Messaggi di Febbraio 2017

Rimini, 1936: nasce il Festival della canzone

Post n°1186 pubblicato il 11 Febbraio 2017 da monari

A proposito del festival di San Remo.

A Rimini, per il ferragosto del 1936, quello delle picconate di Mussolini all'arco d'Augusto, si organizza al Kursaal il festival della canzone italiana diretto dal maestro Antonio Di Jorio (1890-1981). Un testo dice: «Vorrei toccare le tue coscette fresche…». Non piace, è poco virile, per niente militarista.
Valfredo Montanari raccontò a Gianni Bezzi («il Resto del Carlino», 13.2.1962): «Il vero successo si ottenne l'anno successivo. Il 5 agosto 1937, cinquemila persone affollarono il parco del Kursaal» che non era soltanto «il più raffinato edificio della città» ma anche uno dei 'personaggi' che «diedero la loro impronta, la loro voce, il loro spirito alla storia di una marina che accolse gente di ogni Paese».
Come ogni bella idea riminese, non va avanti. Per il festival, nel dopoguerra ad imitarci ci pensa Sanremo. Dove (1951) si sente un “Grazie dei fior”. Rivolto a Rimini?
A proposito del Kursaal. La storia della ricostruzione nel dopoguerra, a Rimini comincia con una demolizione. Sembra paradossale, ma è la semplice verità. Il Kursaal fu la vittima designata e quasi sacrificale del nuovo corso politico che si voleva dare alla nostra città.
La demolizione del Kursaal è decisa il 13 marzo 1948, dal Consiglio comunale riunito in convocazione straordinaria ed urgente. Il sindaco ing. Cesare Bianchini (pci) dirige i lavori, a cui assistono 28 dei 40 consiglieri eletti. Soltanto pci e psi sono favorevoli, esprimendo i 18 voti con cui passa la delibera: i due gruppi in Consiglio contano però 27 componenti. Quindi, nove di loro non sono presenti alla seduta. Tutto cià risulta da una ricerca compiuta dall'arch. Oscar Mussoni, come leggo in un mio articolo apparso sul "Ponte" n. 1 del 1992.

Sul tema rimando a quest'altra pagina, apparsa sul "Ponte" il 26.03.1989:
1936. Non eran solo canzonette.

Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA


 
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Malatesti malati, 2001

Post n°1185 pubblicato il 09 Febbraio 2017 da monari

Sigismondo, dica «33»
Le malattie dei Malatesti


Stefano De Carolis nell'Annuario 2001 dell'Ordine dei Medici (Bollettino n. 2, anno III) racconta «Le malattie dei Malatesti». Si comincia con Paolo e Francesca, i cognati di cui si sa soltanto (da Dante) che furono uccisi: «Ma i cadaveri dove sono finiti?» si chiede De Carolis citando un testo del 1581 che li vuole sepolti in sant'Agostino e ricoperti di abiti di seta (resistenti al trascorrere del tempo: una specie di spot pubblicitario adatto all'argomento del testo: «Il vermicello della seta» di Giovanni Andrea Corsucci di Sassocorvaro).
Segue il padre di Sigismondo, Pandolfo III, morto dopo aver sposato la terza moglie: malandato in salute un po' per il continuo uso delle armi e un po' per le cattive abitudini alimentari (carni rosse e formaggi).
Il beato Galeotto Roberto, figlio naturale di Pandolfo III, e fratello di Sigismondo, condusse una vita di penitenza, dopo essersi sposato controvoglia («pare») con Margherita d'Este. Sigismondo aveva una bella testa grande («capacità superiore alla media», naso aquilino e mento sporgente). Negli ultimi anni di sua vita soffrì di febbri malariche, contratte in guerra, e di una «disperata malinconia».
Sua moglie Polissena Sforza morì durante una pestilenza. Vuole la leggenda che sia stato lo stesso Sigismondo ad ucciderla o a farla eliminare (De Carolis racconta anche le relative polemiche relative al fatto, che proseguono tuttora).
Di Isotta sono sappiamo praticamente nulla: il mistero dell'Amore prende il sopravvento sulle indagini scientifiche, una volta tanto. Nel 1756 il suo corpo apparve privo di vesti, durante la prima delle quattro ricognizioni effettuate nelle tombe malatestiane (chissà perché, poi, non si lasciano in pace i morti: che cosa cambi, nel mondo, non sappiamo, con tutti questi esami su poveri resti, che tali restano anche se di persone illustri).
Ultimo compare Roberto, figlio di Sigismondo e di Vannetta de' Toschi, ucciso da una febbre terzana doppia (con fortissima diarrea), contratta mentre combatteva in una zona paludosa laziale.

Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA

 
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Foto ANSA da Bologna

Post n°1184 pubblicato il 06 Febbraio 2017 da monari


Fuorisacco, 06.02.2017.  Contro Trump, giovani a Bologna

Foto dal sito dell'Agenzia Ansa.



Il testo della traduzione lo abbiamo aggiunto noi.

Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA


 
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