ILPUNGOLO

Ogni vera scienza e tutta la storia, se vengono intese nel modo giusto, confermano l’esistenza di Dio. Questa prova è talmente forte che, come dice la Bibbia: Lo stolto ha detto nel suo cuore:    Non c’è Dio (Salmo 14:1).

La maggior parte degli atei, quindi, non avendo alcuna prova oggettiva su cui fondare la propria fede nell’inesistenza di Dio, alla fine è costretta a ricorrere a delle obiezioni di tipo filosofico e il problema della sofferenza è fra le principali di queste obiezioni. Gli atei si chiedono come possa un Dio di amore permettere che nel suo mondo ci siano guerre, malattie, dolore e morte, soprattutto quando gli effetti di tutte queste cose ricadono in modo più pesante su chi è apparentemente innocente. Allora, o non è un Dio di amore ed è indifferente alla sofferenza umana, oppure non è un Dio potente e quindi non può fare nulla. In entrambi i casi, il Dio biblico, che presumibilmente dovrebbe essere potere assoluto e amore perfetto, diventerebbe un assurdo anacronismo. Questo è ciò che asseriscono!

Si tratta realmente di qualcosa di difficile da capire, ma sicuramente la risposta non si trova nell’ateismo, ne nell’agnosticismo. Anche se nel mondo c’è molto male, vi è anche molto bene. Ciò è dimostrato dal fatto che di solito le persone cercano di aggrapparsi alla vita finché possono. Per di più tutti riconoscono istintivamente che il “bene” è qualcosa di superiore al “male”. Nel profondo del loro cuore, la gente continua a credere che, in qualche modo, alla fine ciò che è “giusto” prevarrà su ciò che è “ingiusto”. Queste certezze innate sono di per se stesse delle prove dell’esistenza di un Dio che è un essere morale e che ha inculcato queste speranze nell’anima umana.

Stando così le cose, dobbiamo riconoscere che anche le nostre proprie menti sono state create da Dio. Noi possiamo usarle solo fino al punto che Dio permette, quindi usarle per mettere in dubbio la sua esistenza e le sue motivazioni è un gesto di grandissima presunzione da parte nostra. « Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?»  ( Genesi 18:25) Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?» ( Romani 9:20). Noi non stabiliamo da soli ciò che giusto; solo il Creatore di tutta la realtà può farlo. Dobbiamo convincerci, sia con la mente che con il cuore, che, lo comprendiamo o meno, qualsiasi cosa Dio fa è giusta per definizione. Convinti di ciò attraverso la fede, siamo liberi di cercare i modi per trarre benefici spirituali sia dalle sofferenze dalla vita che dalle benedizioni. Considerando questo , è utile ricordare sempre le seguenti verità:

1)      In realtà la cosiddetta sofferenza “ innocente”non esiste. Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio( Romani 3;23), nessuno ha il diritto di essere  esente dall’ira di Dio sulla base della sua innocenza.Per quanto riguarda i bambini e altre persone che potrebbero essere mentalmente incapaci di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato , sia dalle Scritture che dall’ esperienza universale risulta evidente che sono peccatori per natura, quindi non appena saranno in grado di scegliere diverranno peccatori per scelta.

2)      In questo momento il mondo è sotto la maledizione di Dio (  Genesi 3:17 Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita) a causa della ribellione dell’uomo contro la Parola di Dio. Questa servitù della corruzione ,con tutta la creazione che geme insieme ed è in travaglio (Romani 8:21,22), è universale e colpisce tutti gl’uomini, la donne e i bambini, ovunque. Dio non creò il mondo così e un giorno rimetterà tutto a posto. Quel giorno Dio asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; ne ci saran più cordoglio, ne grido, ne dolore ( Apocalisse 21:4).

3)      Il Signore Gesù, che fu l’unico uomo veramente “innocente” e “giusto” in tutta la storia, soffrì molto di più di qualsiasi persona mai vissuta. E soffrì in questo modo per noi! Cristo è morto per i nostri peccati( 1°Corinzi 15:3). Gesù soffrì e morì affinché alla fine potesse liberare il mondo dalla maledizione ; anzi, già oggi, Egli può liberare dal peccato e dalla sua schiavitù chiunque lo accetta con fede come Signore e Salvatore personale. Questa grande liberazione dal castigo del peccato innato e dal peccato intenzionale molto probabilmente assicura la salvezza anche a chi è morto prima di raggiungere un età in cui potesse distinguere consapevolmente ciò che è sbagliato da ciò che è giusto.

4)      Con la nostra fede completa nella bontà di Dio e nella redenzione di Cristo possiamo riconoscere che le nostre sofferenze presenti possono essere volte alla Sua gloria e al nostro bene. Le sofferenze degli uomini non salvati spesso sono utilizzate dallo Spirito Santo perché essi capiscano di aver bisogno di salvezza e perché si volgano a Cristo con pentimento e con fede. La sofferenza per i cristiani, se sono stati per essa esercitati               ( cfr. Ebrei 12:11), dovrebbe sempre essere un mezzo per creare una più forte dipendenza da Dio e un carattere più simile a quello di Cristo.

Pertanto, Dio è amorevole e misericordioso anche quando,”nel presente”, permette che prove e sofferenze vengano nelle nostre vite . ( Romani 8:28 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno).