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Post n°468 pubblicato il 10 Settembre 2008 da monari
Primavera 1954. Ultimo giorno di scuola della prima media, con l'insegnante di Lettere, Romolo Comandini. Lo salutammo regalandogli un libro, le "Lettere dei condannati a morte della Resistenza". Il professore lo aprì e ne lesse alcune pagine, piangendo. Per la prima volta scoprimmo il vero volto della Storia, con atrocità e tragedie.
Più avanti negli anni avrei compreso il motivo di quel pianto.
Nel 1942-43, richiamato alle armi, Romolo Comandini si trova ad operare in zona di guerra, in Jugoslavia: "[…] se si guardano i bimbi", scrive in un inedito, "un nodo sale alla gola: sono ombre di se stessi. Hanno fame. Vedo alcune madri che colle mani sgranano spighe di grano, che poi viene macinato tra due pietre".
È il 13 giugno 1943, giorno di Pentecoste, nel villaggio di Zaton in Dalmazia, verso le 10 del mattino: i soldati italiani spartiscono con quelle madri e quei bimbi il loro rancio.
La VII Compagnia comandata dal tenente Comandini è poi inviata in una località vicina. Nel frattempo, tredici donne (la più giovane ha 17 anni), vengono passate per le armi da altri militari italiani: con loro, sono fucilati anche un ragazzo di 16 anni e quattro uomini.
Tutte le diciotto vittime sono ufficialmente considerate "favoreggiatori ribelli", e responsabili dell'uccisione di alcuni appartenenti a bande anticomuniste italiane, avvenuta ad otto chilometri da Zaton, villaggio da cui non si poteva né entrare né uscire, per ordine delle nostre autorità. Fatto prigioniero, Comandini è deportato in Germania, dall'ottobre 1943 all'agosto 1945.
Nel rendere omaggio alla sua memoria, richiamo il tema di cui si parla in questi giorni, il valore dell'antifascismo, oggi.
Savino Pezzotta, deputato dell'Udc, stamani con "Repubblica" ha ricordato il sacrificio di suo padre, Giuseppe Francesco, morto a Dachau a 29 anni. Era un alpino sopravvissuto alla campagna di Russia, non aderì alla "repubblichina" di Salò, fu uno di quelli che "scelsero di morire di fame e di stenti per fedeltà allo Stato non a Mussolini".
Conclude Pezzotta con una dolorosa constatazione storica: "...avanza questa specie di revisionismo che vuole svuotare l'elemento fondativo della Repubblica. In molti modi stanno cercando di mettere in discussione la Costituzione".
Onorevole Pezzotta, si ricordi di queste sue parole e delle storia di suo padre, anche quando come Udc fate l'occhiolino ai signori del governo Berlusconi od ai loro stretti parenti.
Nella foto, i Tre Martiri di Rimini, da "Vuoti di memoria" in questo blog.
[Anno III, post n. 276 (653), © by Antonio Montanari 2008]
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sono assolutamente indignato per tutta questa situaione......
Inviato da: nospacenotime
il 29/09/2008 alle 18:44
Devo aver fatto l'università un po' i anni dopo...
Inviato da: amoildeserto
il 13/09/2008 alle 21:44
Ma forse é più facile chiedere a un bambino - sia pure nero...
Inviato da: angeligian
il 03/08/2008 alle 07:53
troppa violenza e ci vorrebbero delle misure concrete...
Inviato da: ninaciminelli
il 21/07/2008 alle 22:44
buona serata post interessante concordo forse un quiz...
Inviato da: filtr
il 20/07/2008 alle 21:43
Inviato da: nospacenotime
il 29/09/2008 alle 18:44
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