Il Blog del Mar

MAFIA - AL QAEDA: GEMELLI DEL TERRORE


Di Chiara ManfrediniLa commissione parlamentare antimafia il 20 febbraio 2008 afferma che: “la ‘ndrangheta ha una struttura tentacolare priva di direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica” e la paragona alla struttura del movimento terroristico islamico Al Qaeda. In questi anni sono tante le inchieste che rafforzano questa analogia a partire dai 23 arresti eseguiti due giorni fa dalla Dda di Napoli a seguito della scoperta di un ingente traffico di stupefacenti, che dalla Spagna giungeva a Marano di Napoli passando per Spagna e Polonia, vicenda che vede coinvolti in veste di acquirenti i clan Nuvoletta e Polverino e sulla quale si allunga l’ombra di Al Qaeda. Figura centrale del traffico, infatti, e’ il maghrebino Rachid Echemlali Rahmani, arrestato a Malaga: secondo gli investigatori ci sarebbero riscontri documentali che lo legano ad almeno un esponente di Al Qaeda coinvolto nell’attentato alla metropolitana di Madrid dell’11 marzo 2004. Patto anche tra i Casalesi e Al Qaeda per uccidere i pm antimafia: una cellula di terroristi avrebbe trovato asilo nel casertano ma in cambio avrebbe dovuto uccidere i magistrati autori delle indagini che misero in ginocchio il clan. A rivelare gli intenti di Schiavone jr è stato il collaboratore di giustizia, Roberto Vargas.Ma i segnali non finiscono qui. Il 14 febbraio "Il fatto quotidiano" titolava "Traffico di armi da Ravenna verso la Somalia. La Dna: servivano per gruppi di Al Qaeda". La relazione della Direzione Nazionale Antimafia datata dicembre 2011 che prende in analisi i fenomeni criminali registrati tra il 1 luglio 2010 e lo scorso 30 giugno parla di migranti scoperti nei rimorchi di una nave, passeur per viaggi verso il Nord Europa e riti woodoo. Ma soprattutto si rileva traffico di materiale bellico verso la Somalia che, in base alle ipotesi investigative, andrebbe a favorire gruppi armati ritenuti vicini ai fondamentalisti di Al Qaeda. Il 12 febbraio e' stato diffuso il contenuto della fatwa emessa nelle scorse settimane sul sito jihadista Mimbar Al-Tawhid wal-Jihad, appartenente all'ideologo salafita Abu Muhammad Al Maqdisi e resa nota in un rapporto dell'International Institute for Counter-Terrorism di Herzliya, in Israele, secondo il quale per un mujahiddin è lecito comprare armi dalla mafia o da altre organizzazioni criminali, ma non è possibile stipulare alleanze, se i mafiosi sono degli "infedeli". Nel caso i mafiosi siano invece di fede musulmana, è allora consentito accettare il loro aiuto.  Sempre più simili anche nelle modalità mafia e Al Qaeda, sembra che i terroristi abbiano iniziato a chiedere il pizzo ai commercianti della citta' di Mosul. Lo fa sapere il governatore Athil al-Najafi della provincia di Ninive, che ha dichiarato al giornale arabo "Al-Sharq al-Awsat" che "una formazione armata della zona, legata ad Al Qaeda, chiede il pagamento di somme di denaro ai commercianti della citta' per sostituire i tradizionali canali di finanziamento usati in passato"; canali che sono venuti meno con la fine del regime di Saddam Hussein. Nella città irachena sono recentemente aumentati gli episodi di violenza e gli attentati. Per prevenire ritorsioni si pensa che la maggioranza dei commercianti abbiano iniziato a pagare regolarmente il pizzo ai terroristi.Un'alleanza criminale e strategica tutt'altro che recente se si pensa che secondo alcune indiscrezioni risalenti all’aprile del 2006 Al Qaeda sarebbe stata in contatto dal 1977 al 2002 con ambienti mafiosi italiani, avrebbero contrabbandato insieme uranio arricchito dalla Georgia all'Italia e poi di nuovo dal Congo all’Italia. Sono queste alcune delle affermazioni - che avrebbero confermato le intuizioni dell’ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna - rese da Hamid Mir, ritenuto biografo ufficiale di Bin Laden e pubblicate allora dal settimanale Left. Sembra che l'intento fosse quello di usare l'uranio per costruire una bomba sporca, ma le organizzazioni criminali italiane sembra fossero state contattate anche per trasportare il combustibile a Londra e Parigi.Analizzando in profondità la questione ci accorgiamo che piu' di un caratteristica accomuna le organizzazioni criminali italiane - mafia, 'ndrangheta, camorra - e il terrorismo di matrice islamica. La tendenziale estraneità e ostilità allo Stato favorita da una fragilita' politica e ideologica. L'attacco a sorpresa. Molte volte la mafia ha iniziato le ostilita' perpetrando eclatanti imboscate. La paura. La paura ossessiva e paralizzante quella che rende le istituzioni distratte o complici, quella che costringe la gente a voltarsi dall’altra parte, la paura come genesi dell'omertà. I testi sacri. Le mafie secondo Hobsbawn e Ranger non si limitano ad esercitare un grande potere ma hanno inventato una tradizione che le possa in qualche modo giustificare. Non è un caso se Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo fossero immersi nella lettura di testi sacri o nella redazione di cataloghi del “perfetto mafioso”: essi si muovevano nella convinzione che il sistema criminale potesse reggere a condizione che non venisse alterata la sua natura più profonda di potere dall’alto e che non fosse quindi disconosciuto il suo ruolo di coesione verticale per vasti strati sociali.E' sempre la commissione antimafia a ricordarci che la mafia non e' statica ne' nelle modalita' ne' tantomeno nella ricerca dei profitti. Parliamo di un'organizzazione capace di far coesistere con efficacia una dimensione tribale con un’attitudine moderna, tanto da diventare l’organizzazione malavitosa più forte, più ricca e capace di adattarsi alla globalizzazione di uomini e capitali grazie al controllo ormai mondiale sul traffico della cocaina; la droga dei ricchi che diventa sempre più diffusa anche tra le fasce medie.Attenzione "ramificata  come al Qaeda e globalizzata come una catena di fast food": questo e' l'identikit tracciato dalla commissione antimafia.