LaRocciadiMarzapane
Utopie di marzapane e realta' solide come la roccia
« Messaggio #48 | Anima fragile ... » |
Una sera come un altra ... Maniacalmente energica e palesemente stanca, torno entusiasta dalla mia seconda e purtroppo non ultima giornata di lavoro. Passa qualche ora. Litighiamo sterilmente. Chi? Ma io e Lui. L unico LUI della mia insana Vita. E non ometto che egli contribuisce notevolmente alla mia insanita mentale . Si agita, si dimena, sventola le braccia aggressivamente, come un fazzoletto bianco che ostenta pace. Indispettita e assonnata barcollo fino al letto. Cerco, ansiosa e talvolta annoiata, sorvolando le scene poco interessanti, di concludere la lettura della mia prediletta musa ispiratrice Marya, specifico, non Maria. Quella e mia madre, la mia prediletta ansiosa amorevole ossessione! Poco dopo, scivolo sensualmente tra le braccia di Morfeo. Volo nella mia vita frammentaria utopica al confine tra l onirico e la realtà. Vacillo tra incubi temuti e desideri bramati … Apro un occhio, il sinistro, quello femminile, guardo spaventata dove sono. Ora ricordo. Disperata lo richiudo. Poco dopo riapro quello destro, la mia parte maschile, e con determinazione mi faccio violenza, e mi alzo. Mi tolgo orma il dispettoso vestito che mi spreme in una taglia in meno. Mi vesto di un pigiama extra large infantile sporco di colori a olio. Cammino a mo di zombie, mi affaccio al mondo, sento le campane che scandiscono le ore sei, mi scuotono e mi fanno tornare alla triste realtà. Mi sento intontita, drogata, senza un reale perche. Ora rammento. Sono ubriaca di terrore, monotonia e stanchezza. G. dolcemente mi saluta, dietro scorgo sfocatamente Françoise, l amica francese. l amica secolare. Quella perfetta, l amica ordinata, precisa. L amica ideale. La moglie invidiabile. Avrete intuito che si tratta della medesima persona. Mi scorge un saluto frettoloso e nervoso, io ricambio con altrettanto affetto. Corro tastando pesantemente i piedi nudi su di un freddo pavimento gelido e impolverato, sempre intontita, come un ubriaca dopo la sbornia, che ha perso le pantofole e disperatamente cerca l ultima bottiglia di Martini. Mi siedo al PC. La mia unica droga. Lo accendo. Scarico la posta. Cerco virtuali futili amici falsi su Messenger per affogare l angustiante angosciosa solitudine che lentamente mi divora. Non trovo nessuno. Sono ispirata. Inizio a far scorrere fiumi di parole senza logica, su di un foglio virtuale, che poi come un giochino giapponese, con invisibili frecce, cerco di unire, dandone un senso testimone di una folle mente, che corre sempre più in fretta, a cui non riesco più a stare dietro ………………….
Ho paura della morte, la sento. Sempre. Annuso il suo putrefatto odore. Sento le sue mani gelide, che taglienti mi accarezzano, ma mai mi afferrano. Da quando ho visto la salma di mia nonna, la donna che più ho amato nella mia futile intensa vita, stesa scivolare in quella sterile squallida lettiga d acciaio La morte non mi abbandona più, mai, fedele come un pitbull incarognito che ringhia e sbava puzzolente, insistente, diabolica, nera, oscura, si aggira nell’ ombra della mia razionale Pazzia Mi scruta, mi segue. E qui. Ora. E adesso sarà anche con te. Li. |
Quando ero giovane non avevo mai bisogno di nessuno e facevo l'amore solo per divertimento quei giorni sono finiti vivendo da sola penso a tutti gli amici che ho conosciuto ma quando al telefono compongo il loro numero non c'è nessuno a casa tutta sola, non voglio più essere tutta sola è difficile essere certi a volte mi sento così insicura e l'amore, così distante e oscuro, resta la cura |
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