Il 23 marzo 1944 in un’azione di guerra a Roma in via Rasella, un gruppo di partigiani dei Gap(gruppi d'azione patriottica) uccideva 33 soldati del battaglione Bozen e ne feriva 38. Accuratamente preparata, l’azione colpiva uno dei battaglioni specializzati in azioni di rappresaglia e faceva seguito a una serie di massacri perpetrati nei mesi precedenti dai tedeschi nelle zone intorno alla capitale ai danni di persone innocenti, spesso donne, vecchi e bambini: 18 vittime a Canale Monterano, 32 a Saturnia, 14 a Blera, 40 a San Martino, 14 a Velletri ecc.La fucilazione di civili innocenti fu ordinata personalmente da Hitler. dovevano essere uccisi dieci italiani per ogni soldato tedesco caduto. L'eccidio avvenne il giorno seguente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, già responsabile del rastrellamento del Ghetto ebraico nell'ottobre del 1943 e delle torture contro i partigiani detenuti nel carcere di via Tasso, coadiuvato dal capitano Priebke: 335 uomini furono uccisi alle fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso. Ma i prigionieri non erano abbastanza, ne mancavano cinquanta e questi furono scelti dal questore Caruso che non si oppose all'infame richiesta. Sono passati 62 anni ma il ricordo per quelle innocenti vittime rimane ancora vivo.
L'eccidio delle fosse Ardeatine.24.03.1944
Il 23 marzo 1944 in un’azione di guerra a Roma in via Rasella, un gruppo di partigiani dei Gap(gruppi d'azione patriottica) uccideva 33 soldati del battaglione Bozen e ne feriva 38. Accuratamente preparata, l’azione colpiva uno dei battaglioni specializzati in azioni di rappresaglia e faceva seguito a una serie di massacri perpetrati nei mesi precedenti dai tedeschi nelle zone intorno alla capitale ai danni di persone innocenti, spesso donne, vecchi e bambini: 18 vittime a Canale Monterano, 32 a Saturnia, 14 a Blera, 40 a San Martino, 14 a Velletri ecc.La fucilazione di civili innocenti fu ordinata personalmente da Hitler. dovevano essere uccisi dieci italiani per ogni soldato tedesco caduto. L'eccidio avvenne il giorno seguente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, già responsabile del rastrellamento del Ghetto ebraico nell'ottobre del 1943 e delle torture contro i partigiani detenuti nel carcere di via Tasso, coadiuvato dal capitano Priebke: 335 uomini furono uccisi alle fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso. Ma i prigionieri non erano abbastanza, ne mancavano cinquanta e questi furono scelti dal questore Caruso che non si oppose all'infame richiesta. Sono passati 62 anni ma il ricordo per quelle innocenti vittime rimane ancora vivo.