Il roveto

Gianfry Fini

Prima il Duce era il miglior statista del Novecento, adesso il fascismo è male assoluto. Prima proponeva il progetto Fascismo Duemila,a desso si riconosce nei valori dell'antifascismo. Prima faceva l'esemplare padre di famiglia, poi si è legato con Elisabetta Tulliani, già legata all'apollineo Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia calcio. A tal proposito  Eli ha confessato: "Sarebbe sciocco negarlo. Allora avevo 28 anni, ero libera e lo era anche lui. Ci siamo frequentati e questo rapporto mi ha arricchito anche professionalmente". Lucianone l'altruista, che arricchisce non se stesso, ma gli altri. La prima moglie, invece, sembrava implicata in maneggi poco chiari con la sanità romana, ma non se n'è più parlato, talché è lecito arguire che è stata scagionata. Gianfry adesso si erge a paladino contro la corruzio. Prima era quello dell'Italia agli italiani, adesso è quello dell'Italia "a chi la ama", ossia a tutti, quindi a nessuno. Prima era quello dei valori nazionali, adesso è quello della cittadinanza facile e del diritto di voto agli immigrati. Ma che credibilità potrà mai avere costui? Ricorda molto quei fascisti che l'8 settembre '43 o il 25 aprile '45 fecero un rapido cambio di casacca (rivoltandola). Tuttavia, se tale operazione (vulgo salto del fosso) 60 anni fa era giustificabile dalla tragicità degli eventi (20 mila fascisti furono epurati -con il piombo- nel c.d. triangolo rosso emiliano fino alla fine del 1946: G. Pansa "Il sangue dei vinti"), farla nel 2010 rivela tutta la sua deprecabile ipocrisia.