Frammenti di...

Mi vergogno di essere italiano (I).


Amo il mio Paese, la mia cultura, le mia radici. Amo l'Italia, terra di cultura, di arti, che da sempre si contraddistingue per ciò che esporta di buono nel mondo. Dalle arti alla cucina, dallo sport al'italian style, di cose di cui vantarsi ce ne sono molte. Negli ultimi decenni però abbiamo assistito ad un impoverimento del nostro paese. Attacchi continui alla cultura, da parte di molti governi (non solo di destra...), tagli di fondi a scuola e sanità pubbliche, spese per la ricerca sempre più basse, condizioni lavorative per i giovani in netto declino, precariato lavorativo e conseguentemente vitale. Poi ci sono gli immigrati. Una risorsa da spremere quando sono chiamati a lavorare, magari in nero, magari malpagati. Una scomodità e un capro espiatorio quando si deve avere il nemico pubblico numero 1. E allora mi vergogno per le scelte del governo di ghettizzare i bambini stranieri, farli andare a scuola separatamente dagli italiani, solo perchè non parlano bene la lingua e rallenterebbero le classi. Assurdo pensare ad una integrazione che passi da una ghettizzazione. Migliaia di universitari italiani vanno all'estero, per apprendere le lingue studiano o lavorano 6 mesi o un anno in Erasmus o in Leonardo immersi fra culture e tradizioni diverse, parlando anche malamente, all'inizio, la lingua del paese temporaneamente ospitante. Ma è così che si impara la lingua, vivendo fra madrelingua, con difficoltà iniziali ma con risultati che nessun corso di lingua potrà mai dare. E' l'esperienza sul campo. E invece il nostro governo di destra vuole ghettizzare bambini e ragazzi che non parlano bene l'italiano, mettendoli tutti insieme facendo loro un corso d'italiano ad hoc. peccato che poi tra loro e in famiglia parlano di certo la lingua d'origine, a scuola con i compagni parlano un italiano stentato senza avere la possibilità di ascoltare loro coetanei parlare correttamente, imparando da loro.