Il Blog del Mar

IL POTERE TRA REPUTAZIONE E INFORMAZIONE


 Di Chiara ManfrediniNella Bibbia c'e' scritto: “La buona reputazione è da preferirsi alle molte ricchezze; e la stima, all’argento e all’oro.” Pensiamo a quale danno può costituire per chiunque il perderla giustamente o ingiustamente. Accade di continuo che qualcuno che se lo meriti o non se lo meriti la perda e che qualcuno che se lo meriti o non se lo meriti l'acquisti. Anche in quei casi in cui la trasmissione della reputazione avviene per cooptazione il processo di acquisizione e' piu lungo di quello della sua perdita, di solito fulmineo e in alcuni casi devastante. Pensiamo anche alla semiotica del linguaggio, si parla di "acquisizione di reputazione" al pari di un prodotto. Proprio per questa sua natura preziosissima la reputazione ha uno specifico valore economico e politico, in quanto misura quanto vale un uomo, un partito, un'entita', una fondazione, nel mercato sociale, allo stesso modo in cui un prodotto vale nel mercato di riferimento. Il valore globale di una qualsiasi entità, infatti, dipende dall'immagine che gli altri anno della stessa (pensiamo a S&P), così come il successo di un prodotto si misura attraverso l'immagine del marchio. Pensate, dunque, a quanto potere possiede chi ha in mano la reputazione di altri o meglio le variabili da cui dipende la reputazione di altri e cioe' le informazioni. Sostanza prima degli apparati di sicurezza nazionali e transnazionali, intorno alle informazioni si combattono guerre, si contrasta il terrorismo, si analizza il dissenso politico, si sviluppa l'intero dibattito politico ed economico di uno Stato. Le informazioni sono una delle armi piu potenti a disposizione dell'umanita' e l'era della globalizzazione, l'avvento di Internet e la digitalizzazione ne hanno incrementato ulteriormente la forza potenziandone capillarita' e reperibilita'. Il loro valore strategico e' rivelato anche dall'uso che ne fanno i regimi dittatoriali. Il flusso di informazioni interne ed esterne e' la prima cosa di cui assumono il controllo, per impedirlo e manipolarlo, attraverso gravi limitazioni delle liberta' personali E' quanto sta avvenendo in Iran dove il regime spia la popolazione anche attraverso la rete. Perche' proprio le informazioni, sempre a braccetto con la reputazione, ne potrebbero costituire la salvezza, attraverso lo smascheramento di un regime teocratico, violento ed omicida e la legittimazione pubblica di un intervento internazionale di forza.E' evidente che come nel caso delle merci il cui prezzo non sempre rispecchia la qualita' del prodotto anche la reputazione percepita non necessariamente corrisponde al valore reale della persona o dell'entita' di cui e' espressione, infatti può essere anche artificiosa, costruita ad arte per specifici obiettivi. Così come si possono mascherare bilanci e vendere titoli tossici, allo stesso modo si puo' costruire una reputazione e così come la si puo' creare la si puo' anche distruggere. Ovviamente un'informazione tanto piu e' segreta e riservata e tanto più e' efficace, quindi vale, così come le merci tanto più sono rare e poco reperibili tanto più il loro prezzo aumenta.Pensate all'importanza delle informazioni in un'azienda o in una qualsiasi struttura economica che ha come obiettivo il profitto. Pensate quale vantaggio competitivo possono rappresentare le informazioni sulla concorrenza (prezzi, lancio di nuovi prodotti, struttura manageriale), le informazioni sul personale (aspirazioni individuali, attitudini, assenteismo), le informazioni sui fornitori (buoni o cattivi pagatori). Pensate ai partiti politici, al Vaticano e a tutti i centri di potere; le "trame oscure" di cui tanto si parla in questi mesi ruotano tutte intorno alle informazioni e al tentativo di accaparrarsele per poterle utilizzare a proprio favore o a discapito di qualcun'altro: informazioni sullo stato di indagini giudiziarie in corso, su scalate bancarie, su operazioni economiche, su nomine e incarichi e il conseguente utilizzo dei mezzi di comunicazione come cassa di risonanza per diffonderne una parte celandone un'altra.Dunque abbiamo visto come reputazione e informazione sono strettamente collegate, l'una sostanzia l'altra in un rapporto di inscindibile continuità e la realtà stessa e' costruita e fruita attraverso questo binomio. Il processo di acquisizione e produzione di informazioni non si puo' fermare, l'unico modo per contenerlo e' produrne continuamente di nuove, attraverso la controinformazione, in un flusso incessante e costante di verita' parziali e autolimitantesi che ci restituiscono la realta'. Wiston Churcill diceva: "Meglio fare le notizie che riceverle; meglio essere un attore che un critico".