Il Viaggiatore

I furbetti del circuitino


Un italiano dentro di sé lo sa che appartiene ad un Paese di "furbetti". Storie di marciume vario vengono alla luce un po' a tutti i livelli. Qualcuno paga, qualcuno se la cava, solitamente chi paga riesce a scontare il tutto con un buffetto sulla guancia o poco più. Si parte sempre da tolleranza zero (quanto ci piace riempirci la bocca di modi di dire affascinanti senza poi far niente per dare seguito ai tentativi di cambiamento), poi piano piano la nebbia torna a depositarsi sui vari "porti" italiani e tutto più o meno rimane come prima. Anche se non lo diciamo apertamente lo sappiamo di essere un popolo un po' cialtrone che in fondo i furbetti li ammira. Un popolo in cui la differenza tra chi paga e chi no è spesso la possibilità o meno di farsi fare una bella legge "salvaquesto" o "salvaquello".Questa specie di complesso interiore di inferiorità emerge anche quando ci rapportiamo con alcuni Paesi a noi vicini: tedeschi, inglesi, francesi, quelli sì che sono gente seria. E loro stessi si atteggiano a poveri ingenuotti corretti e leali che corrono sempre il rischio di essere defraufati di quanto faticosamente meritato con il lavoro dal furbo italiano che aggira le regole e alla fine li frega. Gli piace farci le lezioncine di persona e sui loro rispettabilissimi giornali.A me questa specie di ordine naturale delle cose potrebbe pure stare bene, però a questo punto mi girano (molto) le balle quando questi perfetti gentlemen, onesti, leali, corretti, riescono a giudicarsi innocenti di una cosa come il furto dei progetti della Ferrari di Formula 1. Cioè, la Juventus siamo riusciti a mandarla in serie B. La McLarenMercedes (cioè inglesi e tedeschi) invece è innocente perché beh, sì, aveva rubato i progetti Ferrari (ma solo 1 tecnico però...), se li era studiati (sì, ma solo qualche capo-progettista, così tanto per passare il tempo qualche mese...), aveva fatto un reclamo su un pezzo invisibile della Ferrari (invece di denunciare la cosa), ha licenziato il solito capo espiatorio (il Cusani o Citaristi di turno) quando proprio non ne poteva fare più a meno, però alla fine non ha tratto alcun vantaggio dalla cosa... cioè, in uno sport(?) dove la differenza di prestazione è un battito di ciglio, questi qua hanno capito 'sta cosa stando a pensarci qualche oretta in un albergo. Però attenzione birbanti, dice in sostanza la sentenza, se nei prossimi anni (quando le regole saranno cambiate e quindi anche le macchine) doveste fare qualche marachella con i progetti rubati... finite a sculaccioni eh! (oddio, mi preoccupo un po', non saranno stati troppo severi con questi poveretti?).Probabilmente la nomea degli italiani è meritata, ma la "furbite" è una  malattia molto più diffusa di quanto si creda.Ciao a tutti!