Frammenti di...

De Mita non ci sta.


La politica delle candidature del Pd non piace a De Mita, che a 80 anni, dopo 11 legislature spalmate in 45 anni di vita parlamentare (che sicuramente hanno fruttato fior di quattrini), si ribella alla volontà di ringiovanimento della politica da parte del partito di Veltroni. Le liste del Pd, infatti, saranno formate per un terzo da donne, un altro terzo sarà indicato dal vertice romano del partito. Non potranno essere ricandidati coloro che hanno all'attivo tre legislature, anche se non complete. Le deroghe a quest'ultima norma saranno in tutto 32 e riguarderanno figure istituzionali come ministri, sottosegretari, il presidente del Senato, i segretari dei partiti fondatori. Non varrà la regola dei tre mandati per le parlamentari, perchè sono poche. Ma De Mita, ex democristiano, ha dalla sua molti elettori ed amministratori locali (irpini) che lo difendono a spada tratta, asserendo iperboliche e scarsamente convincenti tesi, come quella di Tino Iannuzzi, segretario regionale del Pd campano che afferma "il ruolo svolto da De Mita al servizio delle istituzioni è innegabile. La sua è una voce forte del cattolicesimo democratico di cui non si può fare a meno, anche perchè è profondamente radicato nel territorio. Proprio la valorizzazione delle sue radici darebbe più forza e credibilità alla linea dell'innovazione". Francamente mi sfugge il nesso logico fatto dal cervello di Iannuzzi.Ma De Mita non si da per vinto, non lascia la politica, anzi rilancia e probabilmente si candiderà con la Rosa Bianca di Tabacci. De Mita dimostra di essere il più classico esempio di attaccamento alla poltrona!P.S. Notasi la foto: non c'è che dire guardando il faccione di De Mita mi viene proprio in mente l'innovazione...