Ecole de photos
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Post n°2 pubblicato il 08 Luglio 2008 da il_fotografo64
Cominciamo con le basi della fotografia, e cioè come funziona un apparecchio fotografico dagli albori delle camere “obscure” fino ad arrivare ai giorni nostri con le più moderne e sofisticate reflex o compatte digitali. La conoscenza della fisica della “camera obscura” affonda le radici negli studi ottici degli antichi greci, tuttavia rimase inapplicata fino al rinascimento, quando gli artisti avvertirono la necessità di una rappresentazione più fedele della realtà. Nel corso del tempo la camera obscura assunse molte forme diverse: poteva essere una carrozza oscurata, una tenda o una scatola. Queste fotocamere furono l’anticamera dei moderni apparecchi che tutti noi utilizziamo oggigiorno. Le fotocamere a cassette scorrevoli non sono altro che la camera oscura di Kaspar Schott modificata per accogliere un supporto sensibile al posto del vetro su cui viene proiettata l'mmagine. Le due cassette, scorrevoli una dentro l'altra, permettono di variare la distanza fra la lente e il piano su cui si forma l'immagine, e quindi di mettere a fuoco la camera. Niépce, Daguerre e Talbot utilizzarono tutti fotocamere di questo tipo, magari con qualche curiosa variante: ad esempio quelle utilizzate da Talbot per i primi esperimenti ad annerimento diretto avevano un foro di ispezione, chiuso da un tappo, nella parte anteriore: i tempi di esposizione erano così lunghi che una sbirciata di verifica di tanto in tanto non arrecava nessun danno all'immagine. A questo punto possiamo concludere affermando che un apparecchio fotografico è composto da: Un corpo dove risiedono la maggior parte dei meccanismi che lo compongono, un obbiettivo che permette di focalizzare l'immagine da riprodurre prima di imprimere la fotografia sulla pellicola o sul sensore CCD o C-mos digitale. Nel corpo macchina risiedono i meccanismi principali che sono: L'otturatore e la scala dei tempi che lo regolano, la tendina che permette con l'apertura della stessa alla luce di impressionare la pellicola o il sensore, il diaframma che è quasi sempre contenuto nell'obbiettivo e che permette la regolazione della quantità di luce che entra, l'obbiettivo che attraverso le lenti permette di regolare la messa a fuoco delle immagini prima di scattare una fotografia, uno specchio e un pentaprisma ( nel caso di una reflex ) che raddrizzano e trasportano le immagini fino al mirino dove noi costruiamo l'immagine che vogliamo imprimere e infine un esposimetro che, leggendo la luce sul soggetto da fotografare, ci permetterà di utilizzare il corretto abbinamento tempo-diaframma in base alla luce esistente in una data situazione. |
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