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VAGHEIDEE

quell'andatura incerta che chiamano esperienza

 

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Quando giocare fa male

Post n°156 pubblicato il 31 Luglio 2011 da k.way
 

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E penso ai bambini, cui ogni giocattolo, anche quello più lungamente atteso e che suscita al principio grande entusiasmo, viene presto a noia, a favore del successivo, di quello più nuovo, dell'ultimo arrivato ... così il destino di ogni giocattolo è quello di essere abbandonato, messo in un angolo e, presto o tardi, dimenticato.

Poi a volte la vita fa strani scherzi, così succede, ormai cresciuti e lontani da quel periodo, di riprendere in mano uno di quei vecchi giochi, o semplicemente ripescarlo dalla memoria, ricordarlo con inusitata tenerezza, e provare in quell'attimo una immensa nostalgia, per quell'oggetto che, senza chiederci nulla, con la sua sola delicata e silenziosa presenza, sapeva donarci indescrivibili gioie e duraturi sorrisi ... E quasi sempre, quel giocattolo, quello che ricordiamo con maggior commozione, non era tra quelli più tecnologici e sofisticati, con mille funzioni ed infiniti accessori, tra quelli che ci promettevano avventure spaziali o imprese sovrumane, quelli che tutti volevano, no ... era il giocattolo più semplice, più "povero", meno appariscente, quello che richiedeva poco spazio eppure, quando lo cercavi, lo trovavi sempre, si faceva trovare, c'era, voleva esserci ... era muto, a lui davamo la nostra voce, con lui, oserei dire, si condivideva il cuore ... era l'unico che sapeva davvero farci sognare e viaggiare nella magia più autentica, mai con inganno, ma con la verità nascosta delle cose semplici. E' l'unico che, qui, ora - potendo - faremmo tornare tra le nostre mani rimaste vuote.

Ciascuno di noi ne ha avuto uno, e quanto ci pentiamo per averlo rotto, perduto, gettato chissà dove, per essercene separati. Perché, allora, appena più grandi - con tutta la presunzione di chi si sente "più grande" - ci apparve stupido, troppo banale, inutile.

Ma eravamo ancora bambini, non potevamo sapere che certi giocattoli, come certe persone, continuano a vivere affianco a noi anche dopo che ce ne siamo liberati. Non potevamo sapere che un giorno ne avremmo sentito la mancanza, che li avremmo cercati e che, quel giorno, avremmo capito che non erano 'solo' un gioco.

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Kalua K Krynska photo

... ai bambini si può perdonare.
Da grandi certi giochi cambiano nome
e le regole si chiamano Rispetto, Fiducia e Lealtà.
Giocarci è ingiusto. Giocarci fa male.
Tu ridi, l'altro piange.

[ancora non sai
quanto ti mancherà]

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