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Dopo la conferenza di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo, l'ONU ha redatto un ampio documento in 40 capitoli per stabilire una "agenda" di ciò che c'è bisogno di fare per il nostro pianeta. Al capitolo 28 troviamo quanto concerne il ruolo degli attori locali: partire "dal basso" è la parola d'ordine! Non lasciare gli obiettivi a generiche intenzioni globali, ma tradurli in impegno concreto dei cittadini.
Grazie soprattutto ai fondi ministeriali, sono nate presso i diversi Comuni (o anche a livello intercomunale o provinciale) centinaia di Agende 21 Locali, con l'obiettivo di promuovere progetti e cultura dello sviluppo sostenibile.
Ovviamente questo è un dato davvero ottimo a priori, ma quali sono state le tendenze? Dopo lo slancio d'entusiasmo a partire dal 2000, si è avuta una netta contrapposizione tra le Agenda 21 di successo e quelle perse nei meandri della Pubblica Amministrazione, creando a volte anche polemiche da parte di alcuni amministratori che scarsamente ne han colto l'importante ruolo.
Il problema di fondo può essere lo scarso rispetto delle fasi proposte per l'attuazione: 1. Screening territoriale tecnico 2. Screening territoriale qualitativo (sondaggi) 3. forum partecipativo con i cittadini 4. tavoli di lavoro specifici 5. riunione plenaria 6. Piano d'Azione Locale 7. Rivisitazione delle precedenti fasi
Le Agenda 21 che non hanno rispettato la consequenzialità delle fasi altro non hanno potuto fare che chiudersi in pastoni amministrativi difficilmente strategici, mentre chi l'ha rispettata ha visto diversi progetti pilota andati a buon fine, spesso tradotti in virtù molto alte in tema di mobilità sostenibile, miglioramento degli stili di vita, risparmio energetico, consumi sostenibili, cultura ambientale, progettazione partecipata, gestione corretta dei rifiuti. Ma non solo ambiente strettamente inteso: miglior rilevamento dei bisogni sociali, maggiore collaborazione con il settore economico, certificazioni EMAS e ISO 14001 e molto altro.
La tendenza attuale dimostra comunque come ancora un po' poco si investa in questo strumento che dovrebbe divenire obbligatorio per tutti i Comuni. Dopo la spinta dei bandi ministeriali le amministrazioni ancora non hanno colto l'importanza di investire anche su questa voce del bilancio (e i tagli a livello locale di certo non aiutano), credendo ancora che lo sviluppo sostenibile sia qualcosa di astratto e scarsamente materializzabile.
Il tema dell'anno probabilmente sarà quello degli Acquisti Verdi ("Green Public Procurement - GPP"), ovvero dell'introduzione di bandi e gare che tengano conto del marchio e della certificazione ambientale. E' già stato dimostrato come questo possa avere un ruolo da traino importante sia per il volume degli acquisti pubblici (18% del PIL) sia per il ruolo di esempio verso tutti. Questo aspetto fisiologicamente dovrà essere in crescita nei prossimi anni, perchè c'è un decreto del 2003 che impone agli Enti pubblici un minimo di 30% di Acquisti Verdi (a fronte ancora di un risicato e misero 2% di Enti che hanno già adottato un sistema di Green Public Procurement!!!).
Il tema che invece continua, purtroppo, a perdere interesse è quello della costruzione delle scelte tramite partecipazione. Attuare un forum partecipativo e tavoli di lavoro con i cittadini non sempre è facile. Laddove un forum è stato attuato con entusiasmo, trasparenza e reale volontà di ascolto, i risultati sono stati sorprendenti e soddisfacenti. Invece spesso il proponente deve scontrarsi con divisioni politiche per cui il processo perde intersettorialità, con evidenti lacune. Altre volte è lo stesso proponente che è impaurito o prova molta difficoltà (una difficoltà tutta italiana) a far agire in modo diverso i tecnici. Non è solo un problema dei Tecnici e Amministratori però: i primi responsabili della riuscita di un processo partecipativo nel concreto sono i partecipanti, e purtroppo gli Italiani a mio personale avviso in tema di Pubblica Amministrazione trovano a priori delle serie difficoltà ad instaurare un dialogo costruttivo!
Quindi? C'è ancora molto da fare e ci vorrebbe qualche incentivo per le Agenda 21 da far nascere o (ri)decollare e un premio per quelle (che, attenzione, non sono affatto poche!) che lavorano a pieni ranghi! Se c'è una Agenda 21 nella vostra città provate almeno ad informarvi e parteciparvi, già il fatto che sia stato fatto lo sforzo di attuarla è di buon auspicio!
Samu
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GEOBLOGGERS: SAMU, ALE E EVA
Ciao!Sono Eva, ho 22 anni e sono un’aspirante geografa. Non è semplice spiegare cosa significa studiare geografia e di cosa mi occuperò in un futuro non così lontano…ma col tempo spero di farvi apprezzare tutti gli aspetti più interessanti (e non sono pochi) di questa disciplina. Per ora vi basti sapere che per inseguire il mio sogno (aiuto che parolone) ho lasciato il mio tranquillo paesino tra le colline comasche per approdare a Torino, sede di una delle scuole di pensiero geografico più importanti perlomeno a livello nazionale.
Alessandro, milite esente, bella presenza (?), 22 anni (ma a Pasqua saranno 23), studente di "Scienze umane dell’ambiente del territorio e del paesaggio" (c’è una virgola in questo lungo nome: mettetela dove meglio credete e vi faremo sapere se avete ragione). Tutto questo sbrodolio per dirvi che non ho un curriculum articolato come quello del mio collega, ma mi sto attrezzando per recuperare. Tra i due dovrei essere quello specializzato sul turismo. Ma il mio master lo otterrò solo dopo essere tornato dal week-end a Barcelona...
Ciao, mi chiamo Samuele e sono uno studente 22enne come il mio socio qui sopra. Studio e lavoro in campo ambientale e più precisamente nell'ampio spettro dello sviluppo sostenibile. Mi auguro troviate di vostro interesse questo nostro spazio, un po' ambientale, un po' turistico, un po' di costume, un po' culturale, un po' inutile, un po' fondamentale, un po' finestra sul mondo, un po' irriverente, un po' azzardato. Il milieu? Titolo pretenzioso, ma ci piacciono le cose in grande stile!
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