Impronte di sabbia
Riflessioni sulle ore, sui giorni, sugli anni....
( da una canzone boscimana)
« Quando è inverno divento... | Ma chi se ne frega???? » |
Leggendo un libro di fotografia...Come il narratore proustiano alla morte della nonna, io potevo dire:«non solo mi stava a cuore soffrire, ma anche rispettare l’originalità della mia sofferenza» quell’originalità era infatti il riflesso di ciò che vi era in lei di assolutamente irriducibile, e per ciò stesso perduto totalmente e per sempre. Dicono che, attraverso il suo progressivo lavorio, il lutto cancelli lentamente il dolore; io non potevo, non posso, crederlo;per me il Tempo elimina l’emozione della perdita ( non piango) e basta. Per il resto, tutto è rimasto immobile. Infatti, ciò che ho perduto non è una Figura (la Madre), ma un essere; e non solo un essere, ma una qualità ( un’anima): non già l’indispensabile, bensì l’insostituibile. Io potevo vivere senza la Madre ( noi tutti lo facciamo prima o poi); ma la vita che mi restava sarebbe sicuramente stata sino alla fine inqualificabile ( senza qualità). Roland Barthes, La camera chiara pag. 76-77 Piccola Biblioteca Einaudi |
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il 23/10/2011 alle 17:55
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il 25/09/2011 alle 00:23
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il 23/09/2011 alle 11:32
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il 20/09/2010 alle 14:30
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il 19/09/2010 alle 21:47