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Meglio soli, dice Veltroni

Post n°389 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da monari
 


Prodiparisi Insomma, meglio soli che male accompagnati. Walter Veltroni ha dichiarato che il Pd anche per il Senato correrà appunto da solo, perché nella sinistra ci sono due posizioni (inconciliabili, aggiungo io, interpretando il pensiero di Veltroni): "Una grande forza dell'innovazione riformista e una grande forza della sinistra radicale".



Beh, questo si sapeva anche due secoli fa, a fine Ottocento tanto per fare un peso a buon mercato. E poi anche dopo, per tutto il secolo scorso, crollo del muro di Berlino compreso, e con l'aggiunta della caduta del comunismo sovietico, e chi più ne ha più ne metta (mica è un trattato di Storia, questo post...).



Quindi niente di nuovo sotto il sole, tranne un particolare. Che questa sera Veltroni, uomo solo al comando come il leggendario Fausto Coppi sullo Stelvio, ha definito "pasticci" le posizioni che non condivide. E strano caso, proprio stamani l'ultimo appello in tempo utile era apparso sul "Corriere della Sera" in una lettera al direttore firmata da Arturo Parisi.

"Non distruggiamo il centrosinistra e il bipolarismo" ma ripartiamo "dall'alleanza dell'Ulivo", ha scritto Parisi. Aggiungendo: "Attendiamo ancora che qualcuno ci spieghi qual è il motivo che ci costringe ad assecondare una legge divisiva continuando a dividerci, distruggendo al tempo stesso il centrosinistra e il bipolarismo in Italia".



La risposta, fredda e brutale pur nella sua prevedibilità, è arrivata con la staffilata di Veltroni: "Non credo abbia senso fare qualcosa di pasticciato. Gli italiani hanno bisogno di chiarezza. Questo è un Paese in cui la politica non rischia mai, è arrivato il momento di rischiare e questa è la nostra scelta''.

Saranno possibili ''accordi programmatici con chi sta nel campo riformista, ma non con la sinistra radicale''. Con la quale si potrà collaborare soltanto a "livello locale".



Massimo Franco stamani sul "Corriere della Sera", quasi a fianco della lettera di Parisi, gli rispondeva in anticipo con due eleganti ma feroci colpi di fioretto, uno per il segretario del Pd e l'altro per il capo di governo dimissionario: "Ad un Pd che riconosce Berlusconi come interlocutore non basta affidarsi a Veltroni: deve anche archiviare un prodismo che ha fatto della lotta irriducibile al Cavaliere la propria fonte di legittimazione".



Soltanto in nome dell'euro pagato al giornalaio per acquistare il "Corriere", mi chiedo dove sia stata combattuta questa "lotta irriducibile" di Prodi al Cavaliere. Almeno avesse fatto approvare la legge sul conflitto d'interesse...



Per recuperare quell'euro scommettiamo che Veltroni perderà le elezioni? Forse nessuno è disposto a partecipare, vista la prevedibilità dell'evento. Come la risposta di WV a Parisi.




[Anno III, post n. 39 (416)]



Fonte foto, Unità


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