Frammenti di...

Israele deve pagare.


da PeaceReporter.netL'esercito paga i danniLa Corte Suprema israeliana ripristina i risarcimenti per le vittime civili palestinesiLa Corte Suprema israeliana, questa mattina, ha deliberato che lo Stato dovrà pagare ai civili palestinesi indennizzi per i danni loro causati dall’esercito israeliano nel corso di operazioni nei Territori Occupati. Il rispetto dei civili. Una decisione che riduce il campo di applicazione di una legge, la cosiddetta Intifada Law, approvata dalla Knesset (il parlamento israeliano) nel 2005. Questa legge identificava gran parte della Cisgiordania e della Striscia di Gaza come ‘zone di conflitto’, mettendo al riparo l’Idf (la sigla che indica l’esercito israeliano) dal dover rispondere di eventuali danni arrecati a civili, proprio perché avvenuti in zona di combattimenti. La decisione venne presa dopo l’inizio della Seconda Intifada, a settembre del 2000, quando l’escalation della violenza comportò un aumento esponenziale delle incursioni israeliane nei Territori. Ne derivò, per tutto questo periodo, una serie di episodi per i quali i civili palestinesi chiedevano risarcimenti. Il governo israeliano decise allora di tutelarsi da onerosi compensi, mettendo al riparo le sue truppe e allargando a dismisura l’area delle operazioni belliche. La Corte Suprema ha deciso inoltre che la limitazione della Intifada Law abbia decorrenza immediata ed effetto retroattivo. Questo aspetto potrebbe portare, nel giro di pochi mesi, a un numero impressionante di richieste di risarcimento danni al governo d’Israele.Una porta aperta. Il parere della Corte Suprema è stato richiesto da un cartello di nove organizzazioni non governative che si battono per il rispetto dei diritti umani dei palestinesi, riunite sotto la sigla Adalah, i cui esponenti si sono dichiarati molto soddisfatti della sentenza che, secondo loro, “colpisce la legge profondamente razzista votata dal Parlamento israeliano lo scorso anno”. L’opinione pubblica israeliana è invece spaccata sul giudizio da dare di questa sentenza: per Haim Oron del partito Meretz, la sinistra israeliana, “la delibera della Corte Suprema cancella una decisione vergognosa del Parlamento”, mentre Michael Eitan, del Likud, ha chiesto alla Knesset di rimandare l’attuazione della decisione della Corte Suprema, per “impedire che paralizzi le attività dei servizi di sicurezza nel proteggere il Paese”, nonostante la decisione della Corte non preveda risarcimenti economici per danni causati dall’Idf in operazioni belliche contro, come specifica il testo, “cittadini di stati nemici o membri di organizzazioni terroristiche”. Le polemiche suscitate in Israele da questa decisione potrebbero essere solo il preludio di quelle che riguarderanno una due temi che la giustizia israeliana si troverà ad affrontare questa settimana: una petizione popolare per chiedere la fine degli ‘omicidi mirati’ di dirigenti palestinesi nei Territori Occupati, e la riduzione della cosiddetta ‘zona di sicurezza’, che l’Idf ha mantenuto tutt’attorno alla Striscia di Gaza dopo il ritiro dell’agosto 2005.Christian Elia