Frammenti di...

RCCR


Ristabilito Contatto Con la Realtà. 1° atto. Eccomi qua di ritorno dopo un viaggio di 25 giorni alla scoperta del grande Messico, viaggio che si è articolato dal "de efe", nome comunemente utilizzato dai messicani per riferirsi a Città del Messico, fino a Tulum, e Isla Mujeres, sulla costa caraibica. Doveroso il passaggio, nella fase centrale del viaggio, in Chiapas, dove ho potuto apprezzare le migliori tortillas messicane fatte in casa nel villaggio di San Juan Chamula. E poi San Cristobal, dove si respira un clima disteso e sereno e dove i maya dei paesi vicini si recano a vendere i propri prodotti artigianali. Ma andiamo con ordine: El de efe è impressionante. Nessuno ormai sa più quanti siano gli abitanti della città più grande e popolosa del mondo. Una città che all'inizio ti stordisce: lo Zocalo gigantesco dove si erge una cattedrale imponente sorta sulle rovine del Templo Mayor azteco. E poi c'è la gente...tanta colorata, rumorosissima; migliaia di messicani che di buon mattino si alzano per andare a lavorare in centro, allestendo una miriade di bancarelle che vendono di tutto: tortillas, hot dog, cocktail di frutta, bevande, vestiti, polli, galline, strumenti musicali, artigianato...l'occhio ed il cervello desiderosi di un pò di calma mi spingono ad entrare nella cattedrale; un tripudio di altari d'oro marmi, una ricchezza estrema, l'immagine di una chiesa che per affermarsi sui culti indigeni ha usato il fasto contrapponendolo alla povertà. Ma la città è strana. A fronte del caos dei quartieri centrali ci sono zone di calma assoluta come Xcochimilco dove ritroviamo la dimensione umana nel mercato locale, e soprattutto grazie ad una rilassante gita fra i canali che si diramano all'interno della città ormai inglobata all'interno della capitale. E poi Coyoacan, regno di Frida Kalo e Diego Rivera, altra isola di pace all'interno del de efe. Ogni giorno nello Zocalo c'è qualcuno che manifesta, in gran parte contro il Governo di destra di Calderòn. Manifestazioni anche a Puebla, città di 2 mln di abitanti a sud-est del DF, molto carina e tranquilla, affatto caotica in quanto l'architettura locale non si è fortunatamente assoggettata alle urbanizzazioni selvagge occidentali, mantenendo tutte abitazioni a 2 - 3 piani. Dopo aver gustato il Chiles en Nogada (Peperone verde ripieno di formaggio ricoperto da panna, melograno e prezzemolo) piatto tradizionale che ha dato i colori alla bandiera messicana, si parte alla volta di Oaxaca al centro di proteste contro la festa tradizionale della guelaguetza. Lo scorso anno durante le manifestazioni sono morte decine di persone, dopo aver visto la preziosa cittadina pensiamo bene di partire alla volta di Puerto Escondido, lasciandoci alle spalle le proteste scoppiate veementi di lì a 2 giorni. Ma il viaggio in seconda classe verso il Pacifico si sarebbe rivelato preso a dir poco avventuroso...continua...