Il Blog del Mar

Severino: carceri civili e sfida dell’efficienza per rendere credibile la giustizia


Da Catania il monito del ministro Severino:”Carceri, test di civiltà di un Paese”. Il Guardasigilli   ha scelto il Palazzo di Giustizia etneo per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Lo Stato non ripaga mai con la vendetta, ma vince con il diritto”, ha detto, e ha lanciato messaggio impegnativi. Il futuro passa per la riorganizzazione telematica dei tribunali, che impone “un razionale piano di investimenti”; con gli avvocati “dialogo totale”.  ”Dallo stato delle carceri si misura il livello di civiltà di un Paese” anche perché “lo Stato non ripaga mai con la vendetta, ma vince con il diritto e l’applicazione scrupolosa di regole e legge. E’ il modo migliore per dimostrare ai criminali l’intima diversità tra legalità della nostra democrazia e ogni forma di intollerabile arbitrio”. Il momento è delicato, è l’inaugurazione dell’anno giudiziario non indolore: contro le liberalizzazioni, avvocati sul piede di guerra a Genova e Bari, a Napoli  presentano alla cerimonia imbavagliati. A Milano focus sulla prescrizione, Roma è preoccupata dal ritorno di una violenza in stile “romanzo criminale”, Bologna dalla minaccia mafiosa. In questo clima Paola Severino è arrivata questa mattina al Palazzo di Giustizia del capoluogo etneo, “una Corte d’Appello molto prestigiosa”, dove ha ascoltato la relazione del presidente della Corte d’appello di Catania, Alfio Scuto. Presa la parola, il ministro ha dapprima ringraziato il presidente della Repubblica per “la costante attenzione verso la concreta attuazione dei lavori istituzionali in materia di giustizia” nostra quotidiana attività”. Poi, ha focalizzato il suo intervento su alcuni temi di peso. Sulla situazione carceraria, la Severino ha espresso “le preoccupazioni personali e dell’intero governo”, ricordando i provvedimenti adottati sin qui dall’esecutivo, “sui quali in questi giorni ho avvertito un’ampia condivisione”. Obiettivo, allentare la tensione che consegue al sovraffollamento “ormai intollerabile delle nostre strutture carcerarie”. “Questa situazione – ha proseguito il ministro – rende difficile non soltanto la vita del detenuto, ma anche quella degli operatori che con lui condividono spazi, problemi e non poche sofferenze”. Più in generale, la sfida della giustizia in Italia è l’efficienza. Il ministro Severino vede il futuro nell’innovazione organizzativa, attraverso la tecnologia, l’informatica, il digitale. “Un futuro – sottolinea il guardasigilli – in linea con i migliori sistemi giudiziari europei”. Un percorso “non semplice né agevole”, ma “il governo farà la sua parte – assicura il ministro -, consapevole che un reale recupero dell’efficienza impone, insieme alla riorganizzazione, un razionale piano di investimenti che riguardano l’informatizzazione e la digitalizzazione del sistema giudiziario”.Severino parla delle difficoltà delle cosiddette “sedi disagiate”. “Bisogna prendere atto che i meccanismi incentivanti per la copertura delle sedi disagiate, pur apprezzabili, non si sono dimostrati in grado di fronteggiare interamente questa emergenza, soprattutto nelle procure di frontiera. Su questo tema e sui rimedi sono aperta al confronto con il Csm e disponibile a cercare soluzioni condivise”. Il ministro si è quindi rivolta ai giudici, tornando a evocare, come già aveva fatto il premier Mario Monti rivolgendosi alla politica, lo “spirito nobile” che deve animare chiunque ricopra funzioni pubbliche. Perché, sottolinea Severino, “oggi il Paese ha proprio bisogno di recuperare in tutti i settori lo stesso spirito di servizio, questa spinta nobile di chi svolge una qualsiasi pubblica funzione senza altri obiettivi che quello di adempiere al proprio dovere”.