Creato da inambiente il 21/08/2006
InAmbienTe.it - Il portale per gli studenti di ingegneria e non solo. Articoli, appunti, notizie e tanto altro... tutto naturalmente gratis!

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

hugoo3tecnoservizi.mZolfycodelianuovaagrisassijohn_doe84mario_antonio_mwolverine_1980giannilamannawattarorita.tirinatomanuel.dgniny31Pavellinaidliketo
 

Ultimi commenti

Grazie Michele, ho visto il tuo blog, complimenti...
Inviato da: inambiente
il 09/07/2007 alle 11:42
 
complimenti per il blog!Michele.
Inviato da: joiyce
il 29/06/2007 alle 18:11
 
L'ombra dei "mostri" sulle nostre spalle.
Inviato da: joiyce
il 29/06/2007 alle 18:10
 
Ti ringrazio!! Sei gentilissimo. Proprio ieri avevo dato...
Inviato da: inambiente
il 21/05/2007 alle 15:22
 
Bel blog! Riusciremo a risolvere questi problemi? Voglio...
Inviato da: eganz
il 21/05/2007 alle 12:08
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« IL FUTURO "ALTERNATIVO" ...Venti anni di paradiso n... »

Il problema dei rifiuti dal punto di vista politico-sociale e gestionale.

Post n°20 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da inambiente
 
Foto di inambiente

InAmbienTe. Secondo appuntamento sul tema scottante della termovalorizzazione e, questa volta, voglio proporvi un articolo redatto dall’Ingegnere Pasquale Spinelli ricco di contenuti riguardanti sia la termovalorizzazione che  le discariche. Prima di passare la mano a Pasquale, vorrei aggiornarvi sull’avanzamento dei lavori del termovalorizzatore di Acerra.

Per cominciare vi fornisco qualche numero e qualche informazione tecnica.

L’impianto di Acerra tratterà 1500 tonnellate di rifiuto al giorno e 75 camion entreranno ogni giorno nell’impianto, i rifiuti saranno bruciati su una griglia raffreddata ad acqua e il sistema di abbattimento dei fumi è di tecnologia superiore a quello di Brescia infatti sfrutta dei filtri a maniche e il sistema Denox per l’abbattimento della diossina. La terza caldaia per la produzione di vapore per l’alimentazione delle turbine sarà pronta entro aprile. Il problema maggiore, per ora, sembra la mancanza di CDR con potere calorifico sufficiente ad una corretta combustione, poiché il CDR prodotto durante i periodi di emergenza non sembra essere di buona qualità. Appena si avranno altre notizie sull’argomento vi aggiornerò, ora vi lascio all’interessante intervento di Pasquale.
Edoardo Farina.

Mi chiamo Pasquale Spinelli, sono laureato in Ingegneria Civile per l’Ambiente e il Territorio e volevo proporvi una serie di articoli dedicati al recupero energetico dalla termovalorizzazione dei rifiuti argomento sulla quale ho svolto la mia tesi di Laurea. Strutturerò i miei articoli in tre sezioni che tratteranno rispettivamente:

  1. il problema dei rifiuti dal punto di vista politico-sociale e gestionale
  2. l’impianto di incenerimento con tutti i suoi processi e le sue parti
  3. il recupero energetico e gli effetti ambientali.

1 - Il problema dei rifiuti dal punto di vista politico-sociale e gestionale

Nell’ecosistema terrestre l’uomo ha una duplice posizione: da un lato ne è parte integrante e, in questo senso, ne trae le fonti per vivere, dall’altro interagisce sui suoi meccanismi alterandolo e, molto spesso, danneggiandone gli equilibri essenziali. La forma più elementare di alterazione dell’ambiente viene dalla produzione dei rifiuti e dalla loro gestione. I rifiuti sono il risultato del complesso delle relazioni tra sistema economico e ambiente nel ciclo produttivo umano.

Nella microeconomia tradizionale i fattori ambientali entrano nella categoria dei cosiddetti beni liberi che, a differenza dei beni economici, non hanno un valore economico, ma solo un valore d’uso. In questo senso ricadono di fatto nella categoria dei beni pubblici, il cui uso deve essere regolato dalla collettività. Da tali considerazioni discende la dimensione politico-sociale del problema rifiuti, che richiede interventi correttivi, anche economici, perché si attivino i meccanismi di mercato atti ad assorbire i sottoprodotti dell’attività umana e a contenerne il disastro conseguente.

Nella sostanza si tratta di attivare in parallelo due tipi di strategie:

  1. da una parte attuare un processo di internalizzazione dei costi sociali derivanti dalla produzione del rifiuto, che agisca direttamente sul soggetto che produce tale inquinamento, in maniera da ricondurre il livello di inquinamento quanto meno a una soglia socialmente accettabile;
  2. dall’altra parte cercare di agire nel senso di un progressivo cambiamento dei modelli di consumo e dei processi di produzione, tramite la leva della ricerca, dell’innovazione
    tecnologica e dell’educazione per mantenere o continuare ad accrescere i livelli di sviluppo raggiunti, in maniera compatibile con la salute dell’uomo e la qualità della vita.

Il nostro Paese , oltretutto, vede predominare nelle città italiane un solo strumento gestionale o, più propriamente, una sola forma di smaltimento: la discarica. Nel pianeta discariche, inoltre, progredisce pericolosamente la discarica incontrollata e illegale, che rappresenta la forma forse in assoluto più temibile di smaltimento del rifiuto. Il business si è andato rafforzando dal momento che, mentre il volume dei rifiuti continuava ad aumentare, nonostante la crescita zero della popolazione e la recessione economica, per contro le discariche cominciavano ad esaurirsi ed erano pressoché assenti forme alternative di trattamento e di gestione.

L’incenerimento è stato bandito grazie alla visione miope di certo ambientalismo, che ne ha fortemente osteggiato la diffusione: si sono demagogicamente esaltati i rischi dell’incenerimento, mentre gli inceneritori nel resto del mondo crescevano e la tecnologia faceva passi da gigante nell’abbattimento dei fumi e nel recupero di energia tramite la cogenerazione. Le iniziative di recupero/riciclaggio sono rimaste limitate, anche se il loro raggio di azione rimane di fatto marginale o meglio complementare nella gestione dell’enorme massa di rifiuti prodotta. Ma soprattutto è venuta a mancare un’applicazione costante e completa delle leggi e l’adozione ed affinamento di adeguati strumenti politici e gestionali.

Tale situazione non fa che generare confusione perché ci ripropone opinioni e interventi improduttivi, senza mai sfociare in una politica attenta ai metodi e alla scientificità delle valutazioni. In questo senso occorre, da un parte, rimettere ordine scientifico nella valutazione dei rischi ambientali, che non hanno la stessa gravità e pericolosità, per stabilire priorità basate sul rischio relativo e, dall’altra, comprendere che una singola tecnologia o un singolo strumento non possono risolvere il problema dei rifiuti, al contrario è necessario un approccio integrato che sia in grado di combinare elementi derivati da diverse tecniche.

Al fine di garantire lo sviluppo di una politica di prevenzione strategica dei rifiuti, come previsto dalla normativa nazionale, risulta necessario garantire, in primo luogo, la definizione di un quadro di azioni di riferimento, coordinate all’interno di Piani e Programmi territoriali contenenti l’individuazione di obiettivi strategici quantificati, di strumenti normativi, economici e volontari selezionati sulla base di una valutazione dei loro effetti ambientali, economici e sociali.

Appare evidente che per raggiungere risultati sul piano della riduzione di quantità, volume e pericolosità di prodotti e materiali che confluiscono nei rifiuti, occorre intervenire con misure in grado di incidere sul risparmio delle risorse e sulla domanda dei beni e servizi. Tale impostazione richiede una serie di interventi integrati di natura giuridico-amministrativa, economica-fiscale, finanziaria, informativa e negoziale.

L’utilizzo integrato di più strumenti quali, in primo luogo, la responsabilità estesa dei produttori, il green public procurement, il “Design for Environment”, i sistemi di tariffazione dei rifiuti in funzione delle quantità gestite, altri strumenti economici quali ecotasse, incentivi, sistemi di deposito, contributi ambientali, consente di raggiungere un alto potenziale di riduzione dei rifiuti.

È, altresì, necessario assicurare l’applicazione del principio della responsabilità estesa dei produttori, per il ruolo determinante da essi svolto nell’attuazione di efficaci politiche di prevenzione, e di quello della responsabilità condivisa tra i vari attori coinvolti nei cicli di produzione e consumo.

Infine, l’approccio corretto ad una nuova fase di governo complessivo dei rifiuti dovrebbe partire da strumenti legislativi e di programmazione certi accompagnati da una adeguata conoscenza della realtà concreta del territorio che valuti anche le implicazioni sociali, economiche ed ambientali relative agli ambiti territoriali ottimali che devono essere individuati in conformità ai principi di autosufficienza per le attività di raccolta, smaltimento e recupero e di prossimità ai luoghi di produzione dei rifiuti.

Pasquale Spinelli, Ingegnere Civile per l’Ambiente e il Territorio.

articolo precedente

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog