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Gli sbrionzi di Riace

Post n°581 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da monari

Blog_berl_bronzo Per il G8 del prossimo luglio in Sardegna, Berlusconi vorrebbe avere a disposizione anche i Bronzi di Riace. Si sa come è il personaggio. Ha la passione per l'arredamento. Al G8 di Genova, 2001, fece attaccare i limoni con la colla ad alberelli spogli che montavano la guardia senza convinzione e dignità vegetativa. La Natura, secondo il Cavaliere, è manipolabile come la sua capigliatura. Ciò che non c'è, s'importa. E che gli importa se poi il risultato è quello di una scenografia teatrale di cartapesta da sfilata del carnevale di Viareggio?

La notizia sui Bronzi di Riace ci permette di intitolare impunemente questo post. Avremmo voluto invece ispirarci ad una frase che leggiamo virgolettata nel saggio composto da Fabrizio Rondolino nella pagina culturale della "Stampa", e che riguarda certe opere letterarie odierne, così "alte" da essere accettate impunemente "in qualche parnaso di stronzi".

Ecco il nostro pensiero segreto. Il titolo ideale per questo post era: "Gli stronzi di Riace". Ma temendo di essere troppo audaci, abbiamo rinunciato al progetto e ci siamo affidati alla riverenza verso la notizia dei Bronzi da esporre in Sardegna.

Nel giornalismo, la riverenza è un gesto semplice e consuetudinario. A tal punto che è stata criticata anche dal buonista Veltroni, pur con un giro di parole illuminante. Anch'egli sulla "Stampa", ha detto che oggi come oggi c'è "un problema di racconto della politica italiana": "Gran parte dei politici e dei giornalisti si è formata in un tempo che non c'è più".

Da buon interprete della cultura mass-mediatica, Veltroni accenna a quell'eterna questione sui rapporti fra giornali e politica, spesso risolta appunto seguendo la linea che abbiamo definito della "riverenza".
Se faccio una proposta del governo-ombra, spiega Veltroni, mi dedicano tre righe. Se parlo delle "vicende interne" del Pd "o contro Berlusconi", mi danno nove colonne. Ovvio. Il tutto risponde al desiderio di compiacere il potente di turno.

Ecco, il "problema di racconto" della politica spiegato da Veltroni, ci ha fatto balenare pericolosamente agli occhi la citazione virgolettata da Rondolino sulle opere letterarie così "alte" da essere accettate impunemente "in qualche parnaso di stronzi".

E se questo parnaso fosse pure quello dei politici e di quanto girano loro attorno, sia che si trovino ad ammirare i Bronzi a Riace o passino il loro tempo altrove?

[15.02.2009, anno IV, post n. 53 (773), © by Antonio Montanari 2009. Mail]

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