Frammenti di...

Iraq: soldati USA uccidono una bambina.


In guerra (ma non solo) ci sono notizie che devono essere categoricamente nascoste. E così, come non si sà nulla sulla situazione afghana, dove si continua a morire quotidianamente e i Taliban hanno ripreso il sopravvento in gran parte del paese, così da qualche tempo i media occidentali hanno oscurato l'Iraq, con i fallimenti targati Bush&Co. Fallimenti che hanno generato una guerra civile fra i diversi gruppi etnici iracheni e che ogni (santo) giorno mietono decine di vittime. Vittime innocenti, colpevoli di essere nati in un territorio ricco di quell'oro nero che tanti lutti sta adducendo agli iracheni. I militari americani e inglesi si sono macchiati di crimini impressionanti, su tutte le più eclatanti furono le torture nel carcere di Abu Ghraib, ma anche, fra l'altro, l'uccisione di Nicola Calipari. Ma tali notizie vengono date col contagocce e trapelano seguendo logiche giornalistiche dettate direttamente da governi ed eserciti impegnati nelle guerre. Qualche macroscopica notizia però, riesce a rompere la coltre di silenzio e censura, ed essere portata a conoscenza del mondo intero. Di oggi è la notizia che i soldati Usa impegnati in iraq per assicuare all'amministrazione Bush se non la vittoria, quantomeno il petrolio necessario per mandare avanti l'industria americana, bellica e non, hanno ucciso, per sbaglio, una bambina irachena, scambiata per una "donna sospetta che sembrava fare segni a qualcuno". E in questi casi è arcinoto che il militare americano ha l'imperativo categorico di sparare. Spara, uccide. Un'altra innocente vita è spezzata, e frutterà qualche barile in più...