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«Alla Biblioteca Gambalunga di Rimini è stato ritrovato un codice autografo
di Leone Allacci, grande intellettuale del XVII secolo. La scoperta,
che ha suscitato la sorpresa e la quasi incredulità degli specialisti,
è merito di una giovane laureanda austriaca dell'Università di Bologna,
Claudia Sojer.»
Questa notizia mi ha provocato una bella curiosità, come sono belle tutte le curiosità legate alla storia ed ai libri.
Il codice non è stato «ritrovato». Esso non era mai andato perduto, come
si è letto in qualche quotidiano, semplicemente ora si sa chi è il
padre del manoscritto. Cioè chi ne è l'autore.
Senza nulla togliere ai meriti di Claudia Sojer, va precisato che la studiosa
Donatella Frioli nel volume "I codici del Cardinale Garampi" (1986),
pagina 27, elenca un manoscritto sec. XVI e scrive: "Il Garampi ha in
genere apposto di sua mano i titoli delle singole opere, con rinvio
all'edizione dell'Allacci, cui si fa esplicito riferimento...".
Quindi Garampi aveva già fornito utile notizia per l'identificazione odierna.
Sinceramente ad essere chiari, bisognava dire (anzi bisogna scrivere) che la giovane studiosa, sulla scorta delle annotazioni di Giuseppe Garampi e delle
pagine di Donatella Frioli, è riuscita a dare sicura paternità al manoscritto della Gambalunga.
Su Leone Allacci si veda Wikipedia qui o qui.
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