il pettirosso

Notte bianca e cultura in bianco...


Torno a scrivere sul mio blog che non frequento da tempo, per varie ragioni. E quale migliore occasione per tornare se non quella di dire due parole sulla, anzi sulle notti bianche coratine?Già perchè a Corato le notti bianche, queste ipertrofiche manifestazioni dai palinsesti spettacolari sterminati e poco fruibili, sono state persino 2. Be' tant'è, vorrà dire che ce le possiamo permettere. E sì che al Comune sono costate (a quanto pare) euro 62.500 (neanche tanto per tutte quelle esibizioni, spalmate su 2 giorni) che, probabilmente diventano molti di più se si considera il notevole apporto dei privati. Ma sì, quegli stessi privati che con l'Amministrazione Perrone hanno radicalmente (e magicamente) cambiato linea riguardo alla sponsorizzazione degli eventi. Sia come sia, le notti bianche sono state 2 e in sole due giorn...pardon, nottate hanno bruciato decine di migliaia di euro.A pensarci bene è proprio questo il carattere più antipatico delle notti bianche: non il fatto che esse si replichino con poche differenze tra comuni vicinissimi, confinanti (a Corato, come a Barletta, come a Bitonto e a Ruvo...), non la trasposizione in piazza del modello di mero intrattenimento televisivo (sulle brochure di alcuni spettacoli tenuti a Corato si diceva di molti artisti: "visto in Tv", "tizio ha partecipato a questo programma Tv"...), non l'assenza totale di artisti locali, non la sovrabbondanza di persone e la scarsa predisposizione del centro antico ad accogliere tutto quel flusso di gente che, così, non riusciva nemmeno a fruire i piccoli eventi itineranti. No, l'idea più antipatica alla base della notte bianca è quella di poter/dover consumare tutto in un'unica soluzione, l'idea che anche la cultura possa essere ridotta a merce monouso, usata, consumata e gettata sdegnosamente in terra come i piatti di plastica monouso, le forchette di plastica monouso e i tovaglioli di carta monouso che, nell'occasione, ti consegnava il fruttivendolo per farti sorbire una mini porzione di frutta. Dopo averla consumata avidamente in una sera (o due) della cultura (ma può dirsi davvero cultura quella?) non c'è più bisogno, hai fatto il pieno per tutto l'anno. E quindi a che ti servono altre piccole manifestazioni, altre aperture straordinarie del Duomo, altre visite guidate al centro antico? Hai avuto quello che volevi, hai consumato, e ora basta, è la legge dell' (iper)mercato applicata alla cultura, ne riparliamo a dicembre, anzi a Natale e Capodanno...Ecco, questa mi sembra la logica sottesa al consumo di eventi artistici e spettacolari, che poi è la stessa logica che spinge all'organizzazione dei 4-5 mega-eventi con i quali il Sindaco soddisfa la nostra sete di cultura. E devo dire che questa concezione, pur essendo abbastanza di destra, non è patrimonio esclusivo dei seguaci del Cavaliere, anzi.Potremmo dire che quella che ispira la notte bianca non è una una visione di parte, anzi potremmo dire che è abbastanza bipartisan, una filosofia che non scontenta nessuno e fa felici (quasi) tutti.Tutti tranne la cultura, quella che si sottrae alle regole del consumismo, che si alimenta dei piccoli eventi, dei tempi distesi, di luoghi praticabili e "passeggiabili", di quella lentezza che connota il rispetto per se stessi, per gli altri e per i luoghi che frequentiamo. E' questa la cultura che, con la notte bianca non ha niente a che fare e anzi, per causa sua rischia seriamente di andare in bianco...