese e suoni e profumi e sorrisi e anche dolori, ma che affronteranno insieme a quella donna che appare buffa camminando come una papera ma allo stesso tempo appare la femminilità fatta persona… fortunatamente le mamme non esistono solo a Parigi, ma quando diventerò mamma io sarà una delle città che farò visitare al mio bambino da una pr
ospettiva un po’ più ovattata ma altrettanto magica… mi siederò
in quello stesso parco, con quella stessa aria sottile che ti accarezza insieme alle minuscole goccioline della fontana dove i passerotti fanno il bagno, e chiudendo gli occhi riuscirò a vedere ancora meglio tutta quella Parigi che non riesco a scrivere in queste righe…..