Frammenti di...

Radicali-Pd: matrimonio economico?


Il Pd non vuole fare una coalizione con troppi partiti. Se attraverso l'accordo raggiunto con la lista Di Pietro Veltroni si è assicurato una fetta di elettorato in crescita, anche sulla scia dell'appoggio, (di fatto, non ufficiale, per la comunanza di idee e battaglie), di Grillo e del suo movimento, lo stesso discorso non vale per i Radicali. Il partito di Pannella e della Bonino, si vede rifiutare la possiblità di correre con il simbolo storico dei Radicali, e si vede proporre l'ingresso nelle liste del Pd. Una proposta che però non piace ai Radicali. La Bonino avanza le sue richieste: "Se, così come a Di Pietro, il Pd si fosse aperto in coalizione alla lista Emma Bonino avremmo abbastanza tranquillamente raggiunto il 2 per cento, il che vuol dire 12 deputati e 3 senatori, vuol dire 5 milioni di rimborso elettorale/finanziamento pubblico, vuol dire una possibilità di voce autonoma nell'ambito della campagna elettorale televisiva, tutte cose che Di Pietro avrà, comunque vadano le elezioni».Richeste di natura meramente economico-poltronistiche. Ho sempre visto con rispetto il movimento Radicale, ho sostenuto e sono pronto a sostenere le campagne che promuove; francamente sono visibilmente nauseato dalla mercificazione di soldi e poltrone, unica vera ragione che sarà alla base di un accordo fra Radicali e Democratici. Non so come finirà ma se il mancato ingresso nel Pd sarà dovuto a pure ragioni economiche, senza valutazioni politico-sociali, sarà davvero una brutta fine.