Il Blog del Mar

TESORO CORSA A QUATTRO PER SUCCEDERE A GRILLI


La Stampa - Nel governo Monti a tre mesi dal suo insediamento c’è un ufficio chiave tuttora senza targa. Una poltrona che pesa più di interi dicasteri. Il direttore generale del tesoro è colui che sovrintende ad una macchina burocratica enorme – circa cinquemila persone –, è responsabile della gestione del debito, rappresenta l’Italia nei negoziati europei. Da lui dipende la nomina di consiglieri e ad di controllate e partecipate dello Stato. Fino a tre mesi fa a occuparsi di tutto ciò era l’economista Grilli. Ma dopo un lungo pressing ha accettato di entrare a far parte del governo con il ruolo di viceministro Monti.  Appena tre mesi fa mentre Tremonti lasciava il ministero c’era chi dava probabili scenari: via Grilli –  verso Barclays -, il nuovo direttore sarebbe dovuto diventare Vincenzo La Via, di ritorno dalla Banca mondiale. La scorsa settimana - dopo quasi cento giorni di vacatio-  i primi indizi di una decisione. I ben informati raccontano che Monti stia valutando una soluzione diversa: la nomina di un direttore esterno con pieni poteri. Sul tavolo ci sarebbero tre nomi: Dario Scannapieco, già responsabile per le privatizzazioni di via XX settembre. Da quattro anni siede alla vicepresidenza della Bei- banca europea per gli investimenti -. Il secondo candidato è Pietro Garibaldi, membro del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, noto per aver elaborato con Tito Boeri il cosiddetto “contratto unico”. Infine nella terna c’è Alberto Giovannini, grande esperto di moneta ed ex professore a Columbia. In lizza come vicaria Maria Cannata, la “signora del debito”, responsabile del dipartimento che tutti i giorni governa le aste di Bot e Btp.