Il Blog del Mar

Gli 007: «Iran ha uranio per quattro bombe»


La confraternita globale degli 007 dispone di «prove inconfutabili» dell'intenzione dell'Iran di procedere spedito verso un arsenale nucleare fatto in casa. Non solo: sa anche che Teheran è già riuscita ad accumulare materiale fissile sufficientea produrre, di qui a non molto, fino a quattro bombe atomiche.L'allarme rosso arriva dal capo dell'intelligence militare israeliana, generale Avi Kochavi, e riflette un'escalation di toni e ammonimenti, nei confronti del nemico pubblico numero uno iraniano, che lo Stato ebraico alimenta ormai con cadenza quotidiana. La tribuna, da alcuni giorni, è quella della Conferenza annuale internazionale di Herzliya (Nord di Tel Aviv) sui temi della sicurezza, dove Kochavi ha unito la sua voce al coro di denunce di uomini politici e analisti (israeliani, ma non solo) sul pericolo Iran.E dove il 2 febbraio, a chiusura dei lavori, il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha avvertito che «se le sanzioni falliranno, sarà necessario considerare la possibilità di agire» militarmente. Fra i paladini della prova di forza è spuntato a Herzliya pure James Woolsey, ex direttore della Cia e vecchio nostalgico della guerra fredda, pronto a giurare sull'inevitabilità della partecipazione Usa a un apocalittico bombardamento sull'Iran. E questo mentre, dalle colonne del Washington Post, l'editorialista David Ignatius si è spinto ad attribuire al capo del Pentagono, Leon Panetta, la sensazione che il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, possa aver già in mente lo scenario di un attacco limitato all'Iran fra aprile e giugno: prima dell'asserito punto di non ritorno, vale a dire l'avvio concreto dell'assemblaggio di una prima bomba H.BOMBE ATOMICHE, KOCHAVI NON HA DUBBI. Kochavi, da parte sua, si è attenuto a una relazione più tecnica e a quelli che ha definito «fatti provati»: «L'Iran sta vigorosamente perseguendo l'obiettivo di un potenziale militare nucleare e la comunità dei servizi d'intelligence concorda ormai con Israele su questo punto». Inoltre, stando alle stime in suo possesso, Teheran dispone già oggi di tonnellate di materiale fissile, inclusi 100 chili di uranio arricchito al 20% sufficienti sulla carta a imbottire, nel giro di un anno, quattro bombe atomiche.Ad aggiungere minaccia alla minaccia, Kochavi ha evocato lo spettro dei 200 mila missili in possesso dei nemici dello Stato ebraico (dall'Iran alla Siria, dai palestinesi di Hamas alle milizie sciite di Hezbollah, accusate d'aver trasformato in deposito di ordigni «una casa ogni 10 nel Sud del Libano»): tutti capaci di centrare città israeliane.PER YALOON, L'IRAN RAPPRESENTA UN INCUBO. Un contesto che, a giudizio di un altro oratore di Herzliya, il vicepremier ed ex capo di stato maggiore Moshé Yaalon, dovrebbe indurre l'Occidente almeno a fare la faccia feroce. Secondo Yaalon, un Iran nucleare rappresenterebbe «un incubo per il mondo libero».Ma la Repubblica Islamica può ancora essere messa all'angolo a patto di renderla consapevole del fatto che «qualsiasi installazione militare» non è al riparo di un' eventuale opzione bellica. «L'Occidente ha la capacità di attaccare, ma fin quando non si mostrerà determinato a farlo (in caso di necessità) gli iraniani continueranno con i loro trucchi», ha incalzato Yaalon, avvertendo che «al momento Teheran non vede questa determinazione: sia su un'opzione militare, sia nell'attuazione delle sanzioni». Perché le cose cambino, ha ammesso, «si deve d'altronde convincere anche Cina, Russia e Turchia» a non aggirare l'embargo. E si deve provare a farlo adesso. La cancelliera Angela Merkel la considera fra le priorità di una visita in corso a Pechino. Ma l'impresa pare ardua. E nella percezione israeliana assomiglia molto a un'ultima chance.