Verso il Fronte

L'Italia che si spopola


Il meccanismo del potere ormai è chiaro. Bisogna formalmente essere democratici, ma sostanzialmente far passare i messaggi che si vogliono. Quando una notizia è negativa, la si deve dare, ma gli esperti della comunicazione sanno bene come fare per rendere la notizia il più innocua possibile e quindi neutralizzarla. Basta non dargli l'apertura, basta metterla in secondo piano, non discuterla e poi farla sparire, sperando che le persone se la dimentichino facilmente in questo profluvio di informazioni, proponendo magari subito dopo una bella gazzarra per rinfocolare conflitti ideologici che è facile, appunto, accendere in Italia.E' il caso della notizia concernente la perdita di abitanti in Italia per la prima volta da 90 anni. E' stata pubblicata, ma ovviamente non discussa, non approfondita e soprattutto volutamente non capita (sempre ammesso che certi personaggi ormai siano in grado di capirla).Ora, sarebbe troppo facile sparare contro il Governo in carica e dire è colpa sua. Le cose non stanno così e ciò è del resto confermato dal silenzio che un po' tutti i partiti hanno mantenuto sulla notizia. Perché? Perché all'evidenza sono tutti complici di questo sistema, hanno contribuito a crearlo e non possono più tirarsi indietro, perché altrimenti si aprirebbe per l'appunto un problema di responsabilità.Per leggere le informazioni che ci vengono date (anche questo d'altronde è segno che il sistema non è "democratico") occorrerebbe avere l'aiuto di un esperto statistico. Buttare le informazioni addosso alle persone senza l'aiuto di esperti che sappiano leggerle approfonditamente è segno del fatto che non si vuole che le persone capiscano.Ad esempio, si legge da un lato che c'è un calo degli arrivi dall'estero. Dall'altro, su quasi 150.000 residenti andati via, 100.000 sono italiani. Se ne deduce che oltre a un calo di cittadini italiani partiti per l'estero, sono rientrati nei loro paesi o comunque riemigrati quasi 50.000 stranieri.Insomma, basterebbero questi numeri a smentire in primis la propaganda e le chiacchiere della Lega Nord a proposito dell'invasione degli stranieri. Ma anche qui appunto il problema è più complesso, perché è ovvio che se in Italia ci sono 5 milioni di stranieri e questi sono principalmente concentrati in alcune regioni, queste risentiranno di tensioni sociali crescenti.Il problema più generale, e qui veramente l'analisi non è complessa ma è molto semplice, è che in Italia si vive male. Non bastano più il sole, il mare, le montagne e il cibo. Le persone hanno perso socievolezza e cordialità. Siamo oberati da una montagna di incombenze amministrative di cui non riusciamo a liberarci. Il lavoro è diventato iperfaticoso anche perché concentrato su sempre meno persone. Chi ha un lavoro non lo apprezza e chi non ne ha uno ha il serio problema di non averlo. Ciò che dovrebbe essere semplice e lineare (come avere ogni tanto un aumento di stipendio) non lo è più. L'individualismo eccessivo ha iniziato a incidere brutalmente sui rapporti familiari.Certo, si potrebbe dire che è colpa della crisi economica. Per carità, anch'essa ha inciso, ma i problemi risalgono a prima. E del resto la crisi economica non è venuta per caso, né sul piano internazionale né sul piano nazionale. Le politiche che sono state fatte prima ci hanno portato a questa situazione e hanno inciso pesantemente su un Paese che aveva bisogno di proseguire in un percorso di buona organizzazione (costituzionale e amministrativa).L'esito purtroppo del percorso che abbiamo intrapreso è questo. Per la prima volta il Paese perde abitanti.E', in definitiva, il si salvi chi può.