Verso il Fronte

Giulio Napolitano, figlio di Giorgio


Ho letto con un certo divertimento la lettera che Giulio Napolitano, a seguito delle intercettazioni apparse sui quotidiani che lo riguardavano, ha inviato al Fatto Quotidiano e che può essere letta qui di seguito: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/10/napolitano-de-gennaro-e-letta-ce-lhanno-per-le-palle-sanno-di-giulio/1861352/E' un concentrato di italianità politica niente male.Da un lato, egli dice che valuterà le iniziative da intraprendere nei confronti dei commensali.Qui è interessante osservare che manca parola "legali". Chissà se mai intraprenderà le vie legali il buon Giulio Napolitano. O magari si limiterà, sempre che li conosca, a togliere il saluto ai commensali?Dall'altro lato, egli dice che rimane una domanda di fondo. Cioè come sia possibile che intercettazioni che niente hanno a che vedere con i reati su cui si indaga formino parte di un procedimento che riguarda tutt'altro.Forse, il buon Giulio Napolitano non ha studiato procedura penale e dunque non sa che la legge prevede che le intercettazioni debbano essere tutte trascritte integralmente e versate agli atti del procedimento penale anche quando non riguardano il reato per cui si indaga (il padre forse dovrebbe essere informato su questi princìpi avendo sollevato un contenzioso costituzionale coi magistrati di Palermo circa le intercettazioni delle telefonate tra lui e Mancino; magari chiedergli qualche dritta?).Casomai le cose fossero regolate diversamente, i pubblici ministeri potrebbero arbitrariamente versare agli atti solo le  carte che vogliono loro e questo minerebbe il principio di trasparenza e il diritto di difesa. E' poi cosa nota, del resto, che le intercettazioni sono diffuse dagli avvocati e non dai magistrati, proprio perché sono loro a entrare in possesso di quei documenti anche se non c'entrano nulla coi loro clienti.Non è un po' strano, infine, che il nostro prima dica che vuole valutare le azioni (!) contro i conversatori da taverna (tra cui l'attuale sindaco di Firenze che appartiene peraltro allo stesso partito del padre...) e poi si lamenti di intercettazioni che non c'entrano niente col reato per cui si indaga ma che lo investono?In altre parole, non è un po' strano che uno venga a sapere di essere stato "messo in mezzo" ingiustificatamente da altre persone e invece di rallegrarsene per averlo saputo così da attivare le "azioni" se ne lamenti pubblicamente?A mio modesto avviso, invece, in questo caso i magistrati han fatto semplicemente il proprio dovere, dando peraltro al nostro la possibilità di difendersi legalmente se mai vorrà.Per il resto, se il nostro volesse cambiare la legge, beh non gli resterebbe che rivolgersi al padre che siede in Parlamento da 50 anni.Ma quest'ultimo non si occupa di queste cosette, lui vola alto, vuole rafforzare i poteri del governo! D'altronde, si sa, Renzi l'ha nominato lui.IgorSu Twitter: @verso_il_fronte