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Non ha tutti i torti il ministro Clemente Mastella quando distingue le persone che (come suol dirsi) si sono fatte da loro stesse, da quelle che hanno sangue blu o discendono da magnanimi lombi. I quali garantiscono rendite di posizione e di prestigio pure in una società democratica o presunta tale come quella italiana del 2007. Anzi Mastella ha ragione da vendere.
L'occasione per il suo politico distinguo, è stata la conferenza stampa di stamani con cui ha criticato la trasmissione di «Annozero» di ieri sera. Che ho non visto, avendo preferito ascoltare Rai.News.24 (sul digitale), dove si è parlato a lungo ed approfonditamente di due libri. Uno sui finanziamenti di Stato alle aziende editoriali, significativamente intitolato «La casta dei giornali» di Beppe Lopez. E l'altro sul lavoro precario.
Mastella stamani alludeva alla co-conduttrice di «Annozero», la contessina Beatrice Borromeo, che il ministro ha definito una «velinista», termine nuovo che farà scorrere fiumi d'inchiostro. E che credo possa spiegarsi come un incrocio fra la «velina» che balla nel tg satirico di Antonio Ricci e la cronista che guida una trasmissione d'attualità.
Se è così, c'è del genio e della serena perfidia da parte del ministro, in quella sua «velinista» sbattuta in faccia alla graziosa signorina Borromeo.
Mastella ha poi rincarato la dose, spiegando che il governo deve impegnarsi «per quei 7 milioni di italiani, soprattutto al sud, che non hanno come la signorina Borromeo ville di famiglia, isole su qualche lago...».
Bella battuta, bel programma politico talmente spinto a sinistra, che forse nelle prossime ore qualche rimorso verrà al ministro.
Mastella ha aggiunto: «Io ho il dovere, a differenza di altri, di badare a questi che a differenza di altri non hanno natali illustri, che si sono fatti da sè, che non hanno cognomi di case reali, di conti, di marchesi. Penso a questi giovani anziché a signorine di buona famiglia che evidentemente, non so con quali concorso, sono diventate veliniste di trasmissioni...».
Forse il ministro sa che in certi ambienti si diventa qualcosa o qualcuno senza bisogno di concorso.
Questa coda finale Mastella poteva risparmiarsela, lasciarla a chi critica lo strapotere della casta politica.
Mastella è uomo di mondo, sa essere spiritoso, ha diritto a sentirsi offeso, ma su questo aspetto non posso giudicare perché ho accuratamente evitato Santoro che mi provoca accenni di turbe psico-somatiche con quel suo affannoso dire per ore ed ore.
Oggi si è parlato tanto anche del termine «bamboccioni» usato ieri da un altro ministro, il famoso TPS, a proposito dei giovani che non escono dalle famiglie di origine neppure con i primi capelli bianchi.
Battuta infelice, ha commentato Veltroni. Battuta inevitabile, direi, in un Paese in cui la verità delle notizie nascoste emerge soltanto dal tg satirico di Antonio Ricci.
TPS è vittima di quest'Italia che è stata scossa recentemente da un comico come Beppe Grillo, e che crede di potersi salvare imitando il modello apparso sulla scena mediatica. Ma il modello sperava che i politici seri non imitassero i politici per scherzo come appunto lo stesso Grillo.
Ma... Ma c'è sempre un ma nella storia e nella vita.
Ma, come ha spiegato Veltroni oggi per via radiofonica: «La politica italiana ha perso la capacità di capire la vita reale delle persone».
Ma, come ha scritto concludendo il suo editoriale Lucia Annunziata sulla «Stampa» di oggi, le liste del Pd «sembrano straordinariamente poco nuove. Più un’operazione per portare dentro un pezzo di politica che era in attesa di entrare, che l’annuncio di un rigoglioso nuovo organismo».
Ma, di quanto accaduto nel grembo del Pd, non è però colpa né di Santoro, né di Mastella né della graziosa signorina Borromeo.
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>> Il ministro Mastella e gli sgherri manzoniani. su Sale del mondo.... Ricevuto in data 06/10/07 @ 16:38
Il ministro ha censurato il mio civile, educato invito a dimettersi. La forza della rete ha parto... (continua)
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