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Post n°170 pubblicato il 08 Giugno 2006 da Sembrava_Impossibile
IL RATTUSO Una delle figure che mi hanno sempre affascinato nelle relazioni sociali è quella del rattuso. Nell’Italia Centro-Meridionale dicesi RATTUSO quell’animale che ricorda vagamente un essere umano, capace di attaccarsi a qualunque cosa assomigli vagamente ad un essere di sesso femminile, con l’intento di provarci, far colpo, ottenere un’uscita, un aperitivo e tutto il resto. In ogni gruppo o comitiva che ho frequentato è sempre stato presente almeno un rattuso. Egli cerca sempre di mimetizzarsi nelle comitive con presenze femminili; però, per non dare troppo nell’occhio, inizia a relazionarsi dapprima con gli uomini costruendo un’immagine da uomo di mondo che la sa lunga sulla vita e sulle donne, per poi strisciare (in quanto essere fondamentalmente viscido e sfigato) verso le sue prede e cercare, in ogni modo, di raggiungere il suo obiettivo. Caratteristica fondamentale è il suo ambiguo e artefatto comportamento; quando parla con gli uomini, in assenza di donne, si comporta da amicone, vantando i suoi successi, esibendo tutte le sue tacche e illustrando i suoi metodi di conquista: generalmente il metodo statistico è il più utilizzato (“se ci provi con dieci donne, anche se nove ti dicono di no almeno una ci starà”). Appena arriva un essere di sesso femminile (può essere anche una lumaca, per lui è uguale), molla brutalmente su due piedi i suoi interlocutori uomini e inizia la sua opera di convincimento/seduzione a base di aforismi di Oscar Wilde imparati a memoria e spacciati per propri, languide frasi ad effetto e sorrisi finti. Non fa distinzione tra donne fidanzate, sposate o single; tutto fa brodo. E’ sempre accondiscendente e trova terreno fertile di fronte ad una seppur piccola apertura dall’altra parte; grande è la sua capacità di approfittare delle debolezze femminili. In genere è ostinato, non demorde, e un no secco viene interpretato da lui come “paura di provare sentimenti, periodo difficile, ma se glielo chiedo un’altra volta cadrà ai miei piedi”; quando si convincerà che quel no voleva dire no, allora la sua teoria è “Quella non scopa abbastanza”. Nella scelta delle sue prede segue un criterio di avvenenza decrescente, dalla più carina a quella meno carina; una volta esaurite tutte le sue cartucce, fa perdere le sue tracce per inserirsi in nuovi contesti vergini per attuare i suoi piani. I rattusi più bravi, cioè quelli che riescono nel loro intento per poi sparire, sono i cosiddetti stronzi. Sono una minoranza ma, da veri predatori, sono dieci volte più attivi dei soggetti normali; per questo la loro presenza sul territorio ha effetti devastanti sulle spontaneità delle relazioni tra uomo o donna. Ed è difficile individuarli per la loro grande capacità di rigenerarsi in qualunque contesto. Il rattuso su internet è una presenza costante; la possibilità di nascondersi dietro un monitor ha reso il rattuso ancor più volgare e diretto, facendogli perdere quelle caratteristiche caricaturali (viscidume, ambiguità, zerbinismo) che regalavano momenti di ilarità unici a tutta la comitiva.
P.S. Oggi due anni di blog… minchia!
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