Il Blog del Mar

ANCHE TU PAGHI “BALENA BIANCA”


Di Chiara Manfredini Non è uno scherzo, anche se preferiremmo lo fosse, “Balena Bianca” è il nome di uno dei tanti giornali politici sconosciuti creati ad arte dai partiti per ricevere finanziamenti dallo Stato. La ricetta è semplicissima e il guadagno è assicurato senza nessuno sforzo e nessuno rischio: tipografia “amica” a prezzo scontato, giovani collaboratori non retribuiti pieni di speranze, zero spese di distribuzione e il gioco è fatto. E i nostri soldi se ne vanno tra le pagine piegate di decine di giornali nati per non esistere, espedienti di una politica parassitaria che succhia risorse a quello stesso Stato che dovrebbe amministrare su mandato dei cittadini.  E questo è soltanto uno dei tanti “mezzucci” studiati dai politici per fare soldi: basti pensare che la maggiore fonte di sostentamento dei partiti, pari quasi all’80%, proviene dai rimborsi elettorali, che - attenzione - non dipendono dalle spese effettivamente compiute. Quindi, se un partito riceve 15 per le regionali e ne spende soltanto 10 s’intasca “beatamente” i restanti 5. Senza nessuna logica, come nel caso dei giornaletti di partito, con l’unico obiettivo di rimpinzarsi di soldi. Direi che è un vero affare fondare un partito, rubinetti dello Stato sempre aperti, sgravi fiscali, sedi in palazzi prestigiosi ed esclusivi e riviste per giocare a fare un po’ gli intellettuali. Ma tranquilli adesso ci pensa il ministro Giarda con la sua “spending review”. La spending che? Ci siamo chiesti in tanti. In pratica si tratta di una revisione delle spese dello Stato. E c’avevamo bisogno di un economista per capire che l’Italia non è più in grado di sostenere uscite di tale natura e consistenza? Ma insomma in quale modo sono giustificabili unità di spesa di queste entità, come è possibile, ad esempio  che il Ministero dell’Interno, deputato a compiti di importanza strategica per il nostro Paese, continui a pagare migliaia di euro per l’affitto di commissariati le cui sedi sono state già da tempo individuate in edifici pubblici non occupati? Parliamo di cifre importanti alle quali si sommano anche le morosità accumulate, a causa dell’insolvenza dello Stato. Si fa un gran parlare di dismissioni ma anche qui bisogna stare attenti non possiamo svendere ai privati il patrimonio immobiliare pubblico. Come nel caso della Caserma Miale di Foggia, un immobile del valore di circa venti milioni di euro venduto a tredici ad un gruppo bancario, sul quale, per non farsi mancare nulla lo Stato ha addirittura continuato a pagare un contratto di locazione molto oneroso (circa un milione di euro), per una scuola di Polizia chiusa perché "troppo costosa" dopo due anni. In pratica abbiamo continuato a pagare una cifra folle per una struttura che non utilizzavamo.  E i politici hanno anche il coraggio di venirci a dire che i tagli ai costi della politica, agli sprechi e ai loro privilegi non sarebbero risolutivi? E’ vero fino ad un certo punto e non si tratta soltanto di un doveroso atto simbolico da parte della nostra classe dirigente in un momento storico in cui a tutti è richiesto uno sforzo, ma si tratta di un atto pratico, doveroso, mediante il quale rivedere l’intera organizzazione amministrativa dello Stato, il modo in cui si spende e perché, razionalizzare le uscite sulla base delle reali necessità e contenere i costi come si fa in una qualsiasi azienda che vuole sopravvivere sul mercato.  Penso che la spinta riformista di questo governo non possa fermarsi al mercato del lavoro e alle riforme economiche senza affrontare il problema politico dei tagli e degli sprechi della casta. Ma ho i miei dubbi che questo avvenga in quanto “tecnici” e “professori” di questo governo hanno ampiamente spiegato che non negheranno il proprio supporto ad una riforma della politica, specificando però che è il Parlamento a dover fare una legge. E allora come si dice “aspetta e spera che poi si avvera”, prima che questi decideranno di togliersi due spicci dalle tasche sapete quante balene bianche ancora ci toccherà di pagare…..?!