Il Tempio di Murphy

LA ROBA

Bernardo Caprotti e Giancarlo Panizza sono due arzilli vecchietti.

Classe 1925 il primo e 1932 l'altro. Centosessantatrè (163) anni in due. Quaranta per gamba con il resto di tre.

Pensereste di vederli al parco, seduti sull'immancabile panchina, intenti a controllare i loro numerosi nipotini. O forse no, data l'età, il pensiero corre a qualche Casa di Riposo per Anziani.

Niente di tutto questo per Bernardo Caprotti e Giancarlo Panizza, affermati imprenditori nel settore della Grande Distribuzione. Giunti alla soglia del pensionamento ancora carichi di energia, hanno pensato bene di continuare ad esercitare l'unica attività nella quale per tutta la vita avevano eccelso:

L'accumulo di denaro.

Molti sacrificano sull'altare del lavoro la propria esistenza al solo scopo di consegnare ai loro discendenti una vita più agiata.

Niente di tutto questo per Bernardo Caprotti e Giancarlo Panizza, affermati imprenditori nel settore della Grande Distribuzione.

Anche se in periodi diversi, entrambi hanno provveduto di fatto a "diseredare" i rispettivi figli maschi:

Tenuto lontano dalla stanza dei bottoni il figlio (36 anni) di Panizza ed estromesso dalla gestione operativa Giuseppe Caprotti (50 anni).

Evidentemente insoddisfatto del tasso di crescita della propria Esselunga, nel 1998 il Caprotti tentò una scalata ostile al gruppo Il Gigante di cui era, ed è ancora oggi, proprietario il Panizza.

Quest'ultimo, accortosi della mala parata, chiamò a raccolta gli azionisti amici e riuscì a fermare il rivale sulla linea del 25,5 per cento. Da allora scaramucce e dispetti si sono susseguiti in una sarabanda di situazioni da "vecchietti irresistibili" (qualcuno di voi ricorda Walter Matthau e Jack Lemmon ?). Situazioni che sarebbero comiche se non fosse tragica realtà.

Questi uomini combattono per un futuro che non gli appartiene più, ma ciò che ancora è più tragico è che le loro decisioni condizionano la vita di chi un futuro, per il momento, ce l'ha ancora.

Da qui a Silvio Berlusconi, che con le sue bizze condiziona un'intera Nazione, il passo è breve.....ma non ne voglio parlare.....l'ho già fatto...!!

Penso invece a quanto vediamo anche in ambito sportivo. I supercampioni del passato si ritiravano carichi di onori e se possibile imbattuti. Ne poteva andare dell'orgoglio ed il rispetto del proprio pubblico. Oggi invece assistiamo a sorprendenti ed apparentemente ingiustificati rientri. Armstrong, Schumacher e Marcello Lippi sono forse gli esempi più noti e vicini nel tempo.

Denaro: E' l'unica spiegazione che ho saputo trovare. Voi ne avete di migliori ?

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Di una cosa sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov'era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla! E stava delle ore seduto sul corbello, col mento nelle mani, a guardare le sue vigne che gli verdeggiavano sotto gli occhi, e i campi che ondeggiavano di spighe come un mare, e gli oliveti che velavano la montagna come una nebbia, e se un ragazzo seminudo gli passava dinanzi, curvo sotto il peso come un asino stanco, gli lanciava il suo bastone fra le gambe, per invidia, e borbottava: - Guardate chi ha i giorni lunghi! costui che non ha niente! -

Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all'anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: - Roba mia, vientene con me! -

(Giovanni Verga)

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G.P.