Frammenti di...

COMANDANTE


Sono passati quarant'anni da quel maledetto 9 ottobre in cui Ernesto Guevara de la Serna cadde in Bolivia, facendo disperare chi in lui credeva, chi vedeva in lui il simbolo della libertà, della supremazia dei popoli sui tiranni. Chi pensava che il personaggio Guevara sarebbe stato dimenticato con la sua morte, si è sbagliato di grosso; e non solo perchè oggi l'immagine del "CHE" ritratto dal fotografo Alberto Korda, campeggia su manifesti, magliette e gadgets di ogni genere, masoprattutto perchè il suo insegnamnento ha fatto breccia nei cuori di molti pensatori, di molti studosi, e del popolo. Non so se Ernesto Guevara avrebbe visto di buon occhio il merchandising che viene fatto sfruttando la sua immagine, e non so nemmeno se sarebbe contento della situazone a Cuba oggi. Ma lui già aveva capito che la sua vita non poteva essere da capo di stato in doppiopetto ma doveva essere sempre legata alla prima linea, alla lotta alla libertà. El Che vive non semplicemente perchè raffigurato sulle magliette di milioni di giovani, ma proprio perchè ha dedicato la sua vita agli altri, ai più deboli, ha lanciato un messaggio di libertà, di speranza; uno così era scomodo, andava eliminato, meno scomodo era il suo compagno Castro che, una volta preso il potere a Cuba, è rimasto lì senza andare ad "infastidire nessun altro..."Ho tanti fratelli che non riesco a contarli e una sorella bellissima che si chiama libertà".