Frammenti di...

Mediaset? Un comitato elettorale.


A parlare non è il solito comunista, nemmeno un dipietrista, ma colui che ha fondato il TG5, per tredici anni direttore di quello che divenne in poco tempo il primo TG d'Italia.Enrico Mentana, licenziato da Matrix (trasmissione creata da lui) pubblica nel suo libro in uscita domani, anche una lettera - mai resa nota - che egli scrisse a Fedele Confalonieri la notte tra il 21 e il 22 aprile 2008, dopo una cena con i vertici di Mediaset e tutti i suoi direttori giornalistici, a una settimana dal trionfo elettorale di Berlusconi."La nostra cena si è conclusa da poche ore. Le dico francamente che è stato un errore invitarmi. Mi sono sentito davvero fuori posto. C'era tutta la prima linea dell'informazione, ma non ho sentito parlare di giornalismo neanche per un minuto. Sembrava una cena di Thanksgiving... Un giorno del ringraziamento elettorale. Tutti attorno a me avevano votato allo stesso modo, e ognuno sapeva che anche gli altri lo avevano fatto. Era scontato, così come il fatto di complimentarsi a vicenda per il contributo dato a questo buon fine... Non mi sento più di casa in un gruppo che sembra un comitato elettorale, dove tutti ormai la pensano allo stesso modo, e del resto sono stati messi al loro posto proprio per questo... Mi aiuti a uscire, presidente! Lo farò in punta di piedi".Il suo desiderio non fu esaudito subito e la sua uscita non fu in punta di piedi, ma col botto.E col botto interviene in piena campagna elettorale, con l'uscita del suo libro, con le confessioni di un esule mediatico, alla stregua di Biagi-Santoro-Luttazzi se non peggio. Dopo aver lavorato con passione e dedizione a Mediaset, non pensandola politicamente come il proprietario e molti (tutti, ascoltando le parole di Mantana) giornalisti del biscione.