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Rincara la dose Filippo Andreatta, sul «Corriere di Bologna» di oggi, pensando al futuro Pd: «La Margherita si sta sfaldando di fronte alla granitica posizione dei Ds e in qualche modo oggi è già sciolta nel Pd. Mi sembra emergano due posizioni: da un lato chi china la testa di fronte ai Ds e viene unificato solo dalla sete di poltrone e di potere. E confluisce nella maggioranza del futuro Pd. Dall'altro lato c'è chi cerca ancora di mantenere una posizione autonoma».
Andreatta si rivolge anche a Veltroni: che partito vuole, una "caserma" con umori staliniani o quella nuova aggregazione di cui si parlava un tempo, ed alla quale lui stesso (Andreatta) ha dedicato tante energie?
La materia del contendere in apparenza è bizzarra: le «feste dell'Unità». Ma dietro ci sta invece il nocciolo del problema. Quando il Partito democratico si aggregherà in pubbliche manifestazioni, appunto la festa del partito stesso, dovrà indossare le vecchie magliette dell'organo del Pci?
L'ex sindaco di Bologna Renato Zangheri, che è stato anche docente universitario ed è uno storico di vaglia, rimette ogni decisione ai militanti.
Ma a quali militanti? Non a quelli del Pd nascituro ma ai fedelissimi delle «feste dell'Unità». Beh, insomma è un modo elegante per dire che nulla dovrà cambiare.
Modesta proposta: che si facciano le «feste dell'Artusi in unità sotto l'Ulivo».
Al precedente post su Filippo Andreatta.
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