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Post n°209 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da Sembrava_Impossibile
IO CI PROVO – PARTE SECONDA Per il cinema decidemmo per il giovedì della settimana successiva, ma annullò l’appuntamento due ore prima di vederci per problemi a casa; rinviò semplicemente al giovedì successivo (perché non sabato o domenica?): questo mi fece supporre che ero stato eletto uomo del giovedì, che, rispetto a “uomo di scorta”, è per me già un bel motivo d’orgoglio. Il giovedì successivo l’appuntamento era alle 19 in un centro commerciale, visto che dovevo fare un po’ di compere. Io, in virtù dell’esperienza della cena di due settimane prima, mi feci furbo e andai al centro commerciale, direttamente dal lavoro un quarto d’ora prima: avrei avuto tutto il tempo di fermarmi alla pizzeria o al mc donald del centro commerciale per mangiare senza sentirmi un criminale per il semplice fatto di ingerire calorie senza smaltirle adeguatamente. Parcheggiai dalla parte opposta della pizzeria; attraversando i negozi del centro commerciale mi fermai ad un tabaccaio e comprai un kinder bueno che divorai velocemente, tanta era la fame che avevo “Intanto incamero un po’ di zuccheri” mi dicevo. Nel momento stesso in cui iniziai a fare la fila per lo scontrino in pizzeria mi arrivò la sua chiamata “Sono arrivata, dove sei?”. Era in anticipo, ovviamente non feci in tempo a mangiare. Fatte le compere, ci dirigemmo alla multisala. Era abbastanza presto pertanto proposi di mangiare qualcosa prima della proiezione: il mio stomaco iniziava a brontolare. Lei, con uno sguardo che era tutto un programma, come a dire “Mangiare? Sei pazzo?!”, rifiutò… riuscii a convincerla per un caffè che lei prese ovviamente senza zucchero. Vedemmo il film “La ricerca della felicità” di Muccino, che per me, in quel momento, aveva la forma di un hot dog, una bistecca di vitello, un piatto di lasagne, di qualunque cosa fosse in grado di attenuare i sintomi della fame. Alla fine del film non ci vedevo per la fame: ci dirigemmo verso le macchine, e proprio nel momento in cui stavo per chiederle se le andava di mangiare qualcosa insieme, mi disse: “Bene, adesso VAI a mangiare qualcosa?”. Ovviamente le mie braccia si erano staccate dal resto del corpo anche se, non so come, non caddero a terra. Risposi che sarei tornato a casa perché avevo delle camicie da stirare per l’indomani. Il giorno dopo mi mandò un sms un po’ “languido”, sulla tenerezza che le suscitavo per il fatto di stirare le camicie a tarda ora; le risposi un po’ freddamente. In realtà passai la serata non a stirare ma a cucinare una bella bistecca con patatine fritte per riempire la voragine che si era creata nel mio stomaco. Con molta poca galanteria non mi sono più fatto vivo con lei. Sono convinto che troverà tanti altri uomini in grado di apprezzarla. Sono diventato un incostante e un intollerante. Non sopporto le mie ossessioni, figurarsi quelle degli altri. La mia misoginia è diventata incurabile; sto diventando sempre più simile ad un vecchio sclerotico che ad un essere umano. E la cosa non mi entusiasma per niente. -Fine-
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