Creato da the_lost_dream il 26/10/2008

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Prevedere un arresto cardiaco con tre giorni di anticipo,nuova scoperta di una giovane studentessa!Il biosensore di Ruchi Pandya

Post n°40 pubblicato il 19 Giugno 2015 da the_lost_dream
 


Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health” è così che si chiama il biosensore scoperto, un nuovo strumento diagnostico che previene l’arresto cardiaco inventato da Ruchi Pandya, ragazza di 18 anni -iscritta all’ultimo anno della “Linbrook High School” di San Jose, in California. La rivoluzionaria scoperta ha stupito anche il Presidente U.s.a. Barak Obama che ha invitato la studentessa alla Casa Bianca assieme ai 100 migliori studenti coinvolti in progetti di straordinaria importanza medico-scientifica in America.

Il biosensore di Ruchi Pandya con una sola goccia di sangue è capace di rilevare la concentrazione di proteine, una delle spie principali dell’arresto cardiaco. E’ composto a sua volta da diversi biosensori ed utilizza minuscole fibre in carbonio  non più grandi di un centimetro.
Una nuova sfida sulle nanotecnologie su cui ha lavorato la giovane, un progetto per migliorare gli strumenti diagnostici che rilevano le concentrazioni di proteine nel sangue. Le tecniche attualmente utilizzate impiegano procedure lente e costosissime e sono 350 volte meno sensibili rispetto al biosensore di Ruchi, che ha la capacità  potenziale di  essere facilmente portato come strumento diagnostico nelle proprie abitazioni  fornendo un sistema di rilevamento di proteine rapido e preciso, così come avviene già per i rilevatori di insulina nell’assistenza ai pazienti diabetici.
L’interesse di Ruchi per le nano particelle è nato in occasione di un progetto scientifico in cui a partecipato, promosso e finanziato dalla “Stanford University”. Si trattava di  sviluppare un filtro di depurazione delle acque mediante l’uso di nano particelle foto-attive. Soluzione economica per risolvere il problema dell’acqua nelle aree in via di sviluppo. Lo studio al progetto ha fatto scoprire alla studentessa il mondo delle nano particelle, ma il suo interesse al mondo della medicina è nato dopo aver conosciuto i dati diffusi dal Dipartimento Sanitario: ovvero che l’arresto cardiaco provoca circa un terzo delle morti in tutto il mondo e che nell’Asia del Sud sono particolarmente inclini a sviluppare malattie cardiache. Ruchi, che è indiana d’origine, inizialmente ha voluto lavorare sul miglioramento dei biosensori già ampiamente utilizzati dalla medicina per offrire una soluzione ai pazienti indiani. E’ riuscita invece ad andare oltre inventandone uno del tutto nuovo e di straordinaria importanza medico-scientifica: il “Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health”. (Sil.Dau)


fonte

 
 
 

Arte uterina,dipingere e stampare il pube

Post n°38 pubblicato il 19 Giugno 2015 da the_lost_dream
 

La stampa unica ottenuta da Vivienne L'Amour

Queste amanti dell'arte dipingono con acrilico di stoffa ,assorbendo il colore sul cuscinetto delle parti intime.

Timbrano successivamente le proprie forme segrete su un foglio o su un rettangolo di stoffa.

 

In The Vagina Monoprints,vediamo all'opera Vivienne L'Amour e colleghe..Si dice che quest'idea venga utilizzata anche in maniera meno astratta per farne dono al proprio compagno.L'effetto ottenuto rende l'opera simile alle gouches decopees di Matisse..

Curioso di conoscenere cosa ne pensa il critico Sgarbi,visto la recente censura.




 

 

 

 
 
 

La prima donna sulla banconota da dieci dollari.

Post n°37 pubblicato il 18 Giugno 2015 da the_lost_dream
 

I dieci dollari avranno l'immagine di una
donna per la prima volta nella storia.
       DOLLARI

Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti una banconota
 avrà l'immagine di una donna. Parliamo del biglietto da dieci dollari,
sul quale già campeggia la raffigurazione di Alexander Hamilton,
Padre fondatore degli Stati Uniti e primo ministro delle finanze. 
La novità è stata annunciata dal segretario al Tesoro Jack Lew,
che ha però precisato che la prescelta dovrà condividere lo spazio
con l'altro storico personaggio. "Abbiamo apportato poche volte
dei cambiamenti sulle nostre banconote - ha affermato - sono
orgoglioso che i nuovi dieci dollari siano i primi in più di un secolo
ad ospitare il ritratto di una donna". 
Il restyling del denaro verrà messo in circolazione nel 2020, in
occasione dei 100 anni del diciannovesimo emendamento della
Costituzione con il quale fu sancito il diritto di voto alle donne.

Ma su quale personalità ricadrà la scelta non è ancora noto:
l'unico criterio che prevede la legge è quello di scegliere qualcuno
che sia già morto e passato alla storia. Lew ha fatto sapere che,
in ogni caso, la prescelta sarà "una donna che è stata campionessa nella
nostra democrazia inclusiva". Il Tesoro ha anche invitato gli utenti ad
usare l'hashtag "#TheNew10" per indicare possibili nomi e per" far sapere al
mondo la novità".

Poichè di novità si tratta anche se, nel corso della storia, altre
donne hanno fatto la loro breve comparsa sulle monete
americane: Susan B. Anthony, pioniera dei diritti civili, è "circolata"
dal 1979 al 1981 e Sacagawea, la donna che accompagnò
Meriwether Lewis e William Clark durante l'esplorazione dell'America
nord-occidentale, è apparsa in una moneta dorata dal 2000.
Ma questo tipo di denaro veniva stampato di rado e, come
riporta il New York Times, la produzione fu presto fermata.
Nulla a che vedere con un posto fisso sulla banconota da dieci
dollari, anche se dovrà essere condiviso con un altro personaggio.
Merito dell'impegno delle femministe dell'organizzazione no-profit
"Women on 20s", che ha fatto pressione sul governo Obama affinché
trasformasse la banconota da 20 ("Avevamo chiesto la banconota
da 20 e ce l'hanno data da 10", commenta ironicamente un'utente su Twitter).
Tra le donne fonte d'ispirazione, la più votata sul sito dell'organizzazione
è risultata essere Harriet Tubman, la "Mosè della gente nera", nota per
aver speso la sua vita in favore dei diritti degli afroamericani. Chissà che
la scelta non ricada proprio su di lei.


 
 
 

TU MI DAI LA COSA A ME,E IO CANDIDO TE

Post n°36 pubblicato il 17 Giugno 2009 da the_lost_dream

Incontri e candidatura. Ecco la mia verità". Parla Patrizia D’Addario

Patrizia D’Addario è candidata nelle li­ste di «La Puglia prima di tutto», schieramento inse­rito nel Popolo della Libertà alle ultime elezioni co­munali a Bari. Ha partecipato alle prime settimane di campagna elettorale al fianco del ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e degli altri politici in corsa per il Pdl. Ma adesso ha deciso di rinunciare perché vuole raccontare un’altra verità. La D’Addario ha cercato il Corriere e registriamo, con la massima cautela e il beneficio d’inventario, la sua versione, trattandosi di una candidata alle am­ministrative.

«Mi hanno messo in lista — afferma — perché ho partecipato a due feste a palazzo Grazioli. Ho le prove di quello che dico e voglio raccontare che co­sa è successo prima che decidessi di tirarmi indie­tro. Il mio nome è ancora lì, ma io non ci sono più».

Cominciamo dall’inizio. Quando sarebbe anda­ta a palazzo Grazioli?
«La prima volta è stato a metà dello scorso otto­bre ».

Chi l’ha invitata?
«Un mio amico di Bari mi ha detto che voleva far­mi parlare con una persona che conosceva, per par­tecipare a una cena che si sarebbe svolta a Roma. Io gli ho spiegato che per muovermi avrebbero dovu­to pagarmi e ci siamo accordati per 2.000 euro. Allo­ra mi ha presentato un certo Giampaolo».

Qual era la proposta?
«Avrei dovuto prendere un aereo per Roma e lì mi avrebbe aspettato un autista. Mi dissero subito che si trattava di una festa organizzata da Silvio Ber­lusconi ».

E lei non ha pensato a uno scherzo?
«Il mio amico è una persona di cui mi fido cieca­mente. Ho capito che era vero quando mi hanno consegnato il biglietto dell’aereo».

Quindi è partita?
«Sì. Sono arrivata a Roma e sono andata in taxi in un albergo di via Margutta, come concordato. Un au­tista è venuto a prendermi e mi ha portato all’Hotel de Russie da Giampaolo. Con lui e altre due ragazze siamo entrati a palazzo Grazioli in una macchina con i vetri oscurati. Mi avevano detto che il mio no­me era Alessia».

E poi?
«Siamo state portate in un grande salone e lì ab­biamo trovato altre ragazze. Saranno state una venti­na. Come antipasto c’erano pezzi di pizza e champa­gne. Dopo poco è arrivato Silvio Berlusconi».

Lei lo aveva mai incontrato prima?
«No, mai. Ha salutato tutte e poi si è fermato a parlare con me. Ho capito di averlo colpito perché mi ha chiesto che lavoro facessi e io gli ho parlato subito di un residence che voglio costruire su un terreno della mia famiglia. Ci ha mostrato i video del suo incontro con Bush, le foto delle sue ville, ha cantato e raccontato barzellette.

Lei è tornata subito a Bari?
«Era notte, quindi sono andata in albergo e Giam­paolo mi ha detto che mi avrebbe dato soltanto mil­le euro perché non ero rimasta».

C’è qualcuno che può confermare questa sto­ria?
«Io ho le prove».

Che vuole dire?
«Che quella non è stata l’unica volta. Sono torna­ta a palazzo Grazioli dopo un paio di settimane, esat­tamente la sera dell’elezione di Barack Obama».

Vuol dire che la notte delle presidenziali degli Stati Uniti lei era con Berlusconi?
«Sì. Nessuno potrà smentirmi. Ci sono i biglietti aerei. Anche quella volta sono stata in un albergo, il Valadier. Con me c’erano altre due ragazze. Una la conoscevo bene. È stato sempre Giampaolo a orga­nizzare tutto».

E che cosa è accaduto?
«Con l’autista ci ha portato nella residenza del presidente, ma quella sera non c’erano altre ospiti. Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito piani­sta. Quando mi ha visto, Berlusconi si è ricordato subito del progetto edilizio che volevo realizzare. Poi mi ha chiesto di rimanere».

Si rende conto che lei sostiene di aver trascor­so una notte a palazzo Grazioli?
«Ho le registrazioni dei due incontri».

E come fa a dimostrare che siano reali?
«Si sente la sua voce e poi c’erano molti testimo­ni, persone che non potranno negare di avermi vi­sta ».

Scusi, ma lei va agli incontri con il registrato­re?
«In passato ho avuto problemi seri con un uomo e da allora quando vado a incontri importanti lo por­to sempre con me».

E lei vuol far credere che non è stata controlla­ta prima di entrare nella residenza romana del premier?
«È così, forse sono stata abile. Ma posso assicura­re che è così».

E può anche provarlo?
«Berlusconi mi ha telefonato la sera stessa, appe­na sono arrivata a Bari. E qualche giorno dopo Giam­paolo mi ha invitata a tornare. Ma io ho rifiutato».

A noi la sua versione sembra poco credibile...
«Lo dicono i fatti. Berlusconi mi aveva promesso che avrebbe mandato due persone di sua fiducia a Bari per sbloccare la mia pratica. Non ha mantenuto i patti ed è da quel momento che non sono più volu­ta andare a Roma, nonostante i ripetuti inviti da par­te di Giampaolo. Loro sapevano che avevo le prove dei miei due precedenti viaggi».

E non si rende conto che questo è un ricatto?
«Lei dice? Io posso dire che qualche giorno dopo Giampaolo ha voluto il mio curriculum perché mi disse che volevano candidarmi alle Europee».

Però lei non era in quella lista?
«Quando sono cominciate le polemiche sulle veli­ne, il segretario di Giampaolo mi ha chiamata per dirmi che non era più possibile».

Quindi la candidatura alle Comunali è stata un ripiego?
«A fine marzo mi ha cercato Tato Greco, il nipote di Matarrese che conosco da tanto tempo. Mi ha chiesto un incontro e mi ha proposto la lista 'La Pu­glia prima di tutto' di cui era capolista lo zio. Io ho accettato subito, ma pochi giorni dopo ho capito che forse avevo commesso un errore».

Perché?
«La mia casa è stata completamente svaligiata. Mi hanno portato via cd, computer, vestiti, bianche­ria intima. È stato un furto molto strano».

Addirittura? Ma ha presentato denuncia?
«Certamente. Ma ho continuato la campagna elet­torale. È andato tutto bene fino al giorno in cui Ber­lusconi è arrivato a Bari per la presentazione dei can­didati del Pdl. Io lo aspettavo all’ingresso dell’Hotel Palace. Lui mi ha guardata, mi ha stretto la mano ed è entrato nella sala piena. Io ero in lista, quindi l’ho seguito. Ma all’ingresso della sala sono stata blocca­ta dagli uomini della sicurezza e del partito che mi hanno impedito di partecipare all’evento».

È il motivo che adesso la spinge a raccontare questa storia?
«No, avrei potuto continuare a fare campagna elettorale e trattare con loro nell’ombra. La racconto perché ho capito che mi hanno ingannata. Avevo chiesto soltanto un aiuto per un progetto al quale tengo molto e invece mi hanno usata».

 
 
 

SENZA PAROLE

Post n°35 pubblicato il 17 Giugno 2009 da the_lost_dream

(Tiziana Fabi/Afp) 
In particolare i manifestanti se la sono presa con il cosiddetto decreto legge «salva Abruzzo» in discussione a Montecitorio (Roberto Monaldo/LaPresse)

 
(Roberto Monaldo/LaPresse)
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(Roberto Monaldo/LaPresse)
 
 
 

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