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IO: MANIFESTO.

Post n°19 pubblicato il 22 Maggio 2011 da ilmassimo76
 

 

Noi siamo gente comune. Siamo come te: persone che si alzano ogni mattina per studiare, lavorare o per trovare lavoro, persone che hanno famiglia e amici. Persone che lavorano duramente ogni giorno per vivere e dare un futuro migliore per chi li circonda. 

Alcuni di noi si ritengono progressisti, altri  conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni hanno un'ideologia ben definita; apolitica altri ... Però noi tutti siamo preoccupati e indignati per lo sviluppo politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Attraverso la corruzione di politici, imprenditori, banchieri ... Nel senso di impotenza della gente comune. 

Questo ci fa male a tutti ogni giorno. Ma se siamo tutti uniti, possiamo cambiare.É tempo di muoversi, il tempo per costruire insieme una società migliore. Pertanto fortemente sostengono che: 

Le priorità di qualsiasi società avanzata deve essere l'uguaglianza, il progresso, la solidarietà, la libertà di accesso alla cultura, la sostenibilità ecologica e lo sviluppo, il benessere e la felicità delle Persone. 

Ci sono diritti fondamentali che dovrebbero essere coperti in queste società: il diritto alla casa, all'occupazione, cultura, sanità, istruzione, partecipazione politica, libero sviluppo personale, e dei diritti di consumo dei beni necessari per una vita sana e felice. 

L'attuale funzionamento del nostro sistema di governo e economico non  riesce ad affrontare queste priorità e costituisce un ostacolo al progresso umano. 

La democrazia è del popolo (demos = popolo, crazia = governo) per tanto il governo dovrebbe essere del popolo. Tuttavia, in questo paese la maggior parte della classe politica nemmeno ci ascolta. Le sue funzioni dovrebbe essere quello di portare la nostra voce alle istituzioni, facilitando la partecipazione politica dei cittadini attraverso i canali diretti che offrono i maggiori vantaggi per la società in generale, non per arricchirsi e prosperare a nostre spese, frequentando solo i dettami della maggiori potenze economiche e aggrappandosi al potere attraverso una dittatura guidata dal (PPSOE)  immobile acronimo partitocrática. 

L'accumulo di potere in poche Persone crea disparità, tensione e ingiustizia, che porta alla violenza che noi ripudiamo. L'obsoleto e l'innaturale modello economico blocca la macchina sociale portandola in una spirale che consuma se stassa arricchendo pochi e fa precipitare nella povertà la scarsità; nell'ignoranza le persone. Fino al crollo. 

La volontà e lo scopo del sistema è l'accumulo di denaro posto al di sopra dell'efficienza e il benessere della società. Spreco di risorse, distrugge il pianeta, creando disoccupazione e dei consumatori infelice. 

I cittadini sono parte di ingranaggio di una macchina progettata per arricchire una minoranza che non conosce i nostri bisogni.  Siamo anonimi, ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, siamo noi che muoviamo il mondo. 

Se come società impariamo a non fidarci delle promesse di una astratta economia che mai è a beneficio della maggioranza, potremmo eliminare gli abusi e carenze che tutti soffriamo. 

È necessaria una rivoluzione etica. Abbiamo messo i soldi al di sopra dell'essere umano e dobbiamo metterlo al nostro servizio. Siamo Persone, non prodotti sul mercato. Io non sono solo quello che compro, perché lo compro e a chi lo compro. 

 

Per tutto quanto, io sono indignato. 

Penso di poter cambiare. 

Penso di poter aiutare. 

So che insieme possiamo. 

Uscire con noi. É vostro diritto. 

 

 

io sono

io manifesto

 

 
 
 

Tutto é possibile, l'importante é crederci.

Post n°18 pubblicato il 27 Marzo 2011 da ilmassimo76

 
 
 

Una proposta

Post n°16 pubblicato il 22 Marzo 2011 da ilmassimo76

 

Ciao ragazzi

grazie per essere qui!

Sarò veloce, se riesco, così vi rubo poco tempo. 

Per ciascuno di noi sbarazzarsi di un libro di testo 

che si è conservato per anni potrebbe essere quasi traumatico,

 un vero sacrificio. Sconfortante, poi, l'idea di contattare 

un corriere e affidargli qualcosa che potrebbe finire 

direttamente nel cestino senza nemmeno essere rispedita 

al mittente in caso di mancata consegna. Dunque. Che ne dite 

di dare una rivisitazione digitale all'iniziativa? Come? 

Le possibilità sono tante e dipendono dalle nostre possibilità 

in termini di tempo, contesti, immaginazione.

La via più meno creativa, non foss'altro che perché è la prima 

che mi è venuta in mente, è forse quella di cercare nel catalogo 

unico delle Biblioteche italiane online, 

http://www.sbn.it/ 

il titolo e la collocazione di un testo che ciascuno di noi 

vuole regalare ai politici, lo stesso per tutti, uno per ciascuno, 

per i deputati ma anche per il proprio sindaco e per la giunta 

comunale della propria città, perché no. Ditemi voi, in proposito, 

se vi va. Quando scrivo “collocazione” mi riferisco all'indirizzo 

fisico del libro. Ho già verificato che i testi scolastici in 

dotazione alle medie ed alle elementari che ho trovato io in rete 

non sono spesso reperibili sul catalogo sucitato, ma qualcuno c'è. 

Ve ne segnalo uno per tutti. E' di storia ed educazione civica. 

Se volete, a livello simbolico potremmo suggerire tutti questo, 

ad esempio

http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=iccu&select_db=iccu&nentries=1&from=35&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&do=search_show_cmd&rpnlabel=+Titolo+%3D+storia+ed+educazione+&rpnquery=%40attrset+bib-1++%40attr+1%3D4+%40attr+4%3D2+%22storia+educazione%22&totalResult=1410&ricerca=base&fname=none&brief=brief.

Quando scrivo regalare intendo, semplicemente, 

consigliare a mezzo link tramite una mail p un 

messaggio in bacheca, un video ironico, un adiofile 

(quello che volete).

Se non ci piace questa strada delle biblioteche 

possiamo cercare altro online. Mi hanno segnalato oggi:

 http://ehibook.corriere.it/2011/03/lo_statuto_albertino_la_costit.html 

questo ebook sulla costituzione (che dovrei leggere anch'io, 

per la verità) e questo sussidiario di storia 

http://www.sussidiario.it/storia/italia/risorgimento/preunita/ 

disponibile on line.

Poi c'è sempre wikipedia, naturalmente, oltre che tanti siti...

La cosa importante è che ciascuno di noi, con i mezzi che vuole, 

anche quello analogico se gli piace di più l'idea, comunichi 

simbolicamente a un politico la necessità che si faccia una 

ripassata di quello che studiava a scuola:)

Che ne dite???

Per risparmiare tempo direi di parlarne in bacheca. 

Basta anche nei commenti ad un singolo post. 

Altrimenti c'è anche l'area discussioni della 

relativa fan page che ancora non ho diffuso perché 

penso possa bastare questa pagina.

Fatemi sapere:))

Cocci

(non mi rileggo)

 

 
 
 

L'Italia Ripudia la Guerra.

Post n°15 pubblicato il 21 Marzo 2011 da ilmassimo76

L’Italia Ripudia la Guerra!?


PACE



Art. 11 Cost.: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e
la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo.

LA DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO E LE SUE CONTRADDIZIONI INTERNE
Reduci dall’esperienza traumatica della seconda guerra mondiale, i padri costituenti
inserirono tra i principi fondamentali questo articolo, con l’obiettivo di marcare
chiaramente il rifiuto, anzi il ripudio (termine ben più forte), da parte del nostro Paese
di considerare lecita la guerra: essa è proibita sia come “strumento di offesa”, quindi
in funzione aggressiva, sia come “mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali”, quindi con scopi diplomatici.
Fin qui il dettato costituzionale è molto chiaro e tuttora moderno. Dopo un avvio così
risoluto, subentra però una seconda parte dell’articolo che smorza il vigore iniziale e
rende decisamente meno incisivo il dichiarato ripudio dell’azione bellica. Infatti,
riconoscendo che la pace può essere meglio garantita e tutelata da iniziative di
cooperazione internazionale, l’Italia ammette la possibilità che si verifichino
“limitazioni di sovranità necessarie” entro ordinamenti che assicurino pace e giustizia
tra i popoli. Il sottinteso riferimento è all’ONU, che non viene giustamente menzionata
in quanto essa rappresenta sì la maggior organizzazione internazionale che promuove
pace e giustizia nel mondo, ma non l’unica.
E’ evidente infatti come, per problemi di questo tipo, sia impensabile ragionare entro il
ristretto orizzonte nazionale e sia, invece, necessario considerare il contesto
internazionale in cui l’Italia si trova ad agire: non è dunque possibile, oggi ancor più
che nel dopoguerra, ipotizzare delle norme che non tengano conto della situazione
sovranazionale. Fin dal 1955 (anno dell’adesione del nostro Paese all’ONU) al dettato
costituzionale si accompagnano vincoli corrispondenti di diritto internazionale. In
questo senso è da ricordare come la Carta dei diritti fondamentali dell’ ONU, stilata nel
1945 a San Francisco, affermi fin da subito (art.1) che fini delle Nazioni Unite sono
“mantenere la pace e la sicurezza internazionale (…) prendere efficaci misure
collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di
aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in
conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la
soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad
una violazione della pace”. Nei paragrafi 3 e 4 del secondo articolo, poi, ribadisce che
“i membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in
maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in
pericolo” e che essi ”devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia
o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di
qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni
Unite”. Come ha più volte sottolineato la Corte costituzionale, l’Italia, essendo
membro dell’ONU, deve sottostare obbligatoriamente e senza mediazioni a questi
principi, per la cui applicazione non è necessaria un’integrazione della legislazione
nazionale, in quanto la magistratura competente è tenuta ad applicarli direttamente.
1Essendo inoltre l’Italia membro dell’Unione Europea, essa deve ratificare i trattati che
l’UE approva: tali documenti sono convalidati con legge ordinaria, ma essendo dotati
di forza attiva sono equiparabili a norme costituzionali; si veda a questo proposito la
sentenza 399 emanata nel 1987 dalla Corte Costituzionale. Con la medesima
disposizione e con altre (ad esempio le sentenze 183/73 e 232/89) la Consulta ha poi
posto il cosiddetto contro limite, ovvero un limite al primato del diritto comunitario su
quello interno: in base a tale concetto, le limitazioni di sovranità consentite dall’art. 11
non possono essere invocate per luogo ad una violazione dei principi fondamentali
della nostra Costituzione.
Noi crediamo però che la nostra Costituzione, proprio in quanto espressione dei valori
e degli ideali più autentici di cittadini che sono italiani e nello stesso tempo aperti al
mondo, dovrebbe dichiarare senza ambiguità di fare suoi i principi fondanti di
un’organizzazione mondiale istituita proprio per garantire un diritto umano
fondamentale, dal quale dipendono molti altri. Infatti se ogni diritto ha evidentemente
una sua importanza, pare difficile ipotizzare una piena realizzazione del diritto allo
sviluppo o alla salute o all’istruzione in condizioni di guerra.
Una disposizione costituzionale di questo tipo, con un vigoroso richiamo alle
organizzazioni internazionali, servirebbe a sottolineare come l’Italia si trovi ad
operare, necessariamente ed orgogliosamente, all’interno di un sistema che in parte la
sovrasta. Necessariamente perché in un mondo ‘globale’ nessuno può procedere da
solo. Orgogliosamente perché l’Italia crede fermamente negli organismi internazionali,
come dimostra il fatto che è stata tra i fondatori dell’ “Europa a sei” negli anni ’50.
Quanto poi all’ONU, ci pare da sottolineare un altro aspetto. L’Italia vi partecipa da più
di 50 anni e ne condivide valori e regole, però come molti altri paesi non vi partecipa
“in condizioni di parità con gli altri stati”: sappiamo infatti come tutte le decisioni delle
Nazioni Unite prese dall’assemblea generale debbano venire ratificate dal consiglio di
sicurezza, un organismo ristretto costituito da cinque Paesi (Usa, Gran Bretagna,
Francia, Cina e Russia) che dispongono del il diritto di veto, per cui un loro parere
contrario blocca qualsiasi decisione presa in sessione plenaria. Ribadire nella
Costituzione la fiera determinazione con cui l’Italia si richiama agli organismi
internazionali può significare anche – almeno noi lo crediamo – richiamare l’attenzione
su un tema oggi di grande discussione quale il funzionamento del consiglio di
sicurezza dell’ONU.
IL DIRITTO DEI POPOLI ALLA PACE E L’ELIMINAZIONE DELLA MINACCIA DELLA
GUIERRA: MA QUALE GUERRA?
La DICHIARAZIONE SUL DIRITTO DEI POPOLI ALLA PACE (Risoluzione dell’Assemblea
Generale 39/11 del 12 novembre1984) ha proclamato solennemente il “sacro diritto”
di tutti popoli del pianeta alla pace e, insieme, l’obbligo fondamentale di ciascuno
stato alla realizzazione di tale scopo. In questo contesto si è sottolineato come, per
garantire l’esercizio di questo diritto, siano necessarie politiche “indirizzate
all’eliminazione della minaccia della guerra, in particolare della guerra nucleare”. La
sottolineatura implicitamente pone una domanda e propone una doverosa riflessione.
Quando parliamo genericamente di ‘guerra’, infatti, oggi a quale scenario bellico
facciamo riferimento?

 

 

 

..

 
 
 

Viva l'Italia

Post n°14 pubblicato il 17 Marzo 2011 da ilmassimo76

 
 
 

Io sono... ilmassimo in Libertà

Post n°13 pubblicato il 10 Agosto 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Carissimo Bukowski

Post n°12 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Fratelli d'Italia

Post n°11 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

E quell'anno l'Italia vinse il Mondiale

Post n°10 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Io sono... ilmassimo in Libertà

Post n°9 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Dividi et impera

Post n°8 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Il mio 30° compleanno

Post n°7 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Lettere dalla Kirghisia

Post n°6 pubblicato il 30 Giugno 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Carissimo Bukowski

Post n°5 pubblicato il 01 Marzo 2010 da ilmassimo76

 
 
 

Ilmassimo

Post n°4 pubblicato il 30 Maggio 2007 da ilmassimo76
 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 09 Novembre 2006 da ilmassimo76

Ciao a tutti,

io sono ilmassimo. So che è un'affermazione un po' azzardata, ma chissènefrega!

Ho gia altri blog; il più vecchio è QUESTO e qui potete vedere chi sono; sennò imparerete a conoscermi se mi seguirete.

Per ora vi saluto...

come sempre e non per circostanza casuali, niente di meno che, ilmassimo.

 
 
 

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