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Il Milieu

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Eco Mondo, grandi tecnologie ma non solo!

Post n°13 pubblicato il 16 Novembre 2007 da ilmilieu
 

Per questa volta mi limito a girarvi il report su Eco Mondo 2007, svoltosi dal 7 al 10 novembre scorso presso la Fiera di Rimini, che ho scritto per il portale verdesperanza.net!

http://www.verdesperanza.net/news/?q=vs-news/tempo-libero/ecomondo-rimini-edizione-2007-grandi-tecnologie-ma-non-solo

Samu

 
 
 

Eco-punto di vista

Post n°12 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da ilmilieu
 
Foto di ilmilieu

Si fa un gran parlare, spesso a sproposito, di inquinamento effetto-serra e global-warming. L’emergenza è reale, quasi quanto l’ignoranza di molti degli interlocutori che vengono coinvolti in pseudo-dibattiti televisivi e non. Riassumendo, x chi ancora non lo sapesse, pare si stia verificando un incremento nella temperatura media della Terra dovuto, ancora una volta “pare”, all’errato (perché eccessivo) uso delle risorse del Pianeta da parte dell’Uomo.

Bene, credo sia giusto che in questo allarmante panorama di allarmismo un geografo come me esprima la propria opinione, se non altro x dare un senso alla propria laurea…

Io credo che l’Umanità x garantirsi un futuro debba guardare al suo passato. Ma non sto parlando di un revival nostalgico (tipo i pantaloni a zampa), né di tornare a vivere come all’epoca delle caverne (no luce, no gas, no acqua corrente… no-thing) bensì di cominciare applicare le idee antiche alle tecnologie moderne. Un esempio, forse ridicolo, è costituito dalle torce a manovella: funzionano con una dinamo, hanno una “speranza di vita” maggiore rispetto alle torce elettriche e non inquinano, dacchè non funzionano a pile (realizzate in plastica, è vero, ma quella la si ricicla..).

Una ulteriore strada da battere è quella del riutilizzo, parola che dovrebbe assumere ancora + importanza rispetto a “riciclo” (eppure nessuno ne parla..): attraverso la pratica del riutilizzo, infatti, si ridurrebbe drasticamente la produzione di contenitori. Proviamo a pensare: si va al supermarket e si “fa detersivo” da un apposito spillatore. il flacone rimane sempre quello, almeno per una decina di rabbocchi, ma l’operazione ci ha fatto risparmiare l’acquisto di 10 diversi contenitori in plastica (x chi non lo sapesse, quando si acquista il detersivo si paga anche il flacone..). E questo potrebbe valere anche per il riso, la pasta, l’acqua minerale (che addirittura si potrebbe “acquistare” direttamente dal lavandino della propria cucina). Mi rendo conto che l‘operazione costituirebbe una piccola “rivoluzione culturale”, ma perché non provare? è pur sempre in gioco il destino dell’Umanità (non quello del Pianeta: esso se la caverà sempre benone)

C’è poi la questione energetica, foriera di tensioni tra Stati in un futuro neppure tanto lontano (anzi, qualcosa è già successo: qualcuno ricorda la “guerra del gas” tra Russia e Ucraina?). è inutile che il nostro ministro dell’ambiente si spacci x ambientalista se:

1.       non vuole il nucleare (e passi, perché è pur vero che esiste il problema dello smaltimento delle scorie)

2.       snobba l’eolico (pare disturbi le migrazioni degli uccelli..)

3.       lotta al fianco dei cittadini campani contro la costruzione di termovalorizzatori (questa è geniale: a parte che quelli di ultima generazione inquinano come accendini. Ma producono energia come una qualsiasi centrale a carbone.. E poi vi sembra più logico che a Napoli si sguazzi nella monnezza? oppure che x smaltirla noi contribuenti si paghino i termovalorizzatori tedeschi? Tedeschi che da par loro si prendono i rifiuti campani, se li bruciano e ci producono pure energia, facendoci “cornuti e mazziati”)

L’Italia ha saputo fondare il proprio decollo economico sul “carbone bianco” (energia idroelettrica): riproviamoci!

L’Italia è una penisola, se a qualcuno fosse sfuggito ci sono migliaia di chilometri di coste. Quindi vento. Costringeremo gli aironi a cambiare rotta, forse, ma non ci vuole una laurea in economia x capire che i benefici sarebbero ben maggiori dei costi! Perché starsene sempre con le mani in mano, x paura di sostenere una spesa? guardiamo piuttosto al profitto! Gli stabilimenti Nutella, ad esempio, qualche costo lo avranno pur sostenuto. Ma si sono dotati di un sistema x produrre energia che funziona bruciando gusci di nocciola! d’ora in avanti ne ricaveranno solo benefici.

E l’ambiente ringrazierà!

Ale

 
 
 

Tesori lombardi: la Valle del Serio

Post n°11 pubblicato il 15 Settembre 2007 da ilmilieu
 
Foto di ilmilieu

Succede spesso di andare a ricercare lo straordinario in luoghi esotici. Credo sia normale, dacché lo stesso termine "stra-ordinario", anche etimologicamente, sta a designare qualcosa che esula, che va oltre rispetto all’ordinario, cioè rispetto al nostro bagaglio quotidiano. Eppure, come ho avuto modo di scoprire questa estate, la straordinarietà non è un’esclusiva di alcuni luoghi, bensì è possibile rintracciarla anche dove e quando meno ci si aspetta. È il caso della tanto bistrattata Val Seriana, vera e propria "patria" della seconda casa per tanti milanesi, nonché di parte dell’industria bergamasca, che delle acque del fiume Serio si serve. Insomma.. un quadro potenzialmente sconfortante, ed infatti la vista che si ha del fondovalle lascia supporre che il Serio, più che un fiume d’acqua, sia un fiume di cemento. Eppure è sufficiente scostarsi per un attimo dal fondovalle per scoprire numerosi paesini e santuari di straordinario fascino.

Alcuni di questi, come leggerete, li ho scoperti io per voi. Ma proprio a voi, qualora lo vogliate, spetta il compito di approfondire la conoscenza di queste ed altre meravigliose località.

Santuario di Monte Altino a Vall’Alta (fraz. di Albino) - Una strada stretta, tortuosa (e poco segnalata) conduce al Santuario di Monte Altino. Un piccolo spiazzo ospita una simpatica trattoria, che si distingue per le sue enormi finestre affacciate sulla valle e per il clima conviviale che vi si respira. Di fronte a questa, una scalinata lunga un centinaio di gradini conduce al santuario stesso. Alcuni tavolini al coperto ed un piccolo ostello per il pernottamento sono a disposizione di coloro i quali volessero inserire questo santuario tra le tappe del loro percorso di pellegrinaggio.

Gromo - Località conosciuta nella zona soprattutto per i suoi Spiazzi, attrezzati per accogliere il turismo invernale, Gromo si distingue anche per la storicità del centro cittadino, di impianto medievale. Stupenda la Parrocchiale, chiesa che ospita numerose sculture di scene bibliche e che accoglie i fedeli con un sottofondo musicale "mistico", conciliante.

Ale

 
 
 

Agenda o non Agenda?

Post n°10 pubblicato il 01 Settembre 2007 da ilmilieu
 
Foto di ilmilieu

Dopo la conferenza di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo, l'ONU ha redatto un ampio documento in 40 capitoli per stabilire una "agenda" di ciò che c'è bisogno di fare per il nostro pianeta. Al capitolo 28 troviamo quanto concerne il ruolo degli attori locali: partire "dal basso" è la parola d'ordine! Non lasciare gli obiettivi a generiche intenzioni globali, ma tradurli in impegno concreto dei cittadini.

Grazie soprattutto ai fondi ministeriali, sono nate presso i diversi Comuni (o anche a livello intercomunale o provinciale) centinaia di Agende 21 Locali, con l'obiettivo di promuovere progetti e cultura dello sviluppo sostenibile.

Ovviamente questo è un dato davvero ottimo a priori, ma quali sono state le tendenze? Dopo lo slancio d'entusiasmo a partire dal 2000, si è avuta una netta contrapposizione tra le Agenda 21 di successo e quelle perse nei meandri della Pubblica Amministrazione, creando a volte anche polemiche da parte di alcuni amministratori che scarsamente ne han colto l'importante ruolo.

Il problema di fondo può essere lo scarso rispetto delle fasi proposte per l'attuazione: 1. Screening territoriale tecnico 2. Screening territoriale qualitativo (sondaggi) 3. forum partecipativo con i cittadini 4. tavoli di lavoro specifici 5. riunione plenaria 6. Piano d'Azione Locale 7. Rivisitazione delle precedenti fasi

Le Agenda 21 che non hanno rispettato la consequenzialità delle fasi altro non hanno potuto fare che chiudersi in pastoni amministrativi difficilmente strategici, mentre chi l'ha rispettata ha visto  diversi progetti pilota andati a buon fine, spesso tradotti in virtù molto alte in tema di mobilità sostenibile, miglioramento degli stili di vita, risparmio energetico, consumi sostenibili, cultura ambientale, progettazione partecipata, gestione corretta dei rifiuti. Ma non solo ambiente strettamente inteso: miglior rilevamento dei bisogni sociali, maggiore collaborazione con il settore economico, certificazioni EMAS e ISO 14001 e molto altro.

La tendenza attuale dimostra comunque come ancora un po' poco si investa in questo strumento che dovrebbe divenire obbligatorio per tutti i Comuni. Dopo la spinta dei bandi ministeriali le amministrazioni ancora non hanno colto l'importanza di investire anche su questa voce del bilancio (e i tagli a livello locale di certo non aiutano), credendo ancora che lo sviluppo sostenibile sia qualcosa di astratto e scarsamente materializzabile.

Il tema dell'anno probabilmente sarà quello degli Acquisti Verdi ("Green Public Procurement - GPP"), ovvero dell'introduzione di bandi e gare che tengano conto del marchio e della certificazione ambientale. E' già stato dimostrato come questo possa avere un ruolo da traino importante sia per il volume degli acquisti pubblici (18% del PIL) sia per il ruolo di esempio verso tutti. Questo aspetto fisiologicamente dovrà essere in crescita nei prossimi anni, perchè c'è un decreto del 2003 che impone agli Enti pubblici un minimo di 30% di Acquisti Verdi (a fronte ancora di un risicato e misero 2% di Enti che hanno già adottato un sistema di Green Public Procurement!!!).

Il tema che invece continua, purtroppo, a perdere interesse è quello della costruzione delle scelte tramite partecipazione. Attuare un forum partecipativo e tavoli di lavoro con i cittadini non sempre è facile. Laddove un forum è stato attuato con entusiasmo, trasparenza e reale volontà di ascolto, i risultati sono stati sorprendenti e soddisfacenti. Invece spesso il proponente deve scontrarsi con divisioni politiche per cui il processo perde intersettorialità, con evidenti lacune. Altre volte è lo stesso proponente che è impaurito o prova molta difficoltà (una difficoltà tutta italiana) a far agire in modo diverso i tecnici. Non è solo un problema dei Tecnici e Amministratori però: i primi responsabili della riuscita di un processo partecipativo nel concreto sono i partecipanti, e purtroppo gli Italiani a mio personale avviso in tema di Pubblica Amministrazione trovano a priori delle serie difficoltà ad instaurare un dialogo costruttivo!

Quindi? C'è ancora molto da fare e ci vorrebbe qualche incentivo per le Agenda 21 da far nascere o (ri)decollare e un premio per quelle (che, attenzione, non sono affatto poche!) che lavorano a pieni ranghi! Se c'è una Agenda 21 nella vostra città provate almeno ad informarvi e parteciparvi, già il fatto che sia stato fatto lo sforzo di attuarla è di buon auspicio!

Samu

 
 
 

Sì, viaggiare...ma nel modo giusto!

Post n°9 pubblicato il 05 Agosto 2007 da nice_eva
 

Anche quest'anno è arrivata l'estate e con lei le tanto sognate vacanze...quelle per cui si lavora un anno intero; quelle che si iniziano a programmare mentre si gusta l'uovo di Pasqua; quelle che muovono una delle principali voci dell'economia italiana... le vacanze!

Ebbene, anche le vacanze possono essere vissute in modo più responsabile e attento senza rinunciare a rilassarsi, divertirsi, risparmiare; a servizi di ogni tipo e alla possibilità di vivere esperienze uniche. Negli ultimi anni si sono coniati molti termini per definire un turismo di questo tipo: ecoturismo, turismo sostenibile, turismo responsabile, etc. Diverse conferenze nazionali e mondiali si sono occuapate di questo tema: Lanzarote 1995, Montreal 1996, Manila 1997, Santiago del Cile 1999. Ma come mai tutta questa attenzione?
Aldilà dei benefici che ognuno di noi riceve dal passare le vacanze nel luogo e nel modo che più ci piace e dei riscontri positivi per l'economia locale; non sempre si tiene conto degli alti costi che i nostri spostamenti, atteggiamenti, comportamenti hanno sul luogo che andiamo a visitare.
Innanzitutto pensiamo ad alcune delle nostre piccole località di mare o montagna che normalmente contato qualche centinaia o poche migliaia di abitanti e che nei mesi estivi si vedono invase da orde di turisti che affollano strade, case, alberghi, spiaggie, rifugi... con relativo sovraccarico di strade, acquedotti, fognature, etc. Non si tratta di impatti di poco conto!
Altri esempi di impatti del cosiddetto turismo di massa riguardano, ad esempio, i viaggi all'estero, in particolare in Paesi in via di sviluppo, le cui comunità locali si trovano spiazzate dagli stravolgimenti causati dalla crescita di villaggi turistici e altre strutture ricettive, senza però vederne un ritorno economico.
Le implicazioni negative del turismo, soprattutto a scala globale sono moltissime e riguardano non solo le popolazioni locali e il territorio, ma anche l'ambiente e gli ecosistemi. Da qui nasce l'esigenza di applicare l'ottica dello sviluppo sostenibile anche alle attività del turismo, un impegno che riguarda sia le strutture ricettive che i visitatori. Le prime si dovrebbero attrezzare per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale (sono numerosissimi i marchi che certificano la qualità di alberghi, campeggi, villaggi..) nonché "riconoscere la centralità delle comunità locali e il loro diritto a partecipare dello sviluppo turistico del proprio territorio". I secondi dovrebbero a loro volta divenire più sensibili nell'organizzare i propri viaggi cercando di entrare in contatto con le culture del luogo con rispetto e interesse; scegliendo agenzie e strutture certificate; aderendo ad associazioni no-profit impegnate in questo frangente...
Insomma le possibilità per impegnarsi sono molte, i benefici che ne derivano sono altrettanto numerosi, primo fra tutti la possibilità di vivere delle vacanze autentiche, delle esperienze coinvolgenti senza per forza abbandonare la cara camera d'albergo o l'amato ombrellone.
Ecco dove trovare qualche informazione in più:
www.aitr.org
www.ecolabel.it
www.legambienteturismo.it
www.ecoturismo-italia.it
A questo punto... BUONE VACANZE SOSTENIBILI A TUTTI!!!!

 
 
 
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GEOBLOGGERS: SAMU, ALE E EVA

Ciao!Sono Eva, ho 22 anni e sono un’aspirante geografa. Non è semplice spiegare cosa significa studiare geografia e di cosa mi occuperò in un futuro non così lontano…ma col tempo spero di farvi apprezzare tutti gli aspetti più interessanti (e non sono pochi) di questa disciplina. Per ora vi basti sapere che per inseguire il mio sogno (aiuto che parolone) ho lasciato il mio tranquillo paesino tra le colline comasche per approdare a Torino, sede di una delle scuole di pensiero geografico più importanti perlomeno a livello nazionale.

Alessandro, milite esente, bella presenza (?), 22 anni (ma a Pasqua saranno 23), studente di "Scienze umane dell’ambiente del territorio e del paesaggio" (c’è una virgola in questo lungo nome: mettetela dove meglio credete e vi faremo sapere se avete ragione). Tutto questo sbrodolio per dirvi che non ho un curriculum articolato come quello del mio collega, ma mi sto attrezzando per recuperare. Tra i due dovrei essere quello specializzato sul turismo. Ma il mio master lo otterrò solo dopo essere tornato dal week-end a Barcelona...

Ciao, mi chiamo Samuele e sono uno studente 22enne come il mio socio qui sopra. Studio e lavoro in campo ambientale e più precisamente nell'ampio spettro dello sviluppo sostenibile. Mi auguro troviate di vostro interesse questo nostro spazio, un po' ambientale, un po' turistico, un po' di costume, un po' culturale, un po' inutile, un po' fondamentale, un po' finestra sul mondo, un po' irriverente, un po' azzardato. Il milieu? Titolo pretenzioso, ma ci piacciono le cose in grande stile!

 

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