Frammenti di...

Israele "violenta" le donne Falashà.


Tratto da La Repubblica del 7 gennaio 2008 "Anticoncezionali ai Falashà, bufera in Israele". di Alberto MattoneMinacciati da carestie e dalle repressioni del governo etiope nel 1977-1979, i Falashà, una popolazione di origine etiope e religione ebraica, furono costretti ad emigrare verso il Sudan, il cui governo musulmano fu però ostile nei loro confronti. A quel punto il governo di Israele decise di trasportarli nel proprio paese attraverso ponte aereo: una deportazione a fin di bene che però si sta rivelando oggi un dramma. Dagli anni '80 fino al 1991 si susseguirono tre trasferimenti denominati Mosè, Saba e Salomone, grazie ai quali 90.000 Falashà giunsero in Israele sfuggendo alle violenze subite nel proprio paese.  Erano gli ebrei più prolifici di Israele, ma da qualche anno i Falashà quasi non fanno più figli. Ciò è dovuto alla politica di contraccezione di massa decisa dal governo Israeliano per porre un freno alle nascite di ebrei neri. La tecnica è una vera e propria violenza sulle donne, alle quali viene proposta un'iniezione di "Depo-Provera", un anticoncezionale che dura tre mesi e che ha determinato il radicale calo delle nascite di bimbi Falashà. La decisione è stata presa dal governo israeliano per per limitare i costi del Welfare. Molti Falashà, infatti, sono disoccupati, anziani e bambini da assistere. "Sono CENTINAIA LE DONNE CHE RICEVONO QUESTA INIEZIONE — spiega a Yedioth Ahronoth Tuaba Fakada, medico che lavora in centro di "smistamento" dei falascià di Gerusalemme — ma NESSUNO SPIEGA LORO GLI EFFETTI COLLATERALI di questo contraccettivo: depressione, osteoporosi, aumento di peso, mal di testa".Nel quartiere di Pardes Katz, nella città di Beni Berak (vicino Tel Aviv), tra le CENTO FAMIGLIE etiopi, negli ultimi tre anni è nata SOLO UNA BAMBINA. "Quando siamo arrivati — spiega una donna — ci hanno detto che mantenere qui bambini è molto difficile. Poi, ci hanno proposto una medicina di cui non so nulla". Entmar Hillel, assistente sociale, racconta che "Agli uomini non viene detto che le mogli fanno l'iniezione e le donne non vengono informate che ci sono metodi alternativi come la pillola".Una violenza sulle donne e sui loro uomini, che, ignari della politica israeliana di "controllo" delle nascite, vedono diminuire il loro numero con il rischio futuro di estinzione per un popolo rifuitato dal loro paese d'origine, e da quello che venti anni fa lo aveva adottato con tanto affetto...(apparente?)