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Donna...e politica

Post n°11 pubblicato il 02 Aprile 2012 da Mamma_Ge

riciao... donne

La donna rappresenta un numero sociale, ed elettorale, superiore all’uomo, e insieme ai suoi figli minori, di cui ha tutela, cura e responsabilità a tutti gli effetti primari e secondari, essa rappresenta circa i 2/3 dell’umanità, ma non ha una propria voce e non viene neanche interpellata circa le strutture, la formazione e le necessità globali dei bambini e dei giovani del proprio gruppo sociale, e tanto meno circa i cosiddetti ‘segreti militari o di Stato’, ai quali però deve sacrificare figli, marito, padre, fratelli e la sua vita familiare; essa non occupa uno spazio equivalente e contemporaneo all’interno dei partiti politici e delle istituzioni pubbliche, pertanto, essa non riesce a porre a confronto in dovuta sede le necessità e le convinzioni, proprie e quelle riguardanti i suoi figli, nelle decisioni a coinvolgimento e ripercussione umani e sociali.

Le donne che oggi hanno una qualche funzione nella politica sono una minoranza numerica e di potere decisionale inferiore all’uomo, anche perché la loro posizione all’interno di un partito è quella della ‘scorta’ e non di parità; così la donna politica è intenta soprattutto a difendere la propria posizione all’interno del partito maschile, invece di porre a confronto le esigenze della base femminile e della sua vita sociale.

Nella ormai lunga marcia della donna è forse incorso un errore di prospettiva: la posizione della donna non è il matriarcato, né quella della silenziosa cariatide, né supremazia ma nemmeno complesso di inferiorità; il posto della donna è al fianco dell’uomo quale altra metà del cielo, e il suo posto politico non dovrebbe essere nelle retroguardie di un partito maschile, ma in un organismo parallelo e indipendente, perché la donna è di per se stessa la posizione-opposizione naturale nei confronti dell’uomo e del suo operato tutt’ora unilaterale, ed essa sola può condurre un discorso integrativo con l’uomo anche politico, anziché solo speculativo come avviene da sempre tra opinioni maschili. Il movimento ‘se non ora, quando?’ ha dimostrato presenza e opinuione; gli manca una posizione politica per affermarsi come soggetto anche pubblico.

Forse la donna ha creduto troppo nell’uomo, nella sua forza e razionalità, nella sua scienza e opera, e solo a conti fatti e a dedurre dai risultati si rende conto che nella premessa ci doveva essere un errore di valutazione, perché l’uomo da sempre, prima nelle sue guerre, poi nei suoi voli mentali e mistici, ‘dimentica’ il suo dovere di rispettare il proprio insieme rappresentato dalla donna, dai suoi figli, dal suo habitat anche futuro e forse dagli altri esseri viventi intorno a lui.

I compiti della donna sarebbero da sempre, e ‘se non ora, quando?’:

- affiancamento maschile-femminile, a pari merito e presenza, in ogni funzione privata e pubblica, sociale e politica, nella pianificazione, nel controllo e nella gestione della cosa pubblica,

- controbilanciamento all’uomo nelle iniziative private, sociali e politiche, così nelle esigenze e prospettive comuni,

- cambiamento di impostazione della politica attuale, come potere incontrastato degli eletti sugli elettori e del concetto della politica come sopraffazione e sfruttamento della base elettorale, a Coordinamento Sociale atto a risolvere le necessità espresse dalle categorie sociali,

- introduzione di ‘referendum propositivo’ per ogni iniziativa a coinvolgimento pubblico,

- gestione collegiale del denaro pubblico,

- prospettiva per il lavoro maschile e femminile con flessibilità per la salvaguardia della vita, della persona e della famiglia,

- riduzione del settore terziario, fine a se stesso e superfluo rispetto ad un naturale rapporto produzione-consumo diretto,

- riconversione di produzioni superflui e dannose per l’ambiente, nonché accesso diretto alle fonti primarie di sostentamento,

- reintroduzione di comportamento onesto contro ogni tipo di corruzione, e di sostegno legale contro ogni tipo di violenza,

- altro…

Domanda: se è vero che l’essere umano, nonostante la sua capacità mentale, ha dei limiti naturali e rientra quindi, come ogni altro essere vivente, in una sua propria struttura specifica, naturale, urge sapere come mai solo l’essere umano, a differenza di tutti gli altri esseri viventi, soffra di un fondamentale complesso di inferiorità per quello che è, e reagisca a questo gap tra ciò che è e ciò che la sua fantasia gli prospetta con controproducenti tentativi di superiorità e assoluta mancanza di misura reale di se stesso; inferiorità o superiorità rispetto a chi o che cosa, in definitiva?

Fermate voi, Donne, il braccio dell’uomo che distrugge il mondo! (Paolo VI)

Mamma Ge

 

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