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Nebbia


Ma a me la nebbia è sempre piaciuta. Certo, chi abita questo territorio di terracqua in fondo è abituato, forse si accompagna alla nebbia meglio di chi non ne conosce la cifra se non sporadicamente. Ma non è da tutti. Eppure scorgere a stento l’ossatura degli argini, mentre ti muovi verso il fiume ha il sapore di un viaggio verso un luogo sconosciuto. Di colpo tutto ciò che ti sembrava familiare diventa terra inesplorata. E’ abbastanza semplice lasciarsi vagabondare, perdersi un po’. Anche le persone, non ti vengono di fronte lentamente, non le scorgi di lontano. Ti appaiono, così, di colpo. Come ombre. E non c’è mai imbarazzo nella nebbia. La nebbia nasconde. E protegge. A me la nebbia piace, si lascia scrivere un po’ come una lavagna. Mi posso divertire a scriverla o disegnarla. E’ facile tornare per un po’ ai giochi di bambino, immaginare avventure, popoli sconosciuti, isole da trovare. Adesso sento la Primavera sulla pelle, mattine di sole. Ancora fredde, ma di sole. Ma il mio angolo di nebbia mi accompagna sempre in un angolo di cuore.