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DIG

Post n°218 pubblicato il 08 Giugno 2014 da marrosat

IL DIGIUNO E I SUOI BENEFICI

 

Gli animali selvatici e domestici si astengono dal mangiare quando sono malati o feriti (Ig63p4). Molte persone pensano che non potranno più reggersi in piedi dopo due o tre giorni di digiuno, ma poi si sorprendono nel constatare che dopo due settimane riescono ancora a camminare e a leggere (SRPLJ p40).

Invece ogni tanto si sente sconsigliare il digiuno - da parte di medici che probabilmente non hanno alcuna esperienza di esso, - in seguito alla morte di persone che verosimilmente hanno digiunato dopo aver devastato il loro fegato e i loro reni con medicinali presi per dimagrire o con dissennate => Diete dimagranti, oppure hanno proseguito troppo a lungo l’astensione dal cibo.

Un’altra invenzione contro il digiuno è che esso faccia perdere per sempre un 50% di muscoli, poi sostituiti dal grasso. In realtà, un igienista riferiva di aver digiunato numerose volte e che tuttavia aveva più muscoli e meno grasso che mai (Ig71p32).

Gli igienisti sono consapevoli che il digiuno non è privo di rischi e pertanto hanno raccolto delle regole che saranno esposte più avanti nel presente capitolo.

Vi sono, infatti, tre fasi nel digiuno:

1) la fase benefica dell’eliminazione delle tossine;

2) la fase dell’eliminazione rallentata quando cominciano a scarseggiare dei fattori vitali, tra cui vitamine e sali minerali;

3) e la fase nociva dell’inanizione quando l’organismo comincia a demolire gli organi vitali e si avvia verso la morte.

Inoltre gli igienisti raccomandano di evitare digiuni lunghi senza l’assistenza di una persona che ne sia esperta.

Certamente deve astenersi dal digiuno chi è già in stato di vera denutrizione.

Inoltre l’igienista Mosséri consiglia il solo semidigiuno (vedere più avanti) nelle malattie cardiache, epatiche, polmonari, renali e agli anziani.

Coloro che sono magri e hanno difficoltà digestive faranno bene a non prolungare troppo il digiuno poiché poi sarebbe difficile riprendere peso (SRPLJ p42).

Occorre più prudenza per le persone che sono state operate o fare digiuni un poco più brevi per chi ha subito trapianti, per non rischiare il rigetto.

A parte tali casi, il digiuno procura grandi benefici, poiché esso consente all’organismo:

- di risparmiare le notevoli energie altrimenti necessarie per la digestione degli alimenti e di destinarle all’autoguarigione.

In un esperimento furono salassati parecchi cani, poi vennero divisi in vari gruppi ai quali furono dati alimenti diversi mentre alcuni cani vennero tenuti a digiuno e furono questi ultimi di gran lunga i primi a produrre sangue nuovo (HS 3° p26);

- di essere stimolato - per procurarsi il nutrimento - a sciogliere i tessuti superflui come il grasso e quelli anormali come gli ascessi, le cisti e i tumori, utilizzandone la parte buona ed eliminando il resto; ciò porta anche a ripulire le arterie, a rendere più fluido il sangue, ad abbassare la pressione sanguigna (LA 1° p97) e a disintasare gli organi interni favorendo il ritorno a un loro miglior funzionamento;

- di interrompere lo sfregamento del cibo contro le pareti del tubo digerente e di consentire così la guarigione di gastriti, ulcere, coliti (sia pure dopo un eventuale aumento dei dolori allinizio);

- di interrompere l’eventuale putrefazione del cibo nell’intestino, possibile causa di malattie;

- di liberarsi più facilmente dalla => Dipendenza all’alcol, tabacco, ecc.;

- di riuscire, a volte, perfino a rigenerare gli organi malati, rendendo superfluo il ricorso ai trapianti o alle cellule staminali (cuore: JPR p69 e fegato: JPR p224);

- e di migliorare per il futuro la capacità digestiva (grazie al riposo fornito agli organi digestivi), di assorbimento (a volte bloccato dalla presenza di sostanze nocive insieme al cibo: sale, condimenti, caffè, ecc.) e di assimilazione, cioè d’incorporazione dei nutrienti nei tessuti viventi del corpo (ALRDUSP c50).

 

La persona media possiede riserve sufficienti a digiunare, stando a letto, per varie settimane. La fame si soffre, e non necessariamente, solo per qualche giorno. Le riserve (di zucchero, vitamine, sali minerali, enzimi, ecc.), però, dipendono da vari fattori. Generalmente ne hanno poche gli anziani, in seguito a tanti anni di alimentazione malsana, chi pratica la macrobiotica, o chi ha preso molti medicinali, sonniferi, tranquillanti, tisane lassative.

 

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