Frammenti di...

Lavoro: la guerra continua.


La guerra continua; gli operai continuano a morire. Oggi è il giorno dei funerali dei quettro operai che sono morti a Torino la settimana scorsa: Bruno Santino, Roberto Scola, Angelo Laurino, Antonio Schiavone, le loro vite spezzate, le loro famiglie distrutte, i loro figli costretti a crescere senza il padre, traumatizzati per sempre. E poi ci sono gli altri tre ragazzi che versano in condizioni disperate, Rocco Marzo Giuseppe de Masi e Rosario Rodinò, la cui vita è appesa ad un filo, ed in ogni caso sarà segnata inevitabilmente. Ma la vita continua, il lavoro va avanti e con esso anche la lista delle morti "bianche". Anche ieri è stata una giornata di lavoro e morte a Milano e Roma;Un operaio romeno è morto ieri cadendo da un'impalcatura, da un altezza di circa sette metri, in un cantiere di Torvajanica, a pochi chilometri da Roma. L'operaio morto è Lazar Costel, 29 anni. Era al lavoro in un cantiere edile, dove una ditta di Pomezia, la Polis, sta realizzando delle palazzine. Il titolare della Polis lo scorso anno era stato denunciato per omicidio colposo e inosservanza delle norme di sicurezza sul lavoro dopo che il 23 ottobre un operaio di Ardea, padre di due figli, era morto travolto dal crollo di un soffitto di due palazzine in costruzione. La storia che tristemente si ripete...Un operaio di 57 anni è morto a Milano dopo la caduta dal quinto piano di una casa dell'Aler. Antonio Piromalli, questo il nome della vittima, lavorava per conto di una ditta privata impegnata in lavori di ristrutturazione, e molto probabilmente gli standard minimi di sicurezza non sono stati rispettati.  Altri due morti quindi che portano a 997 il numero delle vittime dall'inizio dell'anno, un dato che dovrebbe far riflettere ma che lascia sempre il tempo che trova...E mentre a Torino va in scena la rabbia, il dolore, l'indignazione per la morte dei ragazzi della ThyssenKrupp, nei cantieri e nelle fabbriche italiane si continua a morire, con la beffa dei controlli che avvengono sempre postumi, quando ormai non ce n'è più bisogno, quando la morte ha dimostrato l'inadeguatezza degli impianti, delle organizzazioni, della sicurezza.