Frammenti di...

I muri del silenzio.


Se dopo 30 anni ancora non si è fatta piena luce sul rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, la giustizia italiana non funziona. Ma più che la giustizia, più che i silenzi dei terroristi delle BR, esecutori materiali della strage di via Fani e dell'omicidio del presidente della DC, tuonano fragorosamente i silenzi di chi avrebbe potuto, con un solo gesto, salvare Moro, ma che non ha voluto farlo. E la mia accusa, oltre agli esecutori materiali, accusati da tutti, va a coloro che politicamente gestirono il sequesto, a quei dirigenti della DC che non capirono i contenuti degli scritti di Moro in prigionia, che non vollero trattare con le BR, e lo condannarono, di fatto, a morte. A 30 anni dal rapimento, i muri del silenzio non sono ancora crollati, i terroristi sono muti, i politici altrettanto, e le famiglie delle vittime non hanno ancora avuto giustizia. Il 16 marzo 1978 morirono sul lavoro Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, uomini della scorta di Moro. "Tante persone non sanno neanche chi ha ucciso i loro cari e questo non può essere tollerato" sostiene Agnese Moro, figlia di Aldo. "La verità credo che debba essere ancora ricostruita per tanti aspetti e credo che ognuno dovrebbe fare il proprio dovere dando la possibilità di studiare tutte le carte disponibili e avendo anche il desiderio che chi ha compiuto questi atti di terrorismo abbia la forza e l'onestà di dire come sono andate le cose effettivamente".