Ciò di cui non si può parlare,deve essere taciuto...ma precisamente di ciò di cui non si può parlare bisogna parlare...affondare la lingua nell'invisibile corvertendo in specchio le parole.
Passivo osservo il lento rincorrersi
tra amore e illusione.
Sono solo una lettera nel groviglio
indefinito di vita,
di mille parole mai dette,
in un tempo
che non c'era...
Ma un giorno tornerà la
quiete
tra i miei pensieri,
ed allora
potrò finalmente pronunciare
quelle
parole
mai dette
e il tempo che non è mai stato
ci sarà.
NON SONO DI DESTRA
NE' DI SINISTRA
NEMMENO DI CENTRO...
IL GIORNO IN CUI NASCERA' QUALCUNO DEGNO DI FARMI TORNARE A VOTARE SARO'
L'UOMO PIU' FELICE DEL MONDO.
Il mio credo è"Impara le regole per poterle infrangere".
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Post n°40 pubblicato il 19 Giugno 2015 da the_lost_dream
“Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health” è così che si chiama il biosensore scoperto, un nuovo strumento diagnostico che previene l’arresto cardiaco inventato da Ruchi Pandya, ragazza di 18 anni -iscritta all’ultimo anno della “Linbrook High School” di San Jose, in California. La rivoluzionaria scoperta ha stupito anche il Presidente U.s.a. Barak Obama che ha invitato la studentessa alla Casa Bianca assieme ai 100 migliori studenti coinvolti in progetti di straordinaria importanza medico-scientifica in America. fonteIl biosensore di Ruchi Pandya con una sola goccia di sangue è capace di rilevare la concentrazione di proteine, una delle spie principali dell’arresto cardiaco. E’ composto a sua volta da diversi biosensori ed utilizza minuscole fibre in carbonio non più grandi di un centimetro. Una nuova sfida sulle nanotecnologie su cui ha lavorato la giovane, un progetto per migliorare gli strumenti diagnostici che rilevano le concentrazioni di proteine nel sangue. Le tecniche attualmente utilizzate impiegano procedure lente e costosissime e sono 350 volte meno sensibili rispetto al biosensore di Ruchi, che ha la capacità potenziale di essere facilmente portato come strumento diagnostico nelle proprie abitazioni fornendo un sistema di rilevamento di proteine rapido e preciso, così come avviene già per i rilevatori di insulina nell’assistenza ai pazienti diabetici. L’interesse di Ruchi per le nano particelle è nato in occasione di un progetto scientifico in cui a partecipato, promosso e finanziato dalla “Stanford University”. Si trattava di sviluppare un filtro di depurazione delle acque mediante l’uso di nano particelle foto-attive. Soluzione economica per risolvere il problema dell’acqua nelle aree in via di sviluppo. Lo studio al progetto ha fatto scoprire alla studentessa il mondo delle nano particelle, ma il suo interesse al mondo della medicina è nato dopo aver conosciuto i dati diffusi dal Dipartimento Sanitario: ovvero che l’arresto cardiaco provoca circa un terzo delle morti in tutto il mondo e che nell’Asia del Sud sono particolarmente inclini a sviluppare malattie cardiache. Ruchi, che è indiana d’origine, inizialmente ha voluto lavorare sul miglioramento dei biosensori già ampiamente utilizzati dalla medicina per offrire una soluzione ai pazienti indiani. E’ riuscita invece ad andare oltre inventandone uno del tutto nuovo e di straordinaria importanza medico-scientifica: il “Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health”. (Sil.Dau) |
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